Sabato 21 Dicembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Corteo pro Palestina. Sassi e bombe carta. Scontri nella Capitale, trenta agenti feriti

Incidenti alla manifestazione vietata dalla Questura, contusi due ragazzi. La polizia usa idranti e lacrimogeni. Fermate quattro persone, due denunciati.

Incidenti alla manifestazione vietata dalla Questura, contusi due ragazzi. La polizia usa idranti e lacrimogeni. Fermate quattro persone, due denunciati.

Incidenti alla manifestazione vietata dalla Questura, contusi due ragazzi. La polizia usa idranti e lacrimogeni. Fermate quattro persone, due denunciati.

Le bottiglie e le bombe carta contro gli agenti. I manifestanti incappucciati. Il palo della segnaletica stradale lanciato contro le forze dell’ordine. E poi le cariche, i lacrimogeni, gli idranti. Sono da poco passate le 17.30 quando a piazzale Ostiense, a Roma, cominciano gli scontri tra manifestanti e polizia. Fino all’ultimo il corteo Pro-Palestina aveva trattato per muoversi da Piramide senza successo con la Digos. Alla fine avevano deciso di fare soltanto il giro della piazza. Ma una volta arrivati all’inizio di via Ostiense le esplosioni annunciano l’inizio del caos. Due ragazzi e una ragazza rimangono feriti alla testa e perdono sangue. Un poliziotto finisce colpito alle gambe. E alla fine quasi tutti tra i diecimila (per gli organizzatori) o seimila (per la questura) presenti si allontanano dalla piazza mentre l’aria è irrespirabile per il fumo e in lontananza si sentono le sirene delle ambulanze e della polizia. Altri partono con un corteo spontaneo verso via Marco Polo: "Vogliamo Gaza libera".

Alle 2 del pomeriggio la piazza è già abbastanza piena mentre le forze dell’ordine chiudono tutte le strade di uscita. Lo schieramento è imponente in tutte le vie di fuga. La questura ha già controllato 1.600 persone: 38 riceveranno il foglio di via e non potranno arrivare in zona. Il corteo organizzato da Giovani Palestinesi e Unione Democratica Arabo-Palestinese (Udap) non ha ottenuto il via libera e piove ma in piazza sventolano le bandiere della Palestina, del Libano e della Siria ma anche quelle dei Cobas, di Usb, di Potere al Popolo, dell’Arci, dei Carc e del Partito Marxista Leninista Italiano. C’è pure, scrive l’Ansa, il vessillo giallo di Hezbollah nella zona dei militanti libanesi. "Palestina e Libano unite: fermiamo il genocidio con la resistenza!", recita lo striscione in italiano e arabo che i manifestanti, tra i quali molte ragazze e donne, reggono all’entrata della piazza. "Se non cambierà Intifada pure qua" e "From the river to the sea Palestine will be free (dal fiume al mare la Palestina sarà libera, ndr)" i cori che si sentono, oltre alle accuse a Israele ("criminale") e al "sionismo".

Sul palco improvvisato gli interventi dei Giovani Palestinesi e di Udap se la prendono prima di tutto con il divieto di manifestare: "Ma quale ordine pubblico, è stato un ordine politico. Noi siamo qui per commemorare i nostri morti e chiedere la fine dei bombardamenti". Negli interventi si criticano "i rapporti tra il governo Meloni e l’industria bellica italiana, che ha fornito la tecnologia con cui Israele bombarda le nostre famiglie". In Italia, in Palestina, in Libano, in Iraq "e in tutto il mondo colonizzato la nostra parola d’ordine è libertà", dice una ragazza. "Oggi ci è stato detto che il divieto era per garantire la pace. Ma noi sappiamo che è arrivato per garantire la guerra. Oggi siamo tanti, ma potremmo essere di più se questo non fosse uno Stato fascista", urla mentre la folla risponde: "Vergogna".

In serata gli agenti in tenuta antisommossa si schierano in piazzale dei Partigiani mentre un elicottero continua a sorvolare la zona. I manifestanti urlano "Via la polizia" mentre arrivano anche i blindati. Alla fine gli agenti feriti sono 30, quattro i fermati: due vengono denunciati a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. E il ministero dell’Interno fa sapere che "quanto avvenuto oggi a Roma è la conferma delle ragioni alla base del divieto. Il primo fattore critico era rappresentato dagli infiltrati pronti ad attaccare obiettivi sensibili oltre che le forze di polizia, come poi effettivamente avvenuto a piazzale Ostiense. Il secondo erano le possibili provocazioni e gli scontri nel centro di Roma. Le immagini di oggi hanno confermato la previsione".