Roma, 22 marzo 2020 - Tra i sogni spezzati dall’Incubo Peggiore, ci sono anche quelli di chi fantastica sulla vita da rockstar o, più semplicemente, spera di pagare la rata della macchina. Sì perchè oltre alle slot machine, silenziose ormai da giorni, da oggi restano spente le macchine del Lotto e del SuperEnalotto. Niente sestina dei desideri o ritardatario da braccare. Né in tabaccheria, né altrove «per il perdurare dello stato di emergenza» – e dunque ufficialmente fino al 3 aprile – si legge nel decreto firmato ieri pomeriggio dal direttore dell’agenzia delle Dogane e Monopoli Marcello Minenna. Quest’ultimo ha deciso la «sospensione con effetto immediato presso le tabaccherie e altri esercizi» per le slot (già spente) e i giochi numerici, quelli della tradizione e dei sogni.
Sipario, dunque, su Lotto, SuperEnalotto e giochi accessori, oltre all’Eurojackpot. La prima domanda che si sono posti ieri i fan di cinquine e sestine in Rete è stata sull’opzione online. Perchè, è noto, sui giochi numerici si punta anche sul web. Si può fare? No. Se il motivo per il quale si blocca il gioco nelle tabaccherie è intuibile – e cioè per evitare maggior circolazione di persone – perché proibire l’opzione online? Fonti dei Monopoli spiegano che così si evitano le riunioni della commissione che certificano le estrazioni tre volte la settimana.
In sostanza, ogni occasione di mettere insieme persone va azzerata. E adesso il ‘game over’ da Coronavirus è quasi completo, dopo lo stop a sale giochi, scommesse e bingo. Si ferma quasi totalmente un’industria che nel 2019 ha garantito un gettito di circa 10,6 miliardi di euro. Secondo un’analisi di Agipronews su dati provenienti dal settore, il solo blocco di Lotto e SuperEnalotto costa allo Stato complessivamente 7,3 milioni al giorno in termini di mancato gettito erariale. La somma, unita a quelle di tutti gli altri giochi già sospesi nei giorni scorsi con la chiusura delle sale (slot e Vlt soprattuto) porta il buco per l’erario a circa 25 milioni al giorno. D’altra parte, il fermo alle slot e alle Vlt da solo costa all’erario 17 milioni al giorno, mentre le scommesse (comprese le virtuali) e il bingo costano complessivamente un milione al giorno. In totale, se la chiusura si limiterà al 3 aprile (ma è quanto mai probabile un prolungamento), nelle casse statali entreranno dai giochi pubblici circa 550 milioni in meno.