Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Cortei pro Palestina, il rischio infiltrazioni: “Gruppi di antagonisti cercheranno gli scontri”

Monitorati collettivi e galassia anarchica. Fonte dei Servizi: l’obiettivo è il caos. “Allarme terrorismo, autoradicalizzati potrebbero agire con coltelli o auto”

Roma, 4 ottobre 2024 – Sabato si incroceranno due piani, uno di ordine pubblico e uno di prevenzione antiterrorismo. “Sul piano della gestione dell’ordine pubblico – osserva una fonte dei nostri servizi di sicurezza – chi ha competenza della gestione della piazza ha grande esperienza e avvierà una serie di misure sempre previste in caso di manifestazioni sensibili: controlli a cerchi concentrici più intensi mano a mano che ci si avvicina al luogo dell’evento, controlli lungo le tratte ferroviarie e autostradali, monitoraggio dei canali social e attivazione di ogni fonte, tralasciamo i dettagli, che può avere contezza di quello che accadrà, consentendoci di agire in via preventiva o comunque di disporre di adeguate forze in piazza e di avere in ogni caso una consapevolezza del possibile sviluppo dell’evento”.

Nella foto d’archivio, un corteo pro Palestina nei mesi scorsi
Nella foto d’archivio, un corteo pro Palestina nei mesi scorsi

Sul primo piano, si osserva, particolarmente monitorati saranno i collettivi, specialmente quelli attivi sul fronte antisionista, e, soprattutto, l’area anarco-insurrezionalista e l’oltranzismo marxista leninista. Quest’ultima area è cerchiata di rosso. “È in questo ambito – si osserva infatti in un documento del Dis – che lo storico sostegno alla resistenza palestinese ha lasciato spazio anche a interpretazioni di maggiore radicalità e intransigenza che si sono spinte a giustificare l’attacco armato di Hamas contro quello che loro chiamano ‘colonialismo sionista’”. Come è avvenuto nei giorni scorsi in un post sui social, che con le sue tesi deliranti e giustificazioniste del 7 ottobre, ha costituito il principale appiglio per vietare la manifestazione. Ma i nostri apparati di sicurezza si attendono che specialmente marxisti-leninisti e collettivi si infiltreranno eccome alla manifestazione.

"Le tecniche di infiltrazione – osserva la fonte – sono le stesse dalla fine degli anni ’60 e puntano a inserire nel corteo piccoli gruppi pronti allo scontro con le forze dell’ordine, in modo da provocare la reazione e causare, sostanzialmente per autodifesa e paura delle cariche, la mobilitazione occasionale anche di una parte dei manifestanti originariamente non violenti. L’obiettivo è quello di avere scontri diffusi incendiando auto e cassonetti e distruggendo vetrine e possibilmente qualche mezzo delle forze dell’ordine: quanto basta per avere i titoli dei giornali”. È uno scenario già visto migliaia di volte

Ma stavolta c’è una attenzione particolare all’antiterrorismo: “Sinora, a un anno dal 7 ottobre – sottolinea la fonte – non abbiamo registrato infiltrazioni di terroristi anti israeliani, palestinesi o altro, in Italia. Quello che ci preoccupa non è tanto un flusso di terroristi dall’estero ma individui autoradicalizzati, che possono agire da soli, magari usando come arma un coltello o un’auto, per colpire ebrei, americani, militari e forze dell’ordine. Qualcosa di simile a quello che fece a inizio febbraio di quest’anno Dani Moh’d Hakam Taleb, un giovane di origine giordano-palestinese che si rese responsabile del lancio di bottiglie incendiarie contro il Consolato americano di Firenze: era un autoradicalizzato. Contro soggetti simili, vigiliamo”.

Per intercettare questi segnali di radicalizzazione – molto difficili da carpire – sono attivate da molti mesi tutte le antenne informative nelle comunità palestinesi e soprattutto nei gruppi di discussione sul Web, in particolare su Telegram, ma non solo. Si cerca così di intercettare il ‘terrorismo fai-da-te’ che, usando come schermo la rabbia di chi è semplicemente filo palestinese o si oppone alle politiche di Netanyahu, cerca di mobilitare, radicalizzare e colpire il nemico con atti violenti. Terroristi a chilometri zero.