La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, se la prende con i sindacati ("Sabotano la ripartenza"), ma in realtà non manca tra gli insegnanti un diffuso senso di paura per i rischi di contagio connessi alle lezioni in presenza. Di questo sentiment i social, se non le dichiarazioni ufficiali, sono pieni. Basta avere accesso a uno dei gruppi Facebook che riuniscono docenti e scorrere i post, quasi tutti con nome e cognome, scritti da insegnanti di tutta Italia – da Palermo a Milano, da Brescia a Taranto, da Bologna a Napoli e Firenze – in cui questi timori diventano palpabili.
Coronavirus Italia, il bollettino del 22 agosto
La domanda viene posta in modo diretto in un post: "Siete pro o contro l’apertura a settembre dell’anno scolastico?". I commenti sono, in poche ore, quasi 650. E la maggioranza è per il no. Il refrain è "così, contro", perché, spiega Marta, "non dobbiamo rimetterci né noi né i nostri alunni" e perché, attacca Valeria, "non hanno fatto nulla per il rientro in sicurezza". "Riaprire la scuola? No! – osserva in un altro gruppo Fb Beatrice – Troppe cose che non possono essere realizzate, troppa confusione". E dunque che fare? Secondo Roberta "si dovrebbe riaprire dopo le votazioni", quindi dopo il 20-21 settembre. C’è anche chi è a favore come Alessia che dice "sì, ma con classi dimezzate". O come Valentina: "Pro o contro? Pro pro pro, la scuola deve andare avanti".
C’è poi un capitolo specifico sulle misure di prevenzione. "La sicurezza del metro di distanza è molto discutibile – osserva Chiara –, io prenderei lo schermo di plexiglas come i farmacisti e i tabaccai, perché noi no?". C’è chi risponde che "la scuola non è solo dove si interroga, è il luogo dove si impara a stare a contatto: nascosta dietro al plexiglas come lo fai?". Ma per tanti la soluzione è una: "Distanza e finestre aperte anche a gennaio".
La mancanza di certezze sul campione di studenti a cui sarà fatto il test contribuisce ad alimentare timori. Anche Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola ammette la troppa confusione su questo aspetto. Il test sierologico ai lavoratori della scuola "rischia di essere inutile" se mancherà all’appello un campione significativo dei ragazzi, i più colpiti dal Covid in queste ultime settimane. E poi ci sono gli insegnanti over 55 che vengono definiti "lavoratori fragili". Tanti post e non manca chi lancia l’allarme: "Vi avviso che farete molta fatica a respirare e insegnare per via del filtraggio" della mascherina raccomandata in questi casi, la Ffp2 o la Ffp3.
In tutto questo, ma appartiene al capitolo genitori, non mancano i negazionisti del Covid, genitori scettici contrari alle linee guida ministeriali per riaprire la scuola. In questo senso sono giunte ai dirigenti scolastici richieste, racconta Antonello Giannelli dell’Associazione nazionale presidi, "impropriamente qualificate diffide dai mittenti" ma sono "atti privi di fondamento che, sulla base di inconsistenti argomentazioni pseudogiuridiche e pseudosanitarie, puntano a intimorire i colleghi per non far riprendere regolarmente le attività scolastiche".