Giovedì 21 Novembre 2024
FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Covid: indagati Conte, Speranza e Fontana. Ecco le accuse contro chi gestì la pandemia

Diciannove i politici e gli amministratori nel mirino dei pm sui morti per il virus in Lombardia. Nel fascicolo dei magistrati la relazione tecnica del microbiologo (e ora senatore dem) Crisanti

La linea guida con cui si è mossa la procura di Bergamo è stata la relazione tecnica del consulente, il microbiologo Andrea Crisanti, ora senatore eletto nelle file del Pd. Se si fosse chiuso, riferendosi all’ospedale di Alzano Lombardo, si sarebbero potute evitare migliaia di morti. La diffusione del virus fu sottovalutata nonostante i dati a disposizione da settimane indicassero che la situazione a Bergamo stava precipitando, in particolare in Val Seriana, dove erano già stati inviati carabinieri e polizia pronti per chiudere i confini.

Diciannove indagati illustri

Ma la zona rossa non venne mai istituita, i militari furono richiamati. Era solo l’inizio di quello che sarebbe accaduto e che rimarrà nella storia. E proprio la mancata chiusura è uno dei fronti principali dell’inchiesta della procura di Bergamo per epidemia colposa, che ora chiude con 19 indagati. I nomi di spicco sono quelli dell’allora premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza.

L'ex ministro Speranza

"Ho sempre pensato - ha detto Speranza - che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina e onore nell’esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura". Anche Conte ha voluto commentare: "Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica".

Tutti gli indagati

Ci sono poi il governatore della Lombardia (confermato alle ultime elezioni regionali) Attilio Fontana ("Era stato sentito come persona informata sui fatti e da allora silenzio assoluto", commenta l’avvocato del presidente Jacopo Pensa) con il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera e, di nuovo a Roma, ma sul lato meno politico e più "tecnico", il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, quello dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico nella prima fase dell’emergenza Agostino Miozzo.

La zona rossa

Secondo l’ipotesi dei pm di Bergamo, sulla base della consulenza affidata ad Andrea Crisanti, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe evitato migliaia di morti: se fosse stata istituita il 27 febbraio, le vittime in meno sarebbero state 4.148; al 3 marzo, invece, 2.659 in meno. Per Conte e Speranza, che risulterebbero iscritti per questo capitolo, gli atti verranno inviati al Tribunale per i ministri di Brescia.

Il piano pandemico

La mancata zona rossa è centrale, ma gli inquirenti hanno tenuto la lente puntata anche sugli altri capitoli fin da subito emersi. Da una parte c’è il mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico, fermo al 2006, sia a livello centrale sia regionale.

L'ospedale di Alzano

Dall’altra , c’è la vicenda dell’ospedale di Alzano Lombardo, stretto tra Bergamo e Nembro, l’epicentro, allora, del contagio. E cosi a tre anni dall’inizio della pandemia la procura ha chiuso l’indagine sulla gestione della prima ondata. La Guardia di finanza ha avviato le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Per l’ex premier Conte – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo – e l’ex ministro Speranza – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio – si prepara la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri. E ancora. Tra i diversi dirigenti chiave del ministero della Salute indagati anche l’allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

Il bollettino della settimana 24 febbraio-2 marzo