Sabato 27 Luglio 2024

Covid, asintomatici e tamponi fai da te: tutte le perplessità dei medici di famiglia

Parla il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti

Covid, pazienti all'hotspot di Torino (Ansa)

Covid, pazienti all'hotspot di Torino (Ansa)

Roma, 11 settembre 2023 – Non mancano le perplessità sulla gestione della nuova ondata di casi Covid. Con lo stop all'isolamento per i positivi, in concomitanza con il rientro a pieno regime degli italiani al lavoro, e con la risalita dei contagi, i medici di famiglia sono alle prese con la richiesta dei pazienti di certificati di malattia. Con gli asintomatici che qualsiasi test facciano non possono assentarsi dal lavoro e i sintomatici che si presentano con un auto-test, non ufficiale e quindi non valido per il medico di famiglia. Oltretutto i medici di famiglia lamentano eventuali problemi che si potrebbero creare con i medici Inps, in caso di visita di controllo. A delineare il quadro è il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti

Approfondisci:

Covid, arrivano i nuovi vaccini. Da quando e a chi saranno rivolti. Da Ema via libera al nuovo Moderna

Covid, arrivano i nuovi vaccini. Da quando e a chi saranno rivolti. Da Ema via libera al nuovo Moderna
Approfondisci:

Covid Italia, balzo dei contagi (+44% in 7 giorni) e dei decessi (94, +45%). I sintomi delle varianti Eris e Pirola

Covid Italia, balzo dei contagi (+44% in 7 giorni) e dei decessi (94, +45%). I sintomi delle varianti Eris e Pirola

Tamponi e asintomatici

“I medici di famiglia - spiega Scotti - si troveranno a fronteggiare diverse situazioni: quella di pazienti asintomatici ai quali, che abbiano un tampone certificato o un test 'fai da te' non possono avere un certificato di malattia, in quanto non è più previsto per gli asintomatici alcun isolamento e il medico non ha alcuna base di valutazione, tanto più se si tratta di un auto-tampone. Dunque devono andare al lavoro”.  A quel punto cosa succederà? "E' prevedibile - afferma il segretario Fimmg - che, considerando la difficoltà di valutazione oggettiva dei sintomi, si rischia che tutti si professeranno sintomatici".

Pazienti sintomatici

"Altro discorso se mi arriva un paziente sintomatico con test certificato: in tal caso non ci sarà nessun problema, perché nella diagnosi si può descrivere una positività Covid certificata, e il medico valuterà l'evoluzione dei sintomi per durata non più standardizzata sul primo tampone negativo (come era prima) ma sulla scomparsa dei sintomi".

Altro discorso se invece "il paziente è sintomatico ma ha 'solo' un tampone fai da te, il medico potrà fare solo una diagnosi aspecifica - sottolinea - tipo sindrome respiratoria di probabile natura virale, aggiungendo eventualmente la dicitura 'sospetto Covid'”. A quel punto il medico di famiglia, “può invitare il paziente a fare un test ufficiale se vuole una certificazione con indicazione di certezza Covid. Però - fa notare Scotti - la non certezza diagnostica, espressa in assenza del tampone certificato, espone la categoria dei medici fiscali Inps a trovarsi, in caso di visita di controllo, a rischio di contagio”. E ad oggi non ci sono indicazioni dell'Inps sulle procedure certificative dei medici di famiglia né su quelle delle visite di controllo dei medici fiscali, alla luce delle nuove disposizioni su isolamento".

Approfondisci:

Tamponi per Pronto soccorso, Rsa e reparti sanitari a Grosseto: circolare Ministero Salute

Cosa fare

Di fronte a tutto ciò, Scotti conclude chiedendosi se "in vista anche della stagione influenzale, non sarebbe forse meglio rimettere i medici di medicina generale nella condizione di fare tamponi di conferma ai loro pazienti. Ma la domanda è - prosegue - chi ce li fornisce? L'azienda sanitaria? L'Inps o li compriamo noi. E poi chi li paga: il cittadino?".

Misure di contenimento 

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), mette in guardia sulla necessità di misure di contenimento se dovessero salire ricoveri e morti: "Al momento il provvedimento del ministro è sostenibile, perché i dati sono ancora veramente molto bassi - osserva il numero uno dei medici italiani - Però, se dovessero cambiare, si dovrà decidere cosa fare. E se salissero ricoveri e morti, vanno rivalutate le politiche. Non solo per la scuola, ma per tutto".