Martedì 8 Ottobre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Dà fuoco alla moglie in auto. Lei fugge, lui la massacra: "È stato Beppe". E muore

Bari, le ultime parole alla figlia in ospedale. Il video dell’orrore dei testimoni. La 60enne aveva denunciato il marito molte volte per pestaggi e umiliazioni. .

Dà fuoco alla moglie in auto. Lei fugge, lui la massacra: "È stato Beppe". E muore

Bari, le ultime parole alla figlia in ospedale. Il video dell’orrore dei testimoni. La 60enne aveva denunciato il marito molte volte per pestaggi e umiliazioni. .

GRAVINA (Bari)

La notte di domenica di un quartiere di periferia di Gravina di Puglia (Bari) viene squarciata da urla strazianti. Sono quelle di Maria Arcangela Turturo, 60 anni, intrappolata in un incubo a occhi aperti. Suo marito, Giuseppe Lacarpia, 65 anni, ha deciso che quella notte completerà anni di via crucis somministrata con botte e umiliazioni. È da poco passata l’una e mezza in via dei Pigni: la coppia è appena tornata da una festa di famiglia. L’uomo la chiude nella sua Panda, poi appicca le fiamme. Un rogo, una trappola di fuoco e metallo arroventato. Maria, però, riesce a scappare. I capelli bruciati, la pelle segnata dalle ustioni, cerca di correre verso la salvezza. Ma Giuseppe non ha finito il suo ‘lavoro’ omicida. La sua furia è cieca, disumana, brutale. La raggiunge in mezzo alla strada, la stende sull’asfalto. Si inginocchia su di lei, il peso del corpo a schiacciarle il petto. È una scena di inaudita ferocia: le mani dell’uomo premono con forza sullo sterno della moglie, bloccandole il respiro. Maria si dimena, prova a liberarsi, tutto inutile.

Un video amatoriale di una quindicina di secondi, girato con un cellulare da una ragazza di passaggio, riprende quei momenti agghiaccianti. Si sentono le grida della giovane che fa la ripresa: "Lasciala! Che stai facendo?!". Lacarpia neppure risponde. Gli occhi sbarrati, il volto contratto in un’espressione di follia, continua a premere, implacabile. Solo quando arrivano alcuni passanti decide di alzarsi. Con la calma glaciale di un killer, si avvicina alla vettura ancora avvolta dalle fiamme e recupera la borsa della moglie, poi si siede biascicando: "Mi voleva levare di torno". Maria – che aveva denunciato più volte il marito per maltrattamenti – viene trasportata d’urgenza in ospedale. Le sue condizioni sono disperate, ha il torace fratturato, lesioni interne gravissime. Eppure, prima di esalare l’ultimo respiro, trova la forza di sussurrare alla figlia parole che pesano come una sentenza: "Mi voleva uccidere". È l’ultimo grido di dolore di una donna che sapeva da tempo quale sarebbe stato il suo destino. Lo temeva, lo aveva confidato. Ma nessuno l’ha mai protetta davvero.

Lacarpia non è un novellino della violenza domiciliare. Quindici anni fa, quasi uccide il figlio, accoltellandolo durante una lite furibonda scoppiata per difendere la madre dai suoi soprusi. Il giovane finisce in ospedale, Lacarpia in carcere. Neanche la prigione placa la sua furia, alimentata anche da disturbi neurologici. I debiti dell’azienda agricola di famiglia, le frustrazioni accumulate riaccendono anzi quel fuoco maledetto. Soprattutto scarica sulla moglie le tensioni per la sua azienda casearia, finita a rotoli e sommersa di debiti.

Maria prova a salvarsi. Si rifugia più volte a casa delle figlie, sperando che la distanza e il tempo basti a calmare quell’ira feroce. "Stava con noi dieci giorni, poi tornava sempre da lui che l’ha mandata per tre volte al pronto soccorso per le botte", dice la figlia tra le lacrime. Paura, dipendenza, forse rassegnazione: un circolo vizioso che si è chiuso in modo tragico e definitivo domenica notte.

Arrestato poche ore dopo l’omicidio, Lacarpia prova a difendersi con una versione grottesca: "È stato un incidente, l’auto ha preso fuoco da sola". Ma le immagini e le testimonianze raccontano tutt’altra storia. Il femminicidio di Maria Arcangela è l’ultimo di una lunga scia di sangue. Appena il giorno prima, a San Severo, Lucia Salcone, 47 anni, è morta tra le fiamme: la sua auto, una Cinquecento, è uscita di strada, si è schiantata contro un albero e ha preso fuoco. Il marito, Ciro Caliendo, che era alla guida, aveva parlato di un tragico incidente. L’accusa di omicidio volontario sembra svelare un copione diverso.