
Un'ambulanza della Croce Rossa
Rimini, 4 gennaio 2015 - Abuso d'ufficio e falso. E’ l’accusa di cui deve rispondere un funzionario della Croce Rosse Italiana, fino a qualche tempo fa in servizio alla Cri di Rimini. Secondo le accuse, il dirigente avrebbe assunto la canditata alla selezione per un posto di ‘autista soccorritore’ che aveva il punteggio più basso dell’altro partecipante alla prova. Il pubblico ministero, Davide Ercolani, ha già dato incarico agli investigatori della Guardia di finanza di acquisire l’intera documentazione e ascoltare i testimoni coinvolti nella vicenda.
A fare partire l’inchiesta è stato lo stesso Comitato regionale della Croce Rossa di Bologna che nel corso di una verifica amministrativa interna ha avuto il sospetto che le circostanze relative all’assunzione di una donna, non fossero del tutto chiare. I fatti risalgono a parecchi mesi fa e riguardavano l’assegnazione di un contratto a tempo determinato per, appunto, ‘autista soccorritore’. In base alla graduatoria stilata dal Centro per l’impiego, tra i soggetti ideonei per quel lavoro erano risultati un uomo e una donna.
A quel punto era partita la valutazione dei due candidati, i quali erano stati sottoposti a una serie di ‘prove’ per valutarne l’idoneità. Da una prima ricostruzione degli avvenimenti, gli esiti delle prove erano stati genericamente positivi per entrambi, inclusa la prova di guida. Ma è proprio qui che secondo l’esposto c’era qualcosa che non tornava per niente. In quel modulo infatti c’era la firma di un altro funzionario della Croce Rossa, il quale però aveva sostenuto di non avere partecipato in alcun modo a quella selezione. Come la sua firma fosse finita su quel documento non ne aveva idea, ma sicuramente lui non era presente. A questo si era aggiunta la conclusione della selezione, dal momento che il contratto risultava assegnato alla candidata che aveva un punteggio inferiore all’altro concorrente.
Di qui la decisione del Comitato regionale della Croce Rossa di vederci più chiaro e presentare un esposto in procura a Rimini. Nel frattempo però, il funzionario sospettato di avere ‘addomesticato’ quella selezione è stato trasferito in un’altra sede dell’Emilia Romagna, in via precauzionale. Il pubblico ministero l’ha già iscritto nel registrato degli indagati in un fascicolo che vede come ipotesi di reato l’abuso d’ufficio (relativo al fatto che l’altro candidato aveva un punteggio superiore alla donna a cui è stato assegnato il contratto) e di falso, riguardante invece quel modulo dove il funzionario ha sconfessato la firma. Ora toccherà alle Fiamme Gialle ricostruire cosa è accaduto con esattezza, e presto potrebbero partire i sequestri della documentazione e l’audizione dei testimoni.