Uno a uno, palla al centro: si potrebbe rappresentare con una metafora calcistica la mossa della banca francese Crédit Agricole su Banco Bpm. L’istituto guidato da Philippe Brassac sale infatti al 15,1% della banca milanese, rafforzando la propria posizione di primo azionista. E nelle intenzioni della Banque Verte c’è la volontà di arrivare a un soffio dal 20% di Piazza Meda, avendo annunciato l’intenzione di chiedere all’autorità di vigilanza il via libera per salire fino al 19,99% del Banco.
Le tempistiche della mossa francese fanno intendere che si tratti di un intervento a difesa della banca guidata da Giuseppe Castagna, oggetto di un’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Unicredit a fine novembre. Non a caso l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel aveva a sua volta giustificato il lancio dell’Ops in chiave difensiva, avendo saputo le intenzioni del Crédit Agricole di incrementare la propria quota nel Banco. Al supporto della tesi, alcune indiscrezioni di stampa avevano ricostruito una mossa indiretta da parte dei francesi, che avrebbero chiesto a Jp Morgan di mettere al sicuro un pacchetto azionario di Banco Bpm, da lasciare a disposizione di Crédit Agricole una volta ottenuto il via libera dalla Banca d’Italia per scalare fino al 20% del Banco. Da Unicredit ancora nessun commento alla mossa francese, che tuttavia dà a Parigi un potere contrattuale determinante per gli esiti di qualsiasi operazione.
Resta intanto da capire come si svilupperanno almeno altre due partite in corso in ambito nazionale. Se l’operazione Unicredit-Banco Bpm infatti avesse esito positivo, si archivierebbe definitivamente l’ipotesi di un terzo polo bancario formato da Banco Bpm e Monte dei Paschi di Siena, un’operazione che il mercato aveva considerato plausibile anche alla luce della partecipazione acquisita dal Banco in Mps. Sulle possibili nozze con Siena era arrivato persino il plauso del governo, al punto da paventare l’uso del golden power – sarebbe stato il primo caso applicato su una realtà italiana – per scongiurare l’intrusione dell’istituto di Orcel. Dal canto suo per rafforzarsi su Mps, Banco Bpm aveva lanciato a inizio novembre un’opa sulla società di risparmio gestito Anima, che a sua volta era salita al 4% del Monte.
Crédit Agricole per il momento esclude qualsiasi ulteriore passo. L’operazione è "coerente con la strategia di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm", in quanto "rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori", segnala la Banque. Crédit Agricole sottolinea inoltre l’apprezzamento per le "qualità intrinseche del Banco Bpm, ossia un solido business ‘franchise’ con prospettive finanziarie positive".