Martedì 11 Febbraio 2025
DANIELE DE SALVO E FEDERICO MAGNI
Cronaca

Cristian Mauri e Paolo Bellazzi traditi dalla scarsa visibilità: pensavano di camminare sulla roccia, ma sotto c'era il vuoto

Identificati i corpi dei due skyrunner brianzoli dispersi da sabato in Grignetta: si trovano nel canale Caimi. Intercettato il segnale del cercapersone che indossavano, il recupero per ora è impossibile date le difficili condizioni meteo

Lecco, 11 febbraio 2025 – Cristian e Paolo abbracciati, nel bivacco che sembra un’astronave in cima alla Grignetta. Una foto insieme come quasi tutti i sabati. Un selfie da postare sui social. L’ultimo. Prima di scendere, prima della tormenta, prima di sprofondare nel vuoto. Sono stati trovati i corpi di Cristian Mauri, 48 anni di Vimercate e Paolo Bellazzi, stessa età, di Cambiago, i due escursionisti dispersi da sabato in Grignetta. Sono morti entrambi.

CARDINISDED8A2035B204050BEF9DAC1B50145648RARD9FUJPG-94563322
CARDINI LECCO = RICERCHE DI DUE DISPERSI SUL MONTE GRIGNETTA DA PARTE DI SOCCORSO ALPINO E VIGILI DEL FUOCO CON UTILIZZO ELICOTTERO - DRAGO - DEI VVFF - 9-2-2025

I loro corpi sono stati individuati nel canale Caimi, dove i tecnici del Soccorso alpino, prima di sospendere le ricerche per il buio, li hanno individuati durante l’ultima ricognizione aerea in elicottero: lì sono riusciti a rilevare un segnale con il dispositivo Recco, un sistema per la ricerca delle persone sepolte dalle valanghe che funziona tramite apposite piastrine che i due avevano integrate nelle tute. Sono stati gli amici ad avvisarli che ne erano dotati.

090824220379_CALDEROLA-BARBARA_VIMERCATE_CRISTIAN_MAURI_2_-99IKA
Cristian Mauri, disperso sulla Grignetta

L’avvistamento

“Le verifiche successive hanno permesso di appurare che le informazioni corrispondono alla posizione di almeno uno dei due dispersi”, spiegano dal Soccorso alpino. I soccorritori hanno visto la giacca azzurra di uno dei due affiorare dalla neve. Si trova più o meno a metà del canale, nella zona segnalata già domenica sera dai vigili del fuoco, dopo aver captato il segnale del cellulare di uno dei due con un altro apparato elettronico, l’Imsi-catcher, installato sui loro droni.

L’altro corpo non è visibile, ma si suppone sia lì anch’esso, poco distante. Cristian e Paolo, mentre cercavano di tornare a valle in fretta per sfuggire al maltempo che li ha sorpresi in vetta, devono aver calcato una cresta di neve accumulata dal vento: pensavano sotto ci fosse roccia, invece c’era il vuoto.

La caduta

La cornice deve aver ceduto di schianto e loro sono precipitati di sotto per centinaia di metri. Cristian e Paolo non erano legati, ma il crollo ha trascinato entrambi nel canale. La Grigna meridionale in quel momento era avvolta dalle nuvole basse e nevicava. Con visibilità scarsa quel tratto può diventare una trappola e in passato è stato teatro di diversi incidenti fatali. Per ora i due amici non possono essere riportati a casa, poiché le condizioni rimangono proibitive per il forte rischio di valanghe a causa della neve bagnata e pesante e il meteo avverso.

Il ruolo del meteo

“La zona presenta il rischio di distacco di valanghe, stiamo valutando quando proseguire”, conferma Marco Anemoli, capodelegazione del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana che ieri ha coordinato i suoi uomini dalla centrale operativa del Bione di Lecco. La pessima situazione meteo e a terra ha accompagnato costantemente i tre giorni di ricerche, rendendole estremamente difficili e pericolose, a tratti proibitive.

Ora stanno complicando pure l’ultima parte del vero e proprio tour de force cui si sono sottoposti decine di tecnici del Soccorso alpino, vigili del fuoco, militari della Guardia di finanza, carabinieri: quello del recupero dei corpi di Cristian e Paolo, per restituirli ai familiari e agli amici, che fino all’ultimo hanno sperato in un miracolo che però non si è compiuto né si sarebbe potuto mai compiere. Quando è stato lanciato l’allarme Cristian e Paolo erano infatti già morti.