Mercoledì 17 Luglio 2024
ELENA POLIDORI
Cronaca

Crollo di Firenze, il sottosegretario Durigon. "Basta demagogia sui morti. Quest’anno faremo 30mila ispezioni in più"

Il senatore leghista: le norme su appalti e subappalti sono regolate dall’Ue. "Entrati in ruolo 850 nuovi ispettori del lavoro. I sindacati facciano la loro parte". La ministra Calderone prepara un pacchetto di norme su controlli e formazione

Roma, 18 febbraio 2024 – Claudio Durigon (sottosegretario al Lavoro), la Lega viene accusata di aver riaperto la questione dei sub appalti e – di conseguenza – del lavoro a basso costo a scapito della sicurezza.

"Quando si parla di morti non si deve fare demagogia e non si deve mettere la politica davanti a tutto. Noi viviamo stagioni, anni, in cui i numeri che si susseguono sono anche maggiori rispetto all’anno scorso. È un male che ci attanaglia da tempo e il rimedio non è che si può ridurre al tema appalti-sub appalti. Ricordo a tutti, in primis a Landini, che è stata proprio una norma europea a regolare appalti e subappalti tanto che l’Italia, prima della riforma da noi portata avanti, è stata sanzionata da Bruxelles. Ma, ripeto, non è sicuramente questa la logica secondo cui oggi siamo ancora qui a parlare di morti sul lavoro, che sono numeri sempre agghiaccianti. Nel 2022 i morti erano 1090, nel 2023 1041, un po’ di meno, certo, ma non sono i numeri che dobbiamo commentare, capisco la rivalità politica, ma ci sono anche delle norme europee a vincolare l’azione possibile del governo".

I fiori lasciati all’ingresso del cantiere di Firenze
I fiori lasciati all’ingresso del cantiere di Firenze

Landini sostiene che comunque sia stato il governo ad aprire le maglie dei subappalti e per quanto riguarda gli 850 ispettori del lavoro in più annunciati dalla ministra Calderone, beh, non se ne vede traccia…

"Gli 850 sono arrivati quest’anno e noi passeremo, nel 2024, da circa 70mila a circa 100mila ispezioni. Gli 850 sono frutto di un concorso, istituito da chi c’era prima di noi al governo, e ora sono di ruolo; noi abbiamo anche ampliato questi numeri e questo è un test per cercare di trovare soluzione a questo problema. A Landini rispondo però che oggettivamente, nonostante l’impegno che stiamo mettendo tutti su questo tema, e in particolare il ministro, purtroppo questi numeri li abbiamo da anni e non si può fare della demagogia su questo tema usando parole inappropriate. Mi dispiace che si tirino fuori temi politici quando muoiono persone. Se vuole Landini, farei l’elenco di tutte le morti che abbiamo avuto fino ad oggi e ci sono anche delle norme che vedono un ruolo prioritario dei sindacati nelle ispezioni nei luoghi di lavoro e nel controllo. Tutti quanti ci dobbiamo sentire responsabili di queste attività e sicuramente dove si possono migliorare le norme e sensibilizzare anche culturalmente per risolvere i problemi che stiamo vivendo".

Qual è allora secondo lei il problema che crea questa serie innumerevole di morti sul lavoro, qual è il ‘gap’ che si crea tra azienda, lavoratore, regole, appalti?

"L’Italia non è così indietro rispetto all’Europa, la Francia ha qualcosa in più di noi, possiamo dire anche che sono aumentati i lavoratori. Abbiamo addirittura avuto un milione di lavoratori in più e qui gli incidenti dovevano avere un salto, almeno a guardare sempre i numeri, invece sono diminuiti, ma io non voglio che passi il messaggio che sono contento di questa cosa, è un dato oggettivo, ma c’è senza dubbio un gap culturale che va a inserirsi in questo contesto. Quello che va promosso, a livello culturale, è il fatto che la sicurezza sul lavoro è una produttività, non un costo, è un investimento. La formazione è senza dubbio determinante, quest’anno si investirà un miliardo e mezzo in formazione, ma questo ‘gap’ si può recuperare nel tempo, non si va a recuperare con una regola più ferrea o più determinata. Dopodiché, credo che anche qui si possano migliorare le norme e possiamo anche prevedere una premialità per le aziende che non hanno incidenti sul lavoro nelle gare d’appalto. Io sono più per gli incentivi ad investire sul fronte sicurezza piuttosto che a punire con norme più severe; la repressione non crea grandi vantaggi…".

Il lavoro ha perso valore in Italia?

"Il lavoro è cambiato. Il lavoro non ha avuto il giusto valore, perché i salari sono ancora troppo bassi. Diciamo che, l’evoluzione del lavoro premierà molto di più l’efficienza dei lavoratori, credo però che una riflessione su questo vada fatta e bisognerà trovare un modo per rimettere il lavoratore al centro dell’impresa. E quando parlo di favorire la premialità sul fronte sicurezza, nel contesto di una gara d’appalto, intendo che vada abolita la gara al massimo ribasso, ma molto spesso ci troviamo con aziende che non ottengono appalti e poi fanno ricorso al Tar e che dà loro ragione perché le normative europee consentono la tecnica del massimo ribasso. E quando un imprenditore deve far quadrare i conti, da qualche parte va a tagliare e spesso si va a ridurre le spese sulla sicurezza (che costa). Insomma, bisogna spezzare questo aspetto, questa idea che la sicurezza sia solo un costo e non un valore aggiunto dell’impresa".