Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus news Italia, Ricciardi: "Seconda ondata certa". Ipotesi fase 2 per macroaree

Esperti: Paese diviso in tre aree, e per diffusione del contagio. Lista attività che potrebbero ripartire per prime. Palazzo Chigi: solo ipotesi allo studio. Ricciardi, Oms: "In autunno seconda ondata di Covid-19". Lombardia e Veneto vogliono aprire. Brusaferro (Iss): "Serve cautela. Vacanze? Presto per pensarci"

Ostia (Ansa)

Milano, 17 aprile 2020 - La Fase 2, dopo l'emergenza Coronavirus, potrebbe concretizzarsi all'inizio con riaperture differenziate, suddivise per macroaree, a seconda della diffusione del contagio. Si tratterebbe di una riapertura di prova, a cui dopo 15 giorni, farebbe seguito un monitoraggio sanitario per verificare la tenuta del contenimento: in caso di ripartenza dei contagi si procederebbe a nuove chiusure. E' questa l'ipotesi a cui stanno lavorando gli esperti nominati dal governo per dare inidazioni su come procedere per giungere alla fine del lockdown. 

L'Italia sarebbe quindi suddivisa, in base alla diffusione del contagio, in 3 macroaree: Nord, Centro e Sud. All'interno di queste saranno fatte ulteriori suddivisioni, sempre in base alla contaminazione, tra zone a maggiore e minore diffusione del virus. Questo permetterebbe aperture più ampie nelle zone meno colpite dal Covid-19, e al contrario misure più stringenti, soprattutto per la mobilità tra una zona e l'altra, e sia all'interno delle stesse macroaree, per le aree che invece hanno registrato più casi. 

Quindi nella macroarea Nord, per fare un esempio, si potrebbero mantenere ancora alcune chiusure per Piemonte, Lombardia e Veneto, dove la diffusione del Coronavirus è stata maggiore, mentre possibili riaperture sarebbero immaginabili per regioni come Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Palazzo Chigi frena: ipotesi

Fonti di Palazzo Chigi comunque sottolineano che si tratta di ipotesi che sono ancora allo studio e quindi non possono essere in alcun modo considerate definitive. Il governo, coadiuvato dal comitato tecnico scientifico e dalla task force di esperti, sta lavorando per la fase due e solo quando avrà terminato i lavori comunicherà in maniera chiara i tempi e le modalità di allentamento del lockdown. Quindi, continuano le fonti, anticipazioni, indiscrezioni e fughe in avanti in questo momento tanto delicato, rischiano di alimentare caos e confusione. E' indispensabile la collaborazione responsabile di tutti, concludono da Palazzo Chigi.    

Le attività che ripartiranno per prime

Secondo la task force presieduta da Colao primi settori che potrebbero uscire dal lockdown delle prossime settimane sarebbero: l'edilizia e le "attività immbiliari", gli "autoveicoli" e gli "altri mezzi di trasporto", la "silvicoltura e l'utilizzo aree forestali", l'estrazione di "minerali metalliferi e da cave e miniere", "l'industria del tabacco", "l'abbigliamento e la fabbricazione di articoli in pelle e simili", la "metallurgia", i "mobilifici". La lista è stata stilata dividendo i settori produttivi in vari colori che vanno dal verde (rischio basso) fino al rosso (rischio alto) e che valutano anche il livello di aggregazione sociale che comportano. Si va dai settori colorati di verde e con un rischio di aggregazione sociale basso, ad altri settori, come il commercio al dettaglio che è considerato a rischio medio-basso ma con un livello di aggregazione di secondo livello e i servizi di ristorazione che sono considerati a rischio medio-basso ma con un alta incidenza di aggregazione sociale (livello 3). Quindi i primi settori a ripartire saranno quelli a rischio medio basso, e cioè la moda, i cantieri edili, i mobilifici, l'automotive. Una fonte vicina al governo spiega: "E' probabibile e potrebbero ripartire anche prima del 4 maggio. Molto dipenderà anche dall'incontro con i sindacati, che non è stato ancora convocato ma che ci sarà a breve. Se ci sarà intesa sulle misure di sicurezza si potrebbe partire". L'organizzazione della fase 2 sarà all'ordine del giorno anche nella riunione di domani con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, i rappresentanti degli enti locali e delle parti sociali. L'obiettivo è quello di arrivare a un accordo condiviso e omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Seconda ondata di epidemia in autunno

Ma sulle riaperture frena Walter Ricciardi, rappresentante italiano Oms e consulente del ministro della Salute. intervistato dal giornale ilcaffeonline.it.. Secondo Ricciardi una seconda ondata di epidemia in autunno, "più che un'ipotesi è una certezza. Fino a quando non avremo un vaccino ci saranno nuove ondate o, speriamo, tanti piccoli focolai epidemici che andranno contenuti. Per questo è molto importante non accelerare le riaperture: in caso contrario la seconda ondata invece di averla più avanti rischiamo di subirla prima dell'estate".

E spiega: le scelte "azzardate di alcuni leader politici mondiali sono responsabili degli effetti sui loro popoli. Se ci sono stati più morti rispetto ad altri è perché le decisioni sono state prese o in modo tardivo o in modo sbagliato. L'esempio più eclatante è quello della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, dove i governi non hanno ascoltato i consiglieri scientifici e hanno reagito in maniera estremamente ritardata". Invece, "in paesi come la Corea del Sud, la Finlandia e la Germania, dove c'è una linea di comando unica e un rapporto diretto tra politica sensibile e istituzioni ben funzionanti, le cose vanno meglio". 

Quindi fino a quando non registreremo una immunità di gregge provocata favorevolmente dal vaccino, avverte l'esperto: "avremo una lunga fase di convivenza col virus. Speriamo che sia una convivenza di mesi e non di anni, ma ci troveremo di fronte a una nuova normalità". Per Ricciardi bisogna insistere sulla misura più importante: "sarà il distanziamento fisico, la distanza tra le persone che non sono certe del loro stato immunologico. Naturalmente questo stato potrà essere conosciuto e tracciato meglio attraverso una diagnostica più estesa e mirata e grazie all'uso delle tecnologie. Non c'è dubbio che i paesi che hanno reagito meglio sono quelli che hanno utilizzato meglio le armi della diagnostica e delle tecnologie. Su questo ho invitato da diversi giorni i miei colleghi e i decisori ad agire con più rapidità rispetto a quanto fatto finora". 

Il Nord spinge per la fase 2

Le Regioni del Nord spingono per avviare la 'fase 2' della riapertura dopo l'emergenza Coronavirus già dal 4 maggio, ma solo se "l'evoluzione del virus dovesse andare in senso positivo e ci fossero le condizioni", senza mettere in pericolo la salute dei cittadini e col via libera degli scienziati. E' quanto sostengono i governatori della Lombardia, Fontana, e del Piemonte, Cirio, che però avvertono: "Abbiamo il dovere di farci trovare pronti". In Veneto Zaia dice che "il lockdown non esiste più e fosse per me riaprirei tutto il 4 maggio". Più cauto il governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini: "E' il governo che ha l'ultima parola. Le regioni possono solo fare proposte sulle filiere strategiche nel loro territorio. Ma - è sicuro Bonaccini - bar e ristoranti devono restare chiusi".  FOCUS / Coronavirus, il bollettino del 17 aprile

Preoccupati invece i sindacati che chiedono un incontro al governo. E mentre si attende la riunione della task force guidata da Vittorio Colao, Repubblica dà conto del piano messo a punto dal ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli per una riapertura condizionata delle imprese il 22 aprile prossimo. Si tratta di una anticipazione, rispetto alla data fin qui preventivata, che sarà possibile per quelle aziende in grado di assicurare il rispetto di alcune norme di base.

Il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro rinnova però l'invito alla cautela nella fase 2. "Le azioni devono essere caute, misurare, devono valutare l'impatto, dentro questa filosofia bisogna andare a identificare i fattori di rischio. Le regole generali sono il distanziamento sociale, i sistemi di protezione, bisogna evitare i sistemi che facilitino l'aggregazione delle persone. Dobbiamo ripensare la nostra organizzazione e abitudini di vita, dei trasporti, del lavoro, nelle attività quotidiane". 

Riguardo alle vacanze, "mi pare presto per poter rispondere e poter pensarci, sottolinea Brusaferro. "Cominciamo questo percorso, facciamo un passo alla volta e muoviamoci con cautela e poi, un po' alla volta, cercheremo di capire. Pensiamoci ma facciamo un passo alla volta". 

Il capo politico dei 5 Stelle, Vito Crimi invita alla prudenza: "È assolutamente impossibile oggi dire che il 4 maggio è una data sicura. Tra governo nazionale e regioni, credo che in questo momento sia una competenza del governo nazionale: dobbiamo riuscire a far partire questo Paese con un percorso comune".

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Lombardia

"Nell'ipotesi in cui l'evoluzione del virus dovesse andare in senso positivo e ci fossero le condizioni, noi il 4 maggio dovremo essere pronti per la riapertura, purché non prescinda mai dalla sicurezza dei nostri cittadini e lavoratori", sono state le parole del governatore lombardo, Attilio Fontana, in collegamento con Mattino Cinque. "La condizione ineludibile per parlare di riapertura è che ci sia il via libera della scienza. Se la scienza ci dirà bisogna stare chiusi staremo chiusi, però allo stesso tempo non possiamo farci trovare impreparati", ha aggiunto Fontana.

Il presidente della Regione Lombardia ha anche parlato della questione dei malati di Coronavirus nelle residenze sanitarie assistenziali. "Aspetto con estrema serenità" l'esito dell'indagine sulle RSA, "la scelta non è stata fatta per fare spettacolo ma perché non avevamo più posti negli ospedali", "i nostri tecnici hanno valutato le condizioni delle case di riposo e noi ci siamo fidati", ha detto Fontana. 

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Veneto

"Siamo d'accordo anche per una pre 'Fase 2' prima del 4 maggio: noi siamo pronti", ha rilanciato il presidente del Veneto, Luca Zaia. "In ogni caso la decisione spetta al Governo con Dpcm - ha ribadito il Governatore - non so più come dirlo, per l'apertura delle categorie di estetiste, parrucchieri, barbieri centri estetici, lo si decide con un Dpcm, non con un provvedimento regionale". "Il Governo ha annunciato che allegherà a questo provvedimento anche le istruzioni per l'uso. E' evidente che queste categorie dovranno usare un dispositivo di protezione così come per tutte le persone che hanno contatti ravvicinati. Non vediamo problematiche particolari per la riapertura di centri estetici, parucchieri e barbieri, basta che le disposizioni siano uniformi per tutti", ha concluso.

Zaia ha toccato anche il tema spiagge, che "possono tornare a riaprire, sappiamo che di coronavirus si può morire, ma se gli ombrelloni vengono distanziati, se si utilizza la mascherina quando si va al chiosco, non c'è problema". Zaia ha parlato anche della riapertura o meno delle scuole (la ministra Azzolina esclude il ritorno a maggio): "Secondo me è un errore chiudere le scuole".

Emilia Romagna

Per Bonaccini in Emilia Romagna bar e ristoranti devono restare chiusi. Sì alle aziende, a partire da automotive, ceramiche e moda, i settori a più alto tasso di export. No per ora, invece, alla riapertura di bar e ristoranti, ha confermato Bonaccini. "Bisogna cercare di decidere alcune filiere piuttosto che altre perché ad esempio ciò che crea assembramenti a mio parere va evitato", ha sottolineato Bonaccini.

"Non mi sentirei mai di riaprire tra pochi giorni, anche se il Governo lo decidesse, i ristoranti e i bar". Il modello per la fase 2 è la Granarolo. "Una grande impresa - la cita Bonaccini - che ha 2.000 dipendenti sparsi in tutta Italia, non ha mai chiuso e ha avuto casi" di infezioni da Covid-19 "che si contano sulle dita di una mano". Quanto al turismo, ha detto ancora il governatore, "è il settore più complicato da far ripartire" per lo stop ai collegamenti e le necessita' di distanziamento sociale. Rispetto a questo "noi abbiamo un piccolo vantaggio per quando si ripartirà, avere il 70% di turismo nazionale". Per questo si conta molto sul bonus vacanze che il Governo dovrebbe introdurre, perché la somma andrebbe spesa interamente in località italiane.

"Nelle Rsa 6-7mila decessi"

"Dal 1 febbraio al 15 aprile si sonocontati fra i 6mila e i 7mila decessi nelle strutture Rsa di ricovero per anziani. Di questi una minoranza, neanche un migliaio, presentavano un tampone positivo. Ma oltre il 40% del totale dei deceduti aveva sintomi influenzali riconducibili a sindromi influenzali o tampone positivo". Lo ha detto il direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell'Istituto superiore di Sanita', Graziano Onder. E a proposito della drammatica situazione nelle Rsa, il ministro dell'Agricoltura, Teresa Bellanova scrive su Facebook che servirebbe "una commissione d'inchiesta parlamentare".

Morto il sindaco di Saviano (Napoli)

Tribunali, si riparte l'11 maggio

Le udienze riprenderanno nelle aule dei tribunali a partire dall'11 maggio, senza proroghe a quanto stabilito dal governo nel dl liquidità, in cui era stato messo nero su bianco un ulteriore rinvio. Nuove proroghe, a quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti di governo, non dovrebbero esserci.

Medici e farmacisti morti

Sono saliti a 131 i medici e a 10 i farmacisti morti. Complessivamente l'Iss ha stimato che siano circa 17mila gli operatori sanitari contagiati.

FOCUS Il link per il download della app AutoCert19 per chi possiede un dispositivo mobile Apple: https://onelink.to/autocert19