Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO MALPELO
Cronaca

Coronavirus e mascherine, i medici: "All'aperto più rischi che benefici"

Soprattutto mentre si fa sport i polmoni devono garantire un’adeguata ventilazione: "Si possono avere capogiri e svenimenti"

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Coprirsi la bocca e il naso per limitare la diffusione del Coronavirus va bene, ma senza esagerare. Giusto cautelarsi all’interno di spazi sovraffollati, senza ricambio d’aria. Ma ormai capita spesso di vedere persone sole, distanti tra loro, fare attività fisica con la mascherina calata sul volto, e andare in affanno, complice anche il caldo di questi giorni. Ma se corri, o se vai in bicicletta mantenendo un’opportuna distanza, che bisogno c’è di queste protezioni? Le vie respiratorie devono essere libere da ostacoli per ossigenare meglio il sangue. Ma in quali condizioni certe cautele ossessive diventano controproducenti? "Le mascherine non vanno utilizzate da chi svolge attività motoria all’aria aperta, specialmente quando c’è un impegno cardiovascolare. In quelle condizioni è richiesto solo un opportuno distanziamento", afferma Roberto Filippini direttore della Medicina dello Sport nell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Verona.

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Quando aumenta lo sforzo, quindi, quel mantice naturale rappresentato dai polmoni deve assicurare un’adeguata ventilazione. Solo la distanza tra persone va aumentata, in funzione ad esempio della velocità della corsa a piedi o in bicicletta. Ma cosa comporta coprirsi il volto all’aria aperta senza motivo? "La mascherina comporta una modificazione della funzione respiratoria – spiega il dottor Filippini – con ristagno dell’anidride carbonica, che viene continuamente inalata. Questo può portare, in ultima analisi nelle situazioni estreme, a una alcalosi respiratoria, quindi a un aumento del valore di ph (acidità) del sangue, quindi può portare anche a tachicardia, capogiri e svenimento".

Nella persona avanti negli anni le conseguenze possono essere anche più deleterie, dipende dalle condizioni di salute. "Se il soggetto è sano – spiega lo specialista – il deficit dell’ossigenazione è paragonabile a quello di un giovane di vent’anni. Diversamente, se l’adulto è un fumatore, o soffre di problemi respiratori quali asma, enfisema o broncopneumopatia, i problemi si sommeranno. L’esercizio fisico va sempre e comunque monitorato con programmi adattati. Nel nostro centro seguiamo anche atleti di altissimo livello, e nessuno di questi potrebbe allenarsi con le mascherine".

Nei bambini che giocano all’aria aperta ci sono meno controindicazioni. Nel senso che durante l’infanzia l’efficienza dell’apparato respiratorio è maggiore, quindi indossare la mascherina come forma di cautela in presenza di altri bambini non comporta conseguenze paragonabili a quelle di un runner, un maratoneta, che si espone a tassi di anidride carbonica elevati in rapporto all’impegno fisico. Gli esperti si interrogano anche sull’opportunità o meno di imporre agli alunni, a scuola per tutto l’arco delle ore di lezione, l’obbligo di coprire bocca e naso con dispositivi. Le norme potranno cambiare anche in funzione degli ultimi regolamenti per la ripresa delle attività fisiche e sportive che comportano un contatto, qui il discorso è aperto e più ampio, la sicurezza consiste comunque essenzialmente nel distanziamento. Mentre per le mascherine chirurgiche di carta, l’azione filtrante varia in funzione dell’umidità assorbita, e diventa difficile che le condizioni di sicurezza di questi dispositivi si mantengano inalterati nell’arco di un’intera giornata.