Sofia
Ventura
Non è un bel cadeau quello che Berlusconi ha fatto a Meloni, parlando ai deputati del suo partito dello scambio di regali con Putin in occasione del suo compleanno. Meloni che vuole convincere del suo atlantismo, mentre l’alleato parla di affettuosità scambiate con l’invasore dell’Ucraina. Lo avrà fatto per metterla in imbarazzo? Ma in imbarazzo ha messo anche Tajani, ministro azzurro degli Esteri in pectore, che è corso a smentire ciò che però è ormai agli atti del web. Certo è che Berlusconi e il suo partito non renderanno molto facile la vita del governo della prima premier donna in Italia. Prima lo scontro al Senato sull’elezione di La Russa, con tanto di foglietto in bella vista con appuntati i difetti di Meloni. Quindi l’incontro riappacificatore nella sede di FdI, un cedimento dell’anziano leader alla nuova guida della destra. Infine, le parole in libertà di ieri, quasi a voler cancellare il riavvicinamento del giorno prima: da Putin alla notizia di Casellati ministro della Giustizia, spacciata come certa non essendolo affatto. Questi episodi, tuttavia, non meravigliano, poiché sono l’espressione di un partito dove politica, istituzioni e vita privata del signore si intrecciano da sempre, con una recrudescenza negli anni recenti. La degenerazione privatistica di un partito carismatico che non ha mai avuto alcuno spazio di autonomia dal suo leader. E che in tale modalità ‘cortigiana’ di concepire la politica sta esaurendo ogni suo politicità, per esprimere essenzialmente capricci ed interessi personali. Per questo i comportamenti del leader e di vari suoi fedelissimi rimarranno imprevedibili, orientati essenzialmente dal desiderio di continuare a contare. E anche per questo è vano domandarsi se Forza Italia potrà svolgere un ruolo moderatore in una coalizione di destra-destra, come ha fatto il New York Times: svolgerà il ruolo che più converrà al capo e al suo cerchio magico.