Torino, 14 ottobre 2024 - Il cuore malato delle donne scambiato (anche) per ansia. Continua ad accadere. Lo sa bene Tiziana Claudia Aranzulla, che dirige l’équipe del Centro cardiodonna al Mauriziano.
Nell’agosto 2023 aveva salvato una 41enne arrivata con diagnosi di asma che invece soffriva di una grave malattia coronarica. Spiega la dottoressa a Quotidiano.net: “Chi arriva in sala operatoria vede la diagnosi come una liberazione perché magari per anni è stata considerata esagerata”.
I chiarimenti per punti
Ma come è possibile l’errore?
“Gli aspetti sono sempre molti ma al primo punto metterei un elemento di base: bisogna sapere che nelle donne spesso le diagnosi sono più complesse. L’elettrocardiogramma può non dire niente. Spesso succede che anche nel corso di un infarto l’elettrocardiogramma non si alteri come succede in un uomo. Perché nella fisiopatologia dei problemi cardiaci femminili, spesso quelle alterazioni sono minime, davvero molto sottili”.
Quali sono gli esami rivelatori per una donna
“Bisogna sempre pensare a questo - insiste la cardiologa - e quindi passare ad analisi di secondo livello. Ad esempio per una donna che riferisce un dolore cardiaco o una stanchezza strana, non bisogna mai solo accontentarsi dell’elettrocardiogramma. Ma bisogna fare gli esami del sangue per vedere se ci sono gli enzimi alterati e un ecocardiogramma”.
La sottovalutazione delle donne
E succede molto spesso anche il contrario, rivela la dottoressa. “Alcune donne sembrano esagerare, sottolineo sembrano, i familiari ripetono, ma dai che non hai niente. Altre invece minimizzano, perché sono abituate ad essere iper efficienti, e magari sono proprio i parenti a portarle alla mia attenzione. La paziente dice sì, ricordo quella volta che sono stata male ma non era niente. Poi invece approfondendo si scopre che c’è qualcosa, eccome”.
Quei problemi cardiaci scambiati per ansia
Tante pazienti arrivano tardi al centro del Mauriziano, rivela la dottorezza Aranzulla, “quando seguono ormai da anni terapie ansiolitiche. L’origine della storia la vediamo più che altro in pronto soccorso, negli eventi acuti. Se la paziente lamenta un dolore toracico, non ci accontentiamo dell’elettrocardiogramma, facciamo sempre anche gli esami del sangue”.
Quanti sono i centri Cardiodonna in Italia
Ma quanti sono i centri cardiaci dedicati alle donne in Italia? “Quello madre è il nostro - chiarisce la dottoressa -. Io mi auguro affiorino sempre di più. Stiamo promuovendo gemellaggi perché questo modello sia imitato e diffuso proprio per evitare che tutto questo accada ancora. Noi offriamo un programma di screening a tutte le donne in età fertile, dai 30 ai 50 anni, credo che siamo i primi nel mondo a farlo. Cercheremo di estenderlo anche ad altre età. E ricordiamoci: lo sguardo giusto deve partire anche dal medico di base”.