San Giovanni in Sinis (Oristano), 14 agosto 2023 - “Mi ha insegnato a nuotare, non solo nel mare di San Giovanni, ma nel mare della vita. Mi ha tenuto per mano per tante cose, era il mio punto di riferimento”. Parla Cristiano Murgia, fratello della scrittrice ed intellettuale sarda morta giovedì sera per le complicanze di un tumore. Lo fa con un’intervista al Corriere Della Sera, ripercorrendo i momenti più significativi del loro rapporto.
Solo dieci mesi di differenza ed un legame indissolubile nonostante lei vivesse a Roma e lui a San Giovanni di Sinis dove gestisce il ristorante di famiglia aperto dalla madre e che, in origine, aveva un negozio di artigianato locale.
“Quando da Cabras ci siamo trasferiti qui io avevo 9 anni e Michela 10. Questa era borgata marina che viveva solo d’estate. C’era un pulmino che ci portava a scuola e lei già allora era la leader del gruppo, è proprio nata leader – prosegue nell’intervista al Corsera -. Organizzava escursioni alla scoperta di un mondo diverso dal paese dove eravamo cresciuti. Giocavamo agli esploratori. Andavamo in giro per Tharros. Ci eravamo fatti una cultura sui libri che vendeva nostra madre in negozio e ci piaceva andare lì e immaginare com’era la città di allora”.
L’ultimo saluto e l’ondata di affetto nel giorno dei funerali. Sabato pomeriggio Cristiano Murgia è stato travolto da un’onda di affetto, del bene che le tante persone presenti volevano a sua sorella.
“È stata una festa. Mi hanno colpito l’amore che ho sentito, le parole straordinarie di Chiara Valerio, l’ironia di Lella Costa”. Un dettaglio non è passato inosservato durante la funzione, ovvero la presenza di carciofi: “Per la mia famiglia hanno un significato particolare. Nostra madre, donna fortissima, faceva sempre la battuta: ‘Quando capiterà a me, non spendete soldi in grandi cose, mi mettete dentro una cassettina di carciofi e io sono a posto’. Così quando ho visto quei carciofi mi è venuto un po’ da ridere”.
L’ultima telefonata giovedì mattina, è stata la scrittrice a chiamare il fratello alle 11,14. “È stata l’ultima telefonata che ha fatto, mi ha detto Roberto Saviano. Era sofferente perché i dolori erano fortissimi e non riusciva più a controllarli, ma l’ho trovata consapevole, aveva la voce stanca ma serena, e questa cosa è stata molto importante quando poi sono andato da mia madre. Ci ha dato forza, ancora una volta lei a noi”.
Murgia non conferma se sarà lui a dover disperdere le ceneri in Corea del Sud, non sono ancora state rese note le ultime volontà: “Se così sarà – dice - , sarò orgoglioso e felice di farlo”.
L’intervista poi racconta anche un’altra sfumatura di Murgia, quella di zia: “Regalava tantissimi libri, per imparare a fare gli origami, o i puzzle, il cubo di Rubik. Erano sempre giochi stimolanti. E poi alla festa del paese alle giostre. Era bello vederli insieme”.