Lunedì 28 Ottobre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Bobby Solo: "Da una lacrima sul viso... neanche una lira. Mi fregarono i diritti"

L’Elvis Presley italiano si racconta: il mio più grande successo mi rende oggi solo duemila euro l’anno, ho perso un miliardo. A Sanremo nel 1964 mangiavo grazie all’amico Little Tony"

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Bobby, Solo non lo è mai. A 75 anni è un geyser che erutta iniziative, concerti e naturalmente dischi. Ne ha due in uscita: Good in Blues in vinile dedicato a Tony Joe White e International vintage Italian songs di canzoni napoletane cantate però in inglese con Antonio Salvati.

Com’era la famiglia di Bobby Solo?

"Era triestina, mia nonna polesana. La mia bisnonna era del Montenegro, mezza zingara, di lei si innamorò Franz Lehár, l’autore della Vedova Allegra. Per lei scrisse il valzer Le belle polesane. Mio padre era colonnello dell’Aeronautica. Era socialista, antifascista. Durante la guerra, a Roma, siccome non aveva nulla, scambiò le due medaglie d’argento che si era guadagnato durante la prima guerra mondiale con latte in polvere dei soldati Usa per darlo a noi fratelli. Mia mamma casalinga".

Come nacque Una lacrima sul viso?

"Abitavo in via Frua 15, a Milano. Strimpellavo con la chitarra. Di solito suonavo in bagno, perché le piastrelle riflettevano bene la mia voce. Ma quel giorno mia sorella stava facendo la doccia così mi trasferii in cucina, dove c’era mia mamma. Così, all’improvviso, mi venne quella scala: ta-ta-ta-ta-ta-ta-taaaa-ta. Alla Ricordi avevo già fatto tre dischi che non avevano venduto niente. L’unico che li comprava ero io. Insomma mi volevano cacciare. Ma Mariano Rapetti, il papà di Mogol, mi aveva in simpatia. ‘Voglio che resti’, mi disse. Allora gli feci ascoltare quella canzone. Le parole che avevo scritto erano: Dietro quella dunaquando spunterà la luna. Mi disse che la musica era buona ma le parole non andavano bene. Così chiamò il figlio, Mogol. Pensavo di vederlo arrivare come minimo su una Jaguar, invece si presentò su una R4 tutta scassata e arrugginita".

Come andò?

"Gli chiesi: ’Hai scritto il testo?’ Lui rispose: ’Non ho avuto tempo’. Io: ’Ma oggi dobbiamo registrare!’ Non importa, rispose lui, ’lo facciamo adesso’. Partimmo insieme sull’R4, con un pezzo di carta e una penna. A piazzale Lodi avevamo finito l’inciso, in piazzale Corvetto il testo era pronto".

In un’intervista ha rivelato che la famosa laringite per cui a Sanremo nel 1964 fu costretto a cantare in playback in realtà fu una trovata pubblicitaria...

"Non è così. Ero a Sanremo con diecimila lire che mi aveva dato mia mamma. Per fortuna Little Tony mi prese sotto la sua protezione e mi portò a mangiare tutti i giorni, pranzo e cena, tanto che, quando tornai, restituii i soldi. Mi portò anche nei night club, e lì conobbi anche le bellissime entraîneuse che riuscivo a sfiorare. Insomma un po’ ero agitato, sudavo. Il giorno seguente alle prove mi trovai di fronte a Frankie Avalon, Paul Anka, Bobby Rydell, dei mostri sacri. Io non sono nessuno, pensai, che ci faccio qui? E mi è mancato il fiato. La voce c’era, ma non il fiato. Vincenzo Micocci, vedendomi in quello stato, si impose e mi fece andare in playback. Frankie Lane, detto ‘tonsille d’acciaio’, che doveva cantare con me, nel pomeriggio mangiando una mela si era rotto le capsule dei denti davanti. Ci saremmo dovuti esibire lui senza incisivi e io senza voce. Invece il playback fu la mia fortuna. All’inizio del Festival ero alloggiato al sottoscala del Royal, per fare i miei bisogni dovevo salire nella hall. Dopo l’esibizione mi trasferirono nell’attico. Il brano vendette 2,8 milioni di copie, record mai battuto".

Si può campare una vita con una sola canzone?

"No, e le spiego perché. Sono stato truffato. Alla Ricordi mi dissero che ero troppo giovane – avevo 19 anni – per firmare con la Siae. Ci avrebbe pensato un direttore che poi mi avrebbe girato il denaro. Invece non mi diede niente. Mi hanno rubato un miliardo. Sa quanto mi rende oggi Una lacrima sul viso? Due-tremila euro all’anno".

Impossibile.

"C’è un’indagine penale in corso. Uno staff di avvocati americani ha scoperto che la canzone è stata data in garanzia per ottenere un prestito di 300mila dollari da una banca".

Di Little Tony s’è detto, eravate molto amici. Ma quali rapporti aveva con gli altri big, per esempio Celentano?

"Sono molto amico. Ma quando ci fu il successo clamoroso di ‘Una lacrima’ non dico che fosse geloso ma insomma...una sera ero al casinò di Campione per una serata e a un tratto arriva Miki Del Prete che mi dice: ‘Adriano ti vuole di là’. Arrivo in una saletta dove c’è lui, con la solita maglietta a cinque bottoni, che mi fa: ‘Oggi tu sei su e io giù. Ma tra un anno io sarò su e tu giù’. Sa cosa gli ho risposto? ‘E chi se ne frega’, e me ne sono andato".

Proprio amici, insomma...

"In seguito però abitavamo a Roma, lui stava a casa di Claudia Mori. Siccome entrambi eravamo insonni, ci trovavamo davanti a una farmacia dell’Eur che stava aperta tutta la notte. Passeggiavamo e parlavamo di musica, dall’una e mezza-due fino alle 6 del mattino. Una sera Adriano fa per entrare nella farmacia e mi chiede: ‘Vuoi un Cebion o un Agruvit’?".

Bobby Solo e le donne.

"Le ho amate talmente che qualche casino l’ho fatto. Ma sia che fosse una prostituta o una ragazza da una botta e via, io le volevo sposare tutte. Sono sempre stato un romantico. Un giorno su un aereo ho visto una giovane hostess dai tratti orientali che camminava avanti e indietro. Ho detto a chi era con me: un giorno sposerò quella donna. Sono riuscito a farmela presentare, lei mi ha chiesto un autografo e io il numero di telefono. Ma quando l’ho chiamata rispondeva sempre un ospedale. Finché un amico mi ha fatto notare che quello che interpretavo come un 4 era in realtà un 5. Finalmente sono riuscito a parlarle e ci siamo incontrati a Roma. Nel frattempo però erano passati quattro mesi e io non la ricordavo bene. Entro nel ristorante, e a un tavolo vedo quattro ragazze asiatiche che si assomigliano. Io non sapevo riconoscerla. Così ho urlato: ‘Tracy!’ e lei si è voltata. Un mese dopo ci siamo sposati. A dicembre festeggiamo le nozze d’argento".