"Che si fa? Andiamo al Musica o al Peter Pan?". "Musica, Musica: ho rimediato due ingressi ridotti. Al Peter ci andiamo un’altra sera. Ce le facciamo tutte". Giovedì 13 agosto: mezzanotte è passata da poco e Nicolò e Giacomo, 40 anni in due, sono arrivati a Riccione, da Bergamo, soltanto da poche ore. Sognavano questa vacanza da mesi. Non sanno, né loro né tutti gli altri ragazzi che marciano verso l’ingresso della discoteca, che li attende l’ultima notte ‘libera’. Perché da stasera, per effetto della nuova ordinanza varata dalla Regione Emilia Romagna, la mascherina non sarà più un optional, magari da portare tutta la sera al gomito o al polso. Da stasera si balla solo in maschera, pardon in mascherina. Da indossare ogni momento, in ogni situazione: da quando si è in fila all’ingresso a quando ci si scatena in pista. E per stare sul sicuro, l’ordinanza impone ai locali di dimezzare le capienze.
Così cambiano da oggi le regole della notte. Pensare che la mascherina era già obbligatoria prima, in disco, qualora non fosse possibile mantenere la giusta distanza. "Ma che senso ha portare la mascherina in discoteca? Io la indosso solo quand’è strettamente necessario", dice Giorgia, modenese, 20 anni. "Allora dovremmo portarla sempre, anche quando passeggiamo in viale Ceccarini (il ’salotto’ buono di Riccione, con i negozi e i ristoranti alla moda): c’è più assembramento lì che in discoteca", attacca l’amica Matilde, un anno più giovane, mentre beve il suo gin tonic. E poi, "questo virus, siamo sicuri che sia così pericoloso? C’è stato troppo allarmismo, non possiamo mica restare sempre chiusi in casa".
Il problema non si pone proprio, se hai 20 anni o giù di lì. I ragazzi, di rinunciare a uscire e ad andare a ballare, non vogliono sentirne parlare. Sara, Noemi e Manuela hanno scelto la vacanza a Riccione "soltanto perché sapevamo che c’erano parecchie disco aperte. Altrimenti mica venivamo qui". "Per carità – aggiunge Sara – giusti il distanziamento e la mascherina, ma fateci divertire. Io comunque, appena ritorno a casa, faccio il test per il Covid".
Le immagini delle bare in coda sulle strade di Bergamo sembrano già un pallido ricordo per tanti ragazzi. "Non dico che il virus non sia pericoloso, però... si sta esagerando. Quanti sono in realtà i giovani contagiati? E quanti quelli ricoverati?", incalza Marco 21enne di Reggio Emilia. Mentre parla, il deejay del Musica ripete per l’ennesima volta: "Ragazzi, indossate le mascherine e tenete le distanze". Facile dirlo dalla consolle, difficile farlo rispettare. Anche se al Musica ti regalano la mascherina e ti misurano la temperatura prima ancora di entrare, al parcheggio o nel vialetto d’ingresso.
Marco e Melissa, coppia milanese, se ne stanno in un angolo abbracciati a chiaccherare. Impossibile non notarli: sono tra i pochi con la mascherina. "Per forza – dice Melissa – Non si sa mai. Con tutta queste gente". In discoteca sono arrivati con alcuni amici, ma "non abbiamo voglia di ballare. Ci sono troppi ragazzi in pista, troppi...". Per Diletta, 24enne di Ancona, "i locali andavano riaperti con regole diverse. Gli assembramenti sono continui. Non c’è sicurezza". La pensa così pure Christian, 23 anni da Firenze, studente universitario ed ex deejay, arrivato al Musica con gli amici Mirko e Filippo: "A me il mondo della notte sta molto a cuore, ci ho lavorato, ma sono sincero: le discoteche non andavano ancora riaperte, è impossibile mantenere le distanze. E poi che senso ha permetterci di ballare e impedirci di andare all’università?". Nicolò, 22enne bolognese, la pensa come lui: "È assurdo, è incoerente: io mi devo laureare, non posso andare all’università a preparare la tesi, ma posso andare in discoteca... Viva l’Italia delle contraddizioni".
Facciamo notare, a lui e a Christian, che i primi a contraddirsi sono proprio loro, visto che in discoteca ci sono andati comunque. "Eh sì, dai – arrossiscono –. Mica potremo restare sempre chiusi in casa?".