Sabato 27 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Corruzione, allarme Anac: "Inquina la democrazia. E per la diga di Genova i costi esploderanno"

Il bilancio 2023 del presidente dell’autorità, Giuseppe Busia. "Il Pnrr? Ha generato un boom di appalti, ma il 90% non ha avuto gara". E sul progetto nel capoluogo ligure: il rischio per i conti dopo lo stop

Roma, 14 maggio 2024 – La corruzione rafforza le mafie e inquina la democrazia. Mentre il Pnrr ha sì provocato un boom degli appalti, ma il 90% di questi è stato assegnato senza gara a imprese di fiducia delle amministrazioni. E dunque in totale assenza di concorrenza. È un giudizio severo quello del presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Giuseppe Busia nella presentazione della relazione annuale. Che invoca anche una vigilanza rigorosa sui subappalti e dice che tra le vittime della corruzione ci sono anche i morti sul lavoro.

Giuseppe Busia, presidente Anac
Giuseppe Busia, presidente Anac

Le vittime della corruzione

Le vittime sono "le persone alle quali la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere, talvolta persino la vita", spiega Busia, che poi elenca "le donne e gli uomini sepolti vivi sotto le macerie di infrastrutture ed edifici costruiti con la sabbia al posto del cemento; i lavoratori schiacciati o soffocati nei cantieri perché chi avrebbe dovuto vigilare sulla loro sicurezza è stato indirizzato verso altri obiettivi; i pazienti che scontano la scarsa qualità di attrezzature sanitarie acquistate attraverso procedure opache; i bambini malnutriti, nei Paesi più fragili, a causa di aiuti umanitari che si perdono nelle pieghe di torbidi intrecci tra burocrazia e malaffare".

I costi sociali

Il punto, chiarisce Busia, è che la corruzione "ha un costo sociale, civile e umano, oltre che economico". I danni che crea sono "opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di risorse pubbliche. Imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. Giovani eccellenze costrette a cercare all’estero chances di realizzazione professionale, sottratte in patria da concorsi poco trasparenti".

Il codice degli appalti

Nel 2023 tra affidamenti diretti e procedure negoziate si sono affidati il 95% degli appalti, ha ricordato Busia. E il nuovo Codice (decreto legislativo 36/2023), entrato in vigore il primo luglio dell’anno scorso, oltre a non prevedere l’obbligo di avvisi o bandi per i lavori fino a 5 milioni di euro, consente di acquistare beni o affidare servizi fino a 140mila euro senza neanche il vincolo di richiedere più preventivi per poterli poi confrontare. Il presidente ha anche lanciato un allarme sulla diga di Genova agli onori delle cronache in questi giorni: "Per le regole del Pnrr previste in caso di annullamento degli affidamenti si rischiano significativi aumenti dei costi". E ha chiesto che con l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio vengano rafforzati gli strumenti Anac.

Il bilancio

Sulla corruzione, spiega il presidente, "l’Italia registra ancora dati poco incoraggianti. Dal rapporto 2023 sulle attività della Procura europea (Eppo) il nostro risulta il paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Ue a seguito di frodi e malversazioni". L’Autorità l’anno scorso ha avviato 395 procedimenti, "molti dei quali definiti in fase preistruttoria, all’esito di una proficua interlocuzione con le amministrazioni e gli enti interessati. Sono stati 148 i pareri rilasciati, 92 le risposte a quesiti interpretativi".

I progetti futuri

E intanto sta lavorando alla realizzazione della Piattaforma unica della trasparenza, nella quale "l’utilizzo di moduli standard garantirà la completezza e la piena fruibilità delle informazioni, evitando verifiche onerose e privilegiando le forme di controllo collaborativo rispetto a quelle di tipo sanzionatorio", conclude Busia. Che poi parlando con i cronisti sull’inchiesta di Genova dice: "Una nuova Tangentopoli? Lavoriamo per evitarla".