Giovedì 28 Novembre 2024
ALESSANDRO BELARDETTI
Cronaca

"Covid ha scatenato il delirio di Viviana Parisi. Voleva salvare Gioele. E l’ha ucciso"

Il professore del caso Cogne: "Ha scavalcato il guardrail perché si sentiva braccata. Ma il giallo non è chiuso"

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Professor Renato Ariatti, con il ritrovamento del corpicino di Gioele, il giallo di Caronia è risolto?

"No. Il corpo è talmente martoriato che parlerà relativamente. Se stringiamo il cerchio delle piste, resta l’omicidio-suicidio altruistico. Una fine beffarda: nella mente malata di chi vive una depressione patologica delirante, l’uccidere è vissuto come gesto estremo d’amore verso la vittima. Dargli la morte significa sottrarla a una realtà tragica".

Perché una madre, dopo un incidente, scavalca il guardrail con in braccio suo figlio e si inoltra nella boscaglia?

"Fugge da qualcosa, si sente braccata, inseguita dai fantasmi. C’è confusione, angoscia, panico estremo. L’impressione che Viviana dà è di una donna che vive una persecuzione. Il gesto di scavalcare le barriere stradali mostra una persona tormentata e inseguita da spettri di rovina. L’aspetto della persecuzione diventa delirante nella depressione. Il suicidio, dopo l’omicidio, è una via d’uscita".

Aveva già deciso tutto?

"Forse. Ma dire al marito che doveva comprare le scarpe è una manifestazione di apparente lucidità. Può trarre in inganno perché c’è logica".

Lei ha studiato il caso di Cogne: ci sono parallelismi tra la dj e Annamaria Franzoni?

"A Cogne non c’è mai stato un tentativo di suicidio e la Franzoni dice che non ha fatto niente".

La 43enne aveva un certificato con diagnosi paranoica ed era stata anche ricoverata. Il lockdown e il montare della paura per il Coronavirus cosa può avere scatenato nella sua testa?

"L’emergenza Covid può aver scatenato la paura della morte, del contagio incombente, o della deriva economica. Il figlio è diventata un’appendice di sé in una visione delirante del mondo".

Il marito dice: "Mia moglie amava Gioele e non le avrebbe mai fatto del male". Così ha lasciato solo suo figlio con una donna in quelle condizioni e senza cellulare.

"Molti pazienti occultano i disagi profondi. I sintomi psichiatrici c’erano, ma aspettarsi che nella patologia ci sia l’idea del gesto estremo, non è scontato. Ho visitato padri che hanno soppresso i figli e fino al giorno prima erano apparentemente ’normali’. In quei casi è possibile studiare i segnali premonitori perché il suicidio è mancato. Ma a Caronia è diverso".