Roma, 16 maggio 2022 - Sono 13.688 i nuovi casi di contagio in Italia oggi secondo il bollettino diffuso dal ministero della Salute. Si tratta del dato più basso dell'anno: per trovare numeri inferiori bisogna risalire al 13 dicembre 2021, quando i contagi furono 12.712. Resta alto il dato dei decessi: 102 le vittime del virus nelle ultime 24 ore. Tornano a salire ricoveri (+99) e terapie intensive (+6). Qui tutti i dati di ieri, 15 maggio
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I dati di oggi
Sono 13.668 i nuovi casi di Covid registrati in Italia nelle ultime 24 ore, contro i 27.162 di ieri e soprattutto i 17.155 contagi di lunedì scorso, a conferma di un trend settimanale in lento ma costante calo. I tamponi processati sono 104.793 (ieri 194.577) con il tasso di positività che scende dal 14% al 13%. I decessi sono 102 (ieri 62). Le vittime totali da inizio pandemia salgono a 165.346. In aumento i ricoveri, come sempre nel post-weekend per le poche dimissioni: i pazienti in terapia intensiva sono 6 in più (ieri +7), con 24 ingressi giornalieri, e sono 353 in tutto, mentre nei reparti ordinari sono 99 in più (ieri -118), 7.631 in tutto.
La regione con il maggior numero di casi odierni è l'Emilia-Romagna con 1.873 contagi, seguita da Lazio (+1.745), Campania (+1.431), Piemonte (+883) e Sicilia (+848). I casi totali dall'inizio della pandemia arrivano a 17.071.649. I dimessi/guariti delle ultime 24 ore sono 29.424 (ieri 30.334) per un totale che sale a 15.923.935. Gli attualmente positivi sono 15.750 in meno (ieri -2.670) per un totale di 982.368. Di questi, 974.384 sono in isolamento domiciliare.
Il bollettino in pdf
Mascherine a scuola
Si riapre intanto lo scontro sulle mascherine a scuola, uno dei luoghi dove è rimasto l'obbligo fino al 15 giugno, e quindi fino alla fine dell'anno scolastico. La richiesta per eliminare il dispotivio in classe arriva dal sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso. "Una richiesta che mi è arrivata anche da tante famiglie, che ci sollecitano ad adottare una misura di buon senso per l'ultima parte dell'anno scolastico - afferma Sasso -. Come Lega lo stiamo chiedendo da diverse settimane, in considerazione sia del miglioramento dei dati epidemiologici sia della brusca impennata delle temperature, che soprattutto nel Mezzogiorno rende davvero difficile seguire le lezioni: oggi, in diversi centri, siamo abbondantemente oltre i 30 gradi".
"Tra l'altro, è ormai dimostrato che a scuola il rischio di contagio riguarda soprattutto le fasi di entrata e di uscita, non certo quando gli studenti sono seduti ognuno al proprio posto. Si potrebbe lasciare l'obbligo di indossare la mascherina solo quando ci si alza dal banco o si circola nei corridoi. Ci appelliamo ancora una volta alle autorità sanitarie affinché i protocolli siano rivisti al più presto: la decisione finale spetta al ministro Speranza, che mi auguro si dimostri più in sintonia con il Paese reale rispetto a quanto fatto finora», conclude il sottosegretario della Lega.
L'appello viene rilanciato da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, che afferma: "Portare le mascherine con queste temperature" esterne, improvvisamente schizzate verso valori estivi, "non solo è un danno perché si soffre ancora di più il caldo". E nemmeno soltanto perché in questa stagione "le mascherine stanno producendo anche delle reazioni cutanee, da riacutizzazioni di acne a eruzioni varie". E' "un danno" soprattutto perché "le mascherine così rischiano di diventare incubatori per batteri e virus che respiriamo". Lo spiega all'Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, dopo l'appello del sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, che chiede di revocare l'obbligo di mascherina a scuola. "Assolutamente via le mascherine, immediatamente", dice l'esperta. "Il microambiente che con le mascherine si produce tra il nostro respiro che potrebbe emettere batteri e virus che incontra, l'umidità del nostro respiro e il caldo - argomenta - è l'incubatore perfetto".
Non si fa attendere la replica del ministro Speranza, che si rifà alla scienza: "Sono valutazioni che deve fare la nostra comunità scientifica. Non sono mai state scelte politiche, sono scelte tecniche che vanno valutate in quanto tali".