Giovedì 25 Luglio 2024

Crollo del ballatoio a Scampia. Salgono a tre i morti delle Vele. La sicurezza nel mirino dei pm: in arrivo i primi indagati

Non ce l’ha fatta la 53enne mamma di una delle altre due vittime. Ancora gravi le due bimbe ricoverate. Occhi puntati sui tecnici addetti ai controlli: la mancata manutenzione era stata segnalata nelle carte.

Crollo del ballatoio a Scampia. Salgono a tre i morti delle Vele. La sicurezza nel mirino dei pm: in arrivo i primi indagati

Non ce l’ha fatta la 53enne mamma di una delle altre due vittime. Ancora gravi le due bimbe ricoverate. Occhi puntati sui tecnici addetti ai controlli: la mancata manutenzione era stata segnalata nelle carte.

Sale e si aggrava il bilancio di Scampia. Sono tre i morti del crollo del ballatoio nella Vela Celeste, mentre sarebbero imminenti i primi provvedimenti della Procura: avvisi di garanzia per i tecnici che non hanno effettuato i controlli e per coloro che avevano aperto i cantieri al piano terra della Vela in vista dell’attività di rigenerazione. I pm Mario Canale e Manuela Persico hanno acquisito la documentazione amministrativa del progetto ‘ReStart Scampia’, compresa quella riguardante le opere già iniziate nella Vela Celeste.

Il dossier sulla manutenzione della Vela Celeste, nota anche come Vela B, rivela una situazione di grave incuria e pericolo per i residenti. Questo documento, datato agosto 2016, era parte integrante del progetto ’ReStart Scampia’, che prevedeva l’abbattimento delle Vele con l’eccezione della Celeste, destinata a diventare un’area attrezzata per uffici della città metropolitana di Napoli. La relazione tecnica sottolineava, senza mezzi termini, lo stato critico della struttura, in particolare delle passerelle in acciaio e cemento armato che collegano i vari piani. Situate tra i due corpi paralleli dell’edificio, erano gravemente degradate e ammalorate a causa di una manutenzione insufficiente protrattasi per anni. Il dossier descriveva passerelle che mostravano segni di distacco e fenomeni di forte corrosione, rendendo l’intera struttura un pericolo costante per gli abitanti.

Nonostante l’evidente rischio per la salute e l’incolumità dei residenti, circa 800 persone, un terzo minori e 70 disabili, hanno continuato a vivere nell’edificio senza che venissero prese misure di sicurezza adeguate. Il mancato intervento, che avrebbe potuto includere un’ordinanza di sgombero, ha lasciato i residenti esposti a un rischio crescente, culminato tragicamente nel crollo di uno dei ballatoi. La mancata manutenzione e il ritardo nelle misure preventive hanno portato a una tragedia annunciata che poteva essere evitata con interventi tempestivi e adeguati. E che oggi diventa sempre più pesante.

Confermata nel pomeriggio di ieri una terza vittima. Si tratta di Patrizia Della Ragione, 53 anni, madre di Roberto Abbruzzo e zia di Margherita Della Ragione, le prime due vittime di questa tragica vicenda. Le condizioni di Patrizia erano apparse subito molto gravi, con un referto medico che riportava un politrauma da precipitazione, comprendente la rottura della milza e del bacino. Nonostante il ricovero presso l’ospedale Cardarelli e le cure intensive in Rianimazione, purtroppo non è stato possibile salvarle la vita. La situazione rimane complessa, altre persone sono gravemente ferite. Giuseppe e Luisa Abbruzzo, rispettivamente di 34 e 23 anni, figli di Patrizia Della Ragione, sono ricoverati all’Ospedale del Mare, con Giuseppe in gravi condizioni. Martina Russo, 25 anni, moglie di Roberto Abbruzzo, è ricoverata al Cardarelli, dove è in prognosi riservata.

Il dramma di Scampia ha coinvolto anche sette bambine, quattro delle quali sono nipoti di Patrizia Della Ragione. Due di queste, Mya e Patrizia, sono in condizioni critiche al Santobono, in pericolo di vita. Mya ha subito un grave trauma cranico con emorragia cerebrale e frattura della teca cranica, e ha avuto bisogno di un delicato intervento neurochirurgico. Patrizia, sette anni, ha subito una frattura infossata cranica e un edema cerebrale, e anche lei è stata sottoposta a un intervento chirurgico decompressivo.

Nino Femiani