e Ilaria Ulivelli
"Voglio gioca’, voglio gioca’, fatemi uscire". Sta meglio Edoardo Bove. Le sue prime parole in romanesco – arrivate per bocca del direttore generale della Fiorentina Alessandro Ferrari – rassicurano i tifosi, dopo la notte della trepidazione. Sospesi in un limbo tra la speranza e il riaffacciarsi un incubo già vissuto.
Nella sfortuna, il numero quattro viola è stato fortunato. La tachicardia ventricolare si è trasformata in fibrillazione, con torsione di punta del cuore, quando lui era già in ambulanza. E il defibrillatore ha fatto bene il suo lavoro, riaccendendo la centralina del cuore che ha ripreso a battere.
Che cos’è stato a fare accasciare Edoardo e a far fermare il suo giovane cuore? I sanitari indagano in tutte le direzioni. Dai primi esami effettuati non si esclude che si possa trattare della stessa patologia subdola che si era portata via, nella dolorosa notte di Udine, quel maledetto 4 marzo 2018, il capitano Davide Astori: cardiomiopatia aritmogena il verdetto a posteriori.
Dopo una notte in rianimazione, intubato, Bove si è svegliato e ha abbracciato mamma Tanja, babbo Giovanni e la fidanzata Martina. "Felici di rivedere il suo sorriso", si liberano, dopo essere rimasti impietriti dalla paura.
Poi gli amici, i compagni, la Fiorentina. Idealmente abbraccia anche la città che si è sperticata in atti d’amore.
Il peggio pare essere passato e si guarda al futuro. Non ci sono stati danni al cervello, le coronarie sono perfette. Aveva avuto il Covid un anno fa, Bove, dopo aveva sviluppato una miocardite che sembra non aver lasciato cicatrici sul cuore. Ieri ha fatto anche la risonanza magnetica. È su quella che si stanno concentrando i cardiologi, scansionando ogni segmento.
Oggi Edoardo uscirà dalla terapia intensiva per entrare in reparto. Si faranno altri esami per indagare la presenza di patologie strutturali e del circuito elettrico, malattie genetiche. Ma anche per scandagliare a fondo rene e surreni perché il giocatore era arrivato al pronto soccorso di Careggi con il potassio bassissimo (un elettrolita fondamentale per la regolarità del ritmo cardiaco).
Resterà in ospedale sino al momento in cui sarà chiaro che cos’è accaduto al diciassettesimo minuto di Fiorentina-Inter.
Quei minuti che saranno scrutati a fondo, fotogramma per fotogramma, anche per capire se il contatto con Dumfries possa aver dato luogo alla cosiddetta commotio cordis, una sindrome provocata da un trauma a livello toracico che può causare fibrillazione cardiaca. Questa ipotesi, la migliore, e quella accarezzata in un primo momento, sembra però perdere consistenza.
Bove è stato sommerso di affetto. E non è un modo di dire. Tra le migliaia di messaggi c’è anche quello di Gianni Infantino. Il numero uno della Fifa che, su Instagram, scrive: "Forza Edo. La grande famiglia del calcio mondiale è tutta al tuo fianco".
Volti più distesi in casa viola: la Fiorentina è tornata ad allenarsi con il via libera di Edo che avrebbe voluto essere col gruppo. È stato proprio lui a spronarli a scendere in campo domani in Coppa Italia contro l’Empoli. Tornati ad allenarsi, gli amici lo hanno videochiamato dal centro sportivo.
Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso è rimasto attaccato al telefono con il dg Ferrari e con il padre di Edoardo, poi ieri pomeriggio ha parlato con lui dicendogli che lo aspetta presto in campo.
Quale futuro aspetta Edoardo che ha tanta voglia di "gioca’" e di uscire dall’ospedale di Careggi? Servirà tempo e pazienza. Non si gioca con la sorte, che alla fine gli è stata benevola. Le risposte di alcuni accertamenti per patologie genetiche avranno bisogno da uno a tre mesi di tempo. Ma Edo è vivo, sta bene. Per ora è la cosa più importante.