Gli italiani entrati in contatto con il virus e che hanno sviluppato una risposta immunitaria sono il 2,5% della popolazione. Sono 1 milione 482 mila le persone che hanno sviluppato gli anticorpi per il Sars-Cov-2: è sei volte le cifre dei contagiati scoperti sinora. A rivelarlo sono primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza sul virus condotta dal ministero della Salute e Istat dal 25 maggio al 15 luglio. I dati sono relativi a 66.640 persone, poco meno della metà delle 150 mila che sono state interpellate dall’Istat, ma sono comunque rappresentativi della popolazione, e quindi statisticamente significativi. Ieri in Italia i contagi sono calati a 159 (domenica erano stati 239) e i morti sono saliti a 12 a fronte degli 8 del giorno prima.
Il bollettino di oggi 4 agosto
"L’incidenza della sieropositività è straordinariamente diversificata sul territorio, anche all’interno della stessa regione – ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli – con un’incidenza minore in particolare nelle regioni meridionali e insulari". In Lombardia è del 7,5%, con picchi del 24% a Bergamo e del 19% a Cremona (e anche a Piacenza è superiore al 10%). Da sola la Lombardia raccoglie il 51% delle persone che hanno sviluppato anticorpi. Questo non sorprende, perché in Lombardia, dove risede un sesto della popolazione italiana, si è concentrato il 49% dei morti per il virus e il 39% dei contagiati ufficiali. Bolzano è al 3.3%, la Liguria e Trento al 3,1%, il Piemonte al 3%, l’Emilia-Romagna al 2.8%, il Veneto all’1,9%. Nelle Marche è del 2,7%, in Friuli, Toscana e Lazio dell’1% ed è ancora più bassa al Centro-Sud. Puglia, Umbria, Basilicata, Campania, Molise, Calabria, Sardegna, Sicilia hanno un dato inferiore all’1%. Tra chi ha sviluppato sviluppato una risposta immunitaria gli asintomatici sono il 27,3%, le persone che hanno sviluppato solo uno o due sintomi (ad esempio febbre, il 27,8% o tosse il 21,6%, o mal di testa il 19,2%) sono il 23,4%: facile per loro non avere la consapevolezza di aver incontrato e superato senza troppi problemi il Coronavirus.
"Il dato 2,5% di sieroprevalenza – ha detto il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo – vuol dire che la probabilità di incontrare una persona positiva è di 2,5: se in un giorno incontro 20 persone, ho il 50% di possibilità di incontrare una persona positiva". Per questo il presidente della Croce Rossa ha ribadito l’importanza dell’uso delle mascherine e del distanziamento sociale per contenere il contagio: "Come Istat – ha aggiunto Blangiardo – vorremmo mettere in piedi un osservatorio per l’identificazione tempestiva di focolai epidemici attraverso un sistema di allerta che tenga conto di aspetti socioeconomici, per capire come alcune situazioni possono aumentare il rischio".
Molto interessante è l’analisi fine dei dati con la quale si scopre che chi ha avuto contatti con un familiare convivente infettato da Sars-Cov-2 ha sviluppato anticorpi nel 41,7% dei casi; la prevalenza si abbassa al 15,9% se il familiare non risulta convivente, restando tuttavia largamente superiore al valore medio che contraddistingue l’intera popolazione. Il tasso è del 11,6% per contatti tra colleghi di lavoro. I sanitari sono i lavoratori più colpiti,con un tasso medio del 5,6%, compreso in una forchetta tra il 3,8 e il 6.8%. Media superiore anche per i casi registrati nella ristorazione (4,1%)."Lo studio – ha sottolineato Locatelli – ci permette di definire in modo più preciso il tasso di letalità, che scende al 2,5%: una cifra in linea con i dati internazionali".
"I dati emersi – ha commentato il ministro della Sanità Roberto Speranza – ci confermano che la prudenza e le misure di contenimento adottate dal governo insieme ai comportamenti corretti dei cittadini hanno limitato la diffusione del contagio. Non abbassiamo la guardia, anche se siamo fuori dalla tempesta non siamo ancora in un porto sicuro".