Sauro Pari, presidente della Fondazione cetacea di Riccione, parla con voce pacata e pesa le parole. Conosce gli squali, oltre che le tartarughe e i cetacei (che spesso vengono recuperati e curati), per gli studi approfonditi ai quali insieme al suo staff di biologi ed esperti si dedica da anni. Sa che l’argomento ha necessità di massimo equilibrio.
Il Mar Rosso è una zona a rischio?
"Un’aggressione è sempre possibile, ma ritengo che il Mar Rosso non sia un’area da considerare generalmente pericolosa. Ci possono essere alcune zone sensibili, ma di solito sono segnalate. Quello di Marsa Alam mi pare un episodio inusuale".
La presenza di turisti può attirare gli squali?
"Normalmente no. Lo squalo ha una vista limitata e tende a stare alla larga dall’uomo, anche perché non si nutre di carne umana. Colpisce e scappa. Se attacca lo fa con motivazioni errate per istinto".
Cosa significa?
"Può pensare, sbagliandosi, di trovarsi di fronte a una preda, oppure aggredisce per paura, credendo di doversi difendere. O ancora una ferita può rilasciare sangue e allora può attrarre l’animale".
Perché i surfisti sono spesso nel mirino?
"C’è un motivo. L’animale da sotto a volte percepisce la sagoma come se fosse una foca, preda di cui è ghiotto. E allora può diventare pericoloso".
Quanti sono gli attacchi nel mondo in un anno?
"Circa un centinaio, ma quelli mortali sono una decina. Se volessimo fare un esempio si muore più frequentemente per la puntura di un’ape".
Cosa fare nel caso di un incontro ravvicinato?
"Conviene mantenere la calma e restare, per quanto possibile, immobili. C’è chi ha colpito lo squalo sul muso, lui si spaventa e se ne va. Ma consiglierei la prima soluzione".
Il clima può influire sulla presenza dello squalo?
"Non per quanto riguarda esso stesso, che comunque gradisce i mari caldi. Piuttosto il clima influisce sugli spostamenti dei pesci di cui si ciba e quindi segue la presenza delle prede. Il riscaldamento dell’ambiente porterà purtroppo molte modifiche nella fauna ittica".
Perché a volte si avvicinano alla spiaggia?
"È poco frequente, ma può accadere. Se succede è dovuto al fatto che cercano prede, è la caccia che determina i loro movimenti. Non l’istinto di assalire l’uomo".
Come distinguere i punti pericolosi?
"Devono essere rigorosamente segnalati dagli operatori di spiaggia".
Quali sono le zone con maggiore affollamento di squali?
"Due luoghi che hanno lo stesso nome, Baia degli squali appunto, si trovano in Australia e in Sudafrica".
Nel Mar Adriatico ci sono?
"Certo e noi li monitoriamo. Se ne contano sei specie, tra cui lo squalo volpe che può arrivare a sei metri lunghezza e la verdesca che misura 3-4 metri".
Qual è l’esemplare considerato più pericoloso?
"Lo squalo bianco, che può misurare fino a sette metri".
Lo squalo, il film di Steven Spielberg ha reso famoso questo abitante degli abissi.
"Purtroppo sì. Lo ha dipinto come un mostro. Ma in natura queste situazioni non esistono. È una pellicola che ha creato un allarmismo eccessivo. Gli squali sono pericolosi come altri animali".