Roma, 22 novembre 2024 – La mamma che nel Torinese ha annegato la piccola di 10 mesi nella vasca da bagno per poi cercare di togliersi la vita era seguita da uno psicologo. Stava provando a riemergere da quella depressione post partum che l’aveva presa e dalla quale però non è riuscita a guarire, compiendo l’irreparabile.
Ma quando si parla di depressione post partum, cos’è esattamente e in che modo si differenzia dalla più comune ‘malinconia’ che fa seguito alla nascita del proprio figlio, il cosiddetto ‘baby blues’?
Cos’è la depressione post partum
La depressione post partum è una vera e propria forma di depressione che, se individuata, può essere curata e guarita, ma che trascurata può portare a pensieri e comportamenti pericolosi per la vita.
Come spiega il ministero della Salute, la depressione post partum “colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio, con episodi che durano tipicamente da 2 a 6 mesi. La donna si sente triste senza motivo, irritabile, facile al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che la attendono”. Mentre il 70-80% delle puerpere viene colpito da baby blues che tende a rientrare spontaneamente in tempi brevi, ll 10-15% delle neo mamme va invece incontro ad un vero e proprio stato depressivo che non tende a scomparire spontaneamente; delle mamme che non si curano il 50% è ancora depresso dopo 6 mesi e il 25% ancora dopo un anno.
I segnali della depressione post partum
E’ fondamentale riconoscere i segnali che possono permettere di distinguere il fisiologico baby blues dalla depressione vera e propria. E’ importante chiedere aiuto quando:
- il malessere arriva circa un mese dopo il parto
- interferisce con le attività quotidiane, compresa la cura del proprio bambino
- dura più di due settimane e non va a diminuire ma, anzi, aumenta
Le differenze con il baby blues
Come sottolineato dall’istituto San Raffaele di Milano, la differenza della depressione post partum dal baby blues sta proprio nel fatto che quest’ultimo è una condizione transitoria e reversibile, che inizia quasi subito dopo il parto ma tende a sparire nell’arco di due settimane. Tra i sintomi rientrano il pianto improvviso della neo mamma, l’umore instabile, il senso di inadeguatezza, tristezza immotivata e irritabilità.
Come prevenire la depressione e cosa fare se non se ne va
A volte la cosa più difficile per una donna che ha appena partorito è proprio riconoscere quei sentimenti negativi e soprattutto manifestarli quando attorno il sentimento predominante è quello della gioia per la nascita di un bambino. E’ difficile dunque aprirsi con le persone vicine senza sentirsi giudicate. Ma proprio perché è scientificamente comprovato che la depressione è un disturbo prevenibile, la cura migliore è la prevenzione, come attestano i dati della letteratura scientifica. E quindi il riconoscimento dei fattori di rischio che se riconosciuti per tempo consentono di intervenire in anticipo.
Come sottolineato ancora dal ministero della Salute, “è estremamente importante implementare azioni integrate fra diversi settori e a diversi livelli per favorire l’inclusione sociale e garantire il coinvolgimento dell’intera comunità”.
Quando il malessere però arriva e persiste oltre i tempi fisiologici della malinconia post partum, l’unica terapia possibile è sottoporlo all’attenzione dello specialista e intraprendere un percorso psicologico. La depressione, se individuata, può essere curata e guarita. Se non riconosciuta, può interferire con le capacità della mamma di instaurare un rapporto positivo con il proprio bambino, sviluppando “conseguenze negative a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino”.
In extrema ratio, può portare a pensieri o comportamenti pericolosi per la vita.
Lo psichiatra Giancarlo Cerveri, membro del Consiglio della Società Italiana di Psichiatria, ricorda come il periodo post gravidanza sia "una fase di grandissima fragilità. Bisogna fare attenzione ai segnali d'allarme. Tantissimi studi hanno evidenziato come fisiologicamente c'è una deflessione del tono dell'umore transitorio che in molti casi recede spontaneamente ma alcune donne, purtroppo, vanno incontro a una condizione depressiva molto grave, persistente, e che in alcuni casi può trasformarsi in quella che viene chiamata psicosi post partum in cui la condizione psichica della madre diventa ancora più grave".