Roma, 17 maggio 2020 - Dottor Pasini, ancora tante incognite sull’andamento dell’epidemia, quando potremo allentare la tensione? "L’indice di trasmissione del virus definito con il parametro R con zero è sceso, per effetto delle misure di sequestro domiciliare – risponde Walter Pasini, cinque specializzazioni, medico direttore per vent’anni del centro collaboratore dell’Oms sulla Travel Medicine – la probabilità che il virus passi da una persona infetta a una suscettibile è sotto l’uno, un grande risultato. Si tratta ora di raggiungere un equilibrio, trovare modalità di convivenza". Cosa resta da fare? "Occorre continuare a rafforzare il sistema di sorveglianza, prevenire la riaccensione dei focolai. Ecco perché si rende necessario tracciare i contatti, adottare la quarantena nei casi sospetti, fare tamponi tempestivi e test sierologici". Ma questo R con zero dove deve arrivare? "Scendere a zero è impossibile, a un certo punto dovremo accontentarci. La popolazione ha capito l’importanza di tenere le distanze, lavarsi le mani, ci ripetiamo migliaia di volte le norme igieniche. Ora si deve ripartire, altrimenti moriamo di fame". Nei luoghi di villeggiatura d’estate come potremo liberarci di queste inibizioni? "Vedo a Rimini, tutti aspettano le regole ma con tanta voglia di tornare a vivere. Io ho dedicato la mia professione alla medicina del turismo, la tutela del viaggiatore, il passaporto sanitario. A parte i decreti, occorre comunicare l’idea del benessere. Sole, mare, laghi, montagne, terme, spazi aperti, verde, relax e divertimento, sono questi gli argomenti da valorizzare. E in Italia li abbiamo. Viene il momento di mostrare i punti di forza, le opportunità salutari della vacanza in sicurezza, invece di picchiare solo sulle restrizioni". Ma se sono al mare e mi vengono due linee di febbre istintivamente penso di scappare a casa zitto zitto, sennò mi mettono in quarantena. "Ecco appunto, di fronte a questa sensibilità collettiva le comunità locali devono fare i conti, approntando servizi di tutela della salute e prevenzione rapidi, accessibili, elastici e funzionali. Servirebbe una collaborazione tra gli esperti di sanità pubblica e l’industria del turismo che oggi fatico a vedere". I turisti andavano a cercare emozioni pericolose tra paludi malariche, safari e ragni velenosi. Oggi si multano tranquilli bagnanti in spiaggia, e ti potrebbero fare causa per un raffreddore, è mai possibile? "Infatti, occorre prevenire gli assembramenti, scoraggiare i contatti ravvicinati, ma una volta prese le precauzioni la gente va lasciata libera di respirare. Senza evocare continuamente lo spettro di un rimbalzo dei contagi, che pure è un’eventualità da mettere in conto". Che cosa dobbiamo temere maggiormente? "Dal punto di vista della medicina in senso lato, l’attenzione verso il Covid fa emergere di nuovo tante malattie trascurate, penso alla polio. Mentre perdiamo di vista le risorse che abbiamo. L’Italia può vantare un’offerta alberghiera straordinaria. Senza entrare in polemica con i colleghi tropicalisti, epidemiologi e virologi, che fanno il loro mestiere, io direi venite in vacanza a cogliere tutte le opportunità per stare meglio. La sorveglianza sanitaria deve essere educativa. Mostrare solo la faccia repressiva sarebbe una pubblicità demenziale, meglio evitare un autogol".
CronacaCoronavirus, l’epidemiologo: "I viaggi sono sicuri"