Roma, 3 giugno 2018 - In Italia si chiama Corpus Domini, nei Paesi di lingua spagnola o inglese Corpus Christi. Denominazione a parte, è la festa che chiude il tempo pasquale, rievoca l’Ultima cena (Messa in Cena Domini) e celebra il mistero dell'Eucarestia in cui la Chiesa professa la reale presenza di Cristo. La data del Corpus Domini non è uniforme: esistono nazioni in cui la ricorrenza cade il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità e altre, come l’Italia, nelle quali viene posticipata alla prima domenica successiva.
L’origine della festività si fa risalire al 1246, quando il vescovo di Liegi, in Belgio, accolse la richiesta d’introdurre in diocesi una giornata commemorativa della Comunione, slegata dal clima mesto tipico della Settimana santa. Una trentina di anni prima la mistica Giuliana di Retìne, priora nel monastero agostiniano di Monte Cornelio, nei pressi di Liegi, nel corso di un'estasi contemplativa, ebbe la visione del disco lunare risplendente di luce candida, ma deformato da un lato da una linea rimasta in ombra. La religiosa interpretò l'apparizione come l'immagine della Chiesa monca di una ricorrenza specifica in onore del mistero eucaristico. Da qui l'appello al vescovo del direttore spirituale della monaca, supportato da una nutrita schiera di teologi. Sarà poi papa Urbano IV a estendere nel 1264 ll Corpus Domini all'intera cristianità. A convincerlo il miracolo eucaristico di Bolsena, consumatosi l'anno prima: la tradizione racconta che un prete boemo, scettico sulla reale presenza di Gesù nella Comunione, mentre celebrava messa, al momento di spezzare l'ostia consacrata, vide uscire dalla particola alcune gocce di sangue. Era la testimonianza che quello era davvero il corrpo di Cristo.
È consuetudine che in occasione della celebrazione del Corpus Domini nella Chiesa si svolgano processioni con l’ostia consacrata custodita in un ostensorio protetto da un baldacchino. Questi riti sono espressione di una pietà eucaristica ancora fortemente radicata nel tessuto popolare cristiano. Papa Francesco oggi ha dato il buon esempio: sulle orme di Paolo VI, cinquant’anni dopo il suo predecessore, ha celebrato la messa a Ostia prima di guidare la processione del Santissimo. La liturgia del Corpus Domini è tornata così a essere officiata sul litorale romano dove caddero martiri Pietro e Paolo. “La festa del Corpus Domini è un mistero di attrazione a Cristo e di trasformazione in Lui – ha detto oggi il Pontefice durante l’Angelus –. Ed è scuola di amore concreto, paziente e sacrificato, come Gesù sulla croce. Ci insegna a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli”.
Brindisi, il vescovo Caliandro cade da cavallo durante la processione