Roma, 24 ottobre 2022 - Ancora in leggero calo la curva epidemica in Italia. Sono 11.606 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, contro i 25.554 di ieri e soprattutto i 13.439 di lunedì scorso. Il numero dei tamponi ha subito il solito brusco calo del fine settimana: i test processati sono stati 80.319 (ieri 161.787) con un tasso di positività che dal 15,7% scende al 14,4%. I decessi sono 39 (ieri 52), per un totale da inizio pandemia di 178.633. Le terapie intensive scendono di 3 unità (ieri +2) e con 23 ingressi del giorno diventano 226 in tutto; i ricoveri invece aumentano di 107 unità (ieri -30), per un totale di 7.124.
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I dati delle regioni
La regione con il maggior numero di casi giornalieri è l'Emilia-Romagna con 1.705 contagi, seguita da Lombardia (+1.640), Lazio (+1.535) e Veneto (+1.040).
Eliminare il bollettino: il dibattito
Il bollettino Covid (forse) ha i giorni contati. Oggi dopo una dichiarazione di Francesco Vaia, direttore dell'Istituto Spallanzani di Roma, si è riacceso il dibattito sulla necessità di pubblicare i dati giornalieri. In un'intervista su Libero, Vaia sostiene che il bollettino quotidiano contenga dati che sono "per forza poco precisi nel delineare il quadro clinico reale", quindi va eliminato. Il direttore si riferisce soprattutto al numero di decessi, che "non preoccupa affatto". E' d'accordo anche Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, che propone come alternativa "la sola pubblicazione di un bollettino settimanale". Si aggiunge ancora al gruppo pro-eliminazione Matteo Bassetti: "Ora che arriva l'influenza che facciamo un bollettino con tutti i casi ogni giorno? Dobbiamo cambiare", commenta. In ogni caso, anche se si vuole continuare con la pubblicazione giornaliera, secondo l'infettivologo "va migliorato, inserendo ad esempio quanti stanno male o quanti sono asintomatici". Lo psichiatra Claudio Mencacci avverte che "il bollettino 'di guerra' rischia di diventare un generatore di paura e non di prudenza", e ritiene che possa essere utile toglierlo, ma sempre "a patto che vengano promossi comportamenti prudenziali, come la mascherina e la vaccinazione".
Tuttavia, non tutti gli esperti condividono questa visione. Il direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, è "assolutamente contrario all'eventuale cancellazione", perché rappresenterebbe un "atteggiamento protettivo dell'opinione pubblica", che così "si presuppone composta da persone irresponsabili a cui celare le cose". Secondo il direttore è essenziale che i dati vengano "riferiti con trasparenza fino alla fine dell'epidemia", poiché tutti hanno diritto all'informazione.
Anche Walter Ricciardi, docente di Igiene dell'Università Cattolica, ribadisce l'importanza della trasparenza e dell'accessibilità dei dati per tutti, "ma il come comunicarli e spiegarli è una scelta del Governo e delle istituzioni. L'importante è che tutti gli attori coinvolti possano accedere alle informazioni", aggiunge. "Ciò a cui non si può assolutamente rinunciare", continua Ricciardi, è che "chi deve prendere decisioni lo possa fare sulla base di elementi oggettivi". "Faccio riferimento a quello che ha detto ieri Giorgio Parisi", Nobel per la Fisica, "ovvero che la politica viaggia su una strada buia che può essere illuminata solo dalla scienza".