Sabato 28 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Covid, asintomatici e tamponi fai da te: tutte le perplessità dei medici di famiglia

Parla il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti

Covid, pazienti all'hotspot di Torino (Ansa)

Roma, 11 settembre 2023 – Non mancano le perplessità sulla gestione della nuova ondata di casi Covid. Con lo stop all'isolamento per i positivi, in concomitanza con il rientro a pieno regime degli italiani al lavoro, e con la risalita dei contagi, i medici di famiglia sono alle prese con la richiesta dei pazienti di certificati di malattia. Con gli asintomatici che qualsiasi test facciano non possono assentarsi dal lavoro e i sintomatici che si presentano con un auto-test, non ufficiale e quindi non valido per il medico di famiglia. Oltretutto i medici di famiglia lamentano eventuali problemi che si potrebbero creare con i medici Inps, in caso di visita di controllo. A delineare il quadro è il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti

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Tamponi e asintomatici

“I medici di famiglia - spiega Scotti - si troveranno a fronteggiare diverse situazioni: quella di pazienti asintomatici ai quali, che abbiano un tampone certificato o un test 'fai da te' non possono avere un certificato di malattia, in quanto non è più previsto per gli asintomatici alcun isolamento e il medico non ha alcuna base di valutazione, tanto più se si tratta di un auto-tampone. Dunque devono andare al lavoro”.  A quel punto cosa succederà? "E' prevedibile - afferma il segretario Fimmg - che, considerando la difficoltà di valutazione oggettiva dei sintomi, si rischia che tutti si professeranno sintomatici".

Pazienti sintomatici

"Altro discorso se mi arriva un paziente sintomatico con test certificato: in tal caso non ci sarà nessun problema, perché nella diagnosi si può descrivere una positività Covid certificata, e il medico valuterà l'evoluzione dei sintomi per durata non più standardizzata sul primo tampone negativo (come era prima) ma sulla scomparsa dei sintomi".

Altro discorso se invece "il paziente è sintomatico ma ha 'solo' un tampone fai da te, il medico potrà fare solo una diagnosi aspecifica - sottolinea - tipo sindrome respiratoria di probabile natura virale, aggiungendo eventualmente la dicitura 'sospetto Covid'”. A quel punto il medico di famiglia, “può invitare il paziente a fare un test ufficiale se vuole una certificazione con indicazione di certezza Covid. Però - fa notare Scotti - la non certezza diagnostica, espressa in assenza del tampone certificato, espone la categoria dei medici fiscali Inps a trovarsi, in caso di visita di controllo, a rischio di contagio”. E ad oggi non ci sono indicazioni dell'Inps sulle procedure certificative dei medici di famiglia né su quelle delle visite di controllo dei medici fiscali, alla luce delle nuove disposizioni su isolamento".

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Cosa fare

Di fronte a tutto ciò, Scotti conclude chiedendosi se "in vista anche della stagione influenzale, non sarebbe forse meglio rimettere i medici di medicina generale nella condizione di fare tamponi di conferma ai loro pazienti. Ma la domanda è - prosegue - chi ce li fornisce? L'azienda sanitaria? L'Inps o li compriamo noi. E poi chi li paga: il cittadino?".

Misure di contenimento 

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), mette in guardia sulla necessità di misure di contenimento se dovessero salire ricoveri e morti: "Al momento il provvedimento del ministro è sostenibile, perché i dati sono ancora veramente molto bassi - osserva il numero uno dei medici italiani - Però, se dovessero cambiare, si dovrà decidere cosa fare. E se salissero ricoveri e morti, vanno rivalutate le politiche. Non solo per la scuola, ma per tutto".