Roma, 30 agosto 2024 - Il Covid sembra rialzare la testa dopo un'estate che ha visto crescere la variante Xec, risultato della "combinazione" di altre due diverse varianti: KS.1.1 e KP.3.3. E i numeri confermano anche in Italia con 15.221 i casi registrati dal 22 al 28 agosto, 11% in più circa rispetto ai 13.690 della settimana precedente.
Aumento decessi
Purtroppo si segnala anche un aumento anche dei decessi, che superano il centinaio: sono 135 i morti nell'ultima settimana, il 36% in più rispetto ai 99 della rilevazione precedente secondo i dati dell'aggiornamento settimanale su Covid-19 pubblicato oggi sul sito del ministero della Salute. In crescita anche i tamponi eseguiti a livello nazionale, 94.171 rispetto ai 72.266 della settimana 15-21 agosto, con un tasso di positività si attesta al 16,2%, era 18,9% nel bollettino precedente.
Lombardia più casi e più morti
La Lombardia è la regione che registra il maggior numero di casi e decessi: 2.562 contagi nella settimana 22-28 agosto rispetto ai 1.796 della precedente, e 66 morti. Quasi 2mila casi in Campania (1.982) e in Lazio (1.934), seguiti da Veneto (1.651) e Puglia (1.597).
Andreoni: "In autunno aumenta"
L'infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali e professore ordinario all'università Tor Vergata di Roma, ha commentato: "Certamente i numeri in crescita del Covid, compresi i decessi che nell'ultima settimana sono arrivati a 135, sono motivo di apprensione perché siamo in un periodo dell'anno in cui la circolazione del virus non è mai stata particolarmente rilevante. In vista dell'autunno occorre un cambio di rotta, la circolazione del virus sarà più importante e la situazione epidemiologica preoccupa perché la campagna vaccinale per il Covid non è ancora decollata". L'invito alle istituzioni di Andreoni: "Alla luce di questi numeri diventa quindi fondamentale che il ministero della Salute promuova e organizzi una campagna vaccinale robusta per vaccinare il maggior numero di soggetti ad alto rischio".
Ciccozzi: “Dobbiamo abituarci”
"Contagi e decessi per Covid-19 in aumento? Tutto normale, è questo l'andamento a cui dobbiamo abituarci. Alla base dei numeri in crescita i maggior spostamenti di italiani e turisti in transito nel nostro Paese. Chi parte o torna dalle vacanze lo fa viaggiando in aereo o in treno, di conseguenza c'è una maggiore circolazione del virus. Unico presidio contro il contagio è la mascherina che, purtroppo, nessuno indossa più". Così all'Adnkronos Salute l'epidemilogo Massimo Ciccozzi commenta i dati dell'aggiornamento settimanale su Covid-19 in Italia, pubblicato oggi sul sito del ministero della Salute. "Fortunatamente i sintomi sono meno importanti ma - avverte Ciccozzi - non per anziani e fragili che sono più vulnerabili e fortemente debilitati dal caldo e che vanno protetti". L'epidemiologo non ha dubbi: "Ad ottobre occorrerà fare il richiamo vaccinale per il Covid e l'influenza, soprattutto per over 70 e fragili", conclude.
Pregliasco: “La variante potrebbe spingere il rialzo”
"Il Covid purtroppo è ancora fra noi, con un andamento ondulante in funzione anche dell'insorgenza e della presenza delle varianti. Questo rialzo" che si osserva nei numeri del virus in Italia "potrebbe essere l'effetto dell'ultima variante Xec", new entry che è in ascesa a livello globale, "e ha una capacità diffusiva e di immunoevasione che sembra essere alta". I dati, almeno per quanto riguarda il numero di casi, "sicuramente sono sottostimati". Molti di questi "sono banali, e ci sono magari anche tanti asintomatici che mantengono quella che è la catena di contagi". E' l'analisi del virologo Fabrizio Pregliasco che commenta l'andamento del contagio da Sars-CoV-2 nel Paese. Secondo l'ultimo bollettino sia i casi che i decessi tornano a crescere, dopo un periodo in cui il trend è stato in calo o stabile. "E' vero - sottolinea il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano - che questa è una patologia nella maggior parte dei casi è banale, che per un giovane può essere approcciata con antinfiammatori. Ma lo vediamo dai numeri in salita dei decessi, è un problema per le persone fragili. Il messaggio è dunque per loro e per gli anziani: in presenza di forme respiratorie, anche dubbie o aspecifiche, facciano comunque un tampone, almeno per loro, per poter fare gli antivirali. Oggi esiste il Paxlovid che evita gli effetti più pesanti per le categorie fragili".
Il dolore è il sintomo più diffuso da Long-Covid
Intanto si susseguono gli studi sul virus, l'ultimo è stato condotto dai ricercatori dell'University College London, UCL, pubblicato su JRSM Open, e sostiene che il dolore potrebbe essere il sintomo più diffuso e grave riferito dai soggetti affetti da Long-Covid. Lo studio ha preso in esame i dati di oltre 1.000 persone in Inghilterra e Galles tra novembre 2020 e marzo 2022. Il dolore, tra cui mal di testa, dolori articolari e mal di stomaco, è stato il sintomo più comune, riportato dal 26,5% dei partecipanti. Altri sintomi diffusi sono stati i problemi neuropsicologici come ansia e depressione, con il 18,4%, affaticamento, con il 14,3% e dispnea, con il 7,4%.
Dieta mediterranea scudo per il Covid
Mentre un altro studio indica la dieta mediterranea come uno scudo efficacie contro il Covid. Per proteggerci dal virus che impazza in diverse aree del mondo, incurante della bella stagione, bisognerebbe iniziare a tavola conclude una revisione sistematica di studi sul tema, condotta da scienziati indonesiani e pubblicata sulla rivista 'Plos One'. Perché proprio la dieta mediterranea? Perché, analizzano gli autori, l'infiammazione è stata ampiamente riconosciuta come un fattore critico nello sviluppo e nel grado di gravità di Covid, e la dieta mediterranea, modello alimentare che consiste principalmente di componenti nutrizionali di origine vegetale, come frutta, verdura, legumi, noci e olio d'oliva, è stata collegata a proprietà antinfiammatorie e a una ridotta probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari. L'indagine ha preso in esame 6 studi con un campione di 55.489 pazienti. Risultato: "Le analisi complessive suggeriscono che un'elevata aderenza alla dieta mediterranea è un fattore protettivo contro il Covid", hanno scritto gli scienziati.