Roma, 12 giugno 2019 - Continuano gli scossoni all'interno del Consiglio superiore della magistratura dopo l'inchiesta di Perugia sul caso Palamara e gli incontri tra politici e magistrati sui futuri assetti delle procure. Oggi infatti sono arrivate le dimissioni di Gianluigi Morlini, uno dei quattro togati che si era autosospeso dalle attività di Palazzo dei Marescialli. Il magistrato, ex presidente della Commissione che si occupa delle nomine al vertice degli uffici giudiziari ed ex esponente di Unicost dopo averlo appreso, ha comunicato la propria decisione con una lettera indirizzata al vicepresidente del Csm, David Ermini.
"Il mio unico errore è stato quello, una volta trovatomi al posto sbagliato nel momento sbagliato, di non avere immediatamente preso le dovute contromisure, andandomene ed astenendomi dal parlare di vicende consiliari", scrive Morlini sottolineando di essere "del tutto estraneo alle diverse questioni delle quali si è parlato sui media". Il consigliere spiega che si è trattato di un "errore in buona fede che non può però far revocare in dubbio l'assoluta correttezza della mia storia personale e professionale, che ritengo tutti mi riconoscano, avendo sempre agito, nell'attività giurisdizionale ed in quella consiliare, in piena coscienza e autonomia, senza condizionamento alcuno".
"So però di avere compiuto un errore dovuto a leggerezza - ribadisce Morlini -. Per tale motivo, essendo stato proposto nei miei confronti un procedimento disciplinare, per senso di responsabilità istituzionale e per potere difendermi al meglio nelle sedi opportune, ritengo necessario presentare le mie dimissioni da Consigliere".
La decisione di Morlini è giunta dopo che il Pg della della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha promosso nei confronti dei quattro togati autosospesi (gli altri sono Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Corrado Cartoni) un'azione disciplinare.