Mercoledì 13 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Covid, nuova ondata in Italia. Vaia assicura: “Non si tornerà alla Dad”

Il dirigente del Ministero della Salute: “L’impennata dei casi? Un dato atteso col rientro dalle vacanze. Virus diverso, la malattia grave riguarda soprattutto i pazienti deboli. La campagna vaccinale sarà volontaria"

“Siamo in una nuova fase". Nonostante l’attuale andamento clinico-epidemiologico richieda "attenzione e misure di prudenza" per il direttore generale della programmazione del Ministero della Salute, Francesco Vaia, "non si può tornare indietro" con misure che avevano un senso solo nel periodo di emergenza. Nessun allarme, dunque, ma un appello al "senso di responsabilità".

L'aumento del tasso di positività
L'aumento del tasso di positività

I casi di Covid in Italia vedono un balzo del 44% in sette giorni. Insieme crescono, anche se di poco, ricoveri e decessi. A cosa è dovuto questo boom di contagi?

"Si tratta di un dato atteso, compatibile con il rientro dalle vacanze, con la ripresa delle attività e con la presenza delle nuove varianti, che come sappiamo, da omicron in poi, determinano maggiore contagio, ma minore patogenicità".

Dopo che il Covid sembrava ormai una banale influenza, sul fronte dei sintomi possiamo definire questa variante più aggressiva?

"Come abbiamo spiegato più volte, il virus è cambiato e la malattia grave riguarda oggi prevalentemente i grandi anziani e i fragili. Proprio per questo il Ministero della salute, nell’interesse primario della tutela dei cittadini più fragili, si muove in una duplice direzione: da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale e non obbligatoria rivolta soprattutto alle categorie maggiormente colpite dal Covid. Non è il tempo dell’allarme, ma della prudenza e della responsabilità".

Dopo le recenti disposizioni per i tamponi Covid per l’accesso ai Pronto soccorso e alle Rsa, quali altre misure dobbiamo aspettarci che vengano reintrodotte?

"Ribadisco che le misure adottate fino ad ora sono a tutela dei più fragili: nessun passo indietro dunque. Piuttosto, dobbiamo puntare sulla responsabilità dei cittadini, che tanto ne hanno dimostrata in piena pandemia, e sul buon senso: se una persona ha dei sintomi respiratori dovrebbe evitare di prendere la metro o di andare a trovare i nonni a casa o in Rsa. Il senso di responsabilità naturalmente dovrà continuare a guidare anche le scelte dei direttori sanitari, che dovranno evitare di impiegare personale che manifesta sintomi compatibili con Covid nei setting dove sono assistiti i fragili".

Francesco Vaia, dirigente del ministero della Salute
Francesco Vaia, dirigente del ministero della Salute

In vista della riapertura delle scuole è possibile la reintroduzione di misure di prevenzione come, ad esempio, tamponi, mascherine, isolamento dei positivi o, addirittura la Dad?

"Sono assolutamente contrario alla Dad in questo periodo. I giovani hanno sofferto molto a causa del forzato allontanamento dalla scuola, non sempre del tutto giustificato. Per la scuola abbiamo tante volte parlato di interventi strutturali, vediamo in settimana con la ripresa dell’anno scolastico di fare un punto su quello che è stato fatto finora. Ma evitiamo allarmismi. Per ora vale quanto detto nella circolare dell’11 agosto scorso: chi è positivo non è più soggetto alla misura dell’isolamento, ma è come sempre raccomandato osservare le precauzioni generali e se si hanno sintomi compatibili con Covid sarebbe bene rimanere a casa".

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La campagna vaccinale è destinata solo ad alcune categorie, come anziani, fragili, operatori sanitari. Ritiene che, disponibilità dei vaccini permettendo, dovrebbe essere allargata a tutti?

"La campagna vaccinale autunnale, su base assolutamente volontaria, sarà rivolta prevalentemente a queste categorie, nelle quali la patologia si manifesta in forma più grave, ma il criterio della libera scelta, e quindi della non obbligatorietà della vaccinazione, varrà anche nell’altra direzione: chi vorrà potrà quindi essere vaccinato".

Chi tra agosto e settembre ha avuto il Covid deve effettuare in autunno la vaccinazione contro le nuove varianti o può considerarsi immunizzato?

"Come anticipato nella circolare del 14 agosto, sulla base delle informazioni e delle evidenze scientifiche al momento disponibili, la vaccinazione contro le nuove varianti dovrebbe essere eseguita a distanza di almeno 3 mesi dall’ultima infezione".