Roma, 8 maggio 2020 - Via libera per le mascherine fatte in casa. A dare il nullaosta è Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. "A livello di popolazione generale quello che viene raccomandato a livello internazionale è che le mascherine devono essere multistrato e uno può anche confezionarle in proprio", ha detto nel punto stampa all'Iss sull'andamento dell'epidemia, specificando che i modelli piu sofisticati Ffp2 e Ffp3 sono per uso diverso.
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Dopo le inquietanti immagini giunte dai Navigli di Milano, Brusaferro ha ribadito che in questa fase 2 si può "uscire, camminare, fare attività fisica, godere di belle giornate", ma rivolgendo l'appello al rispetto delle regole: "Se non indossiamo la mascherina, se ci aggreghiamo e prendiamo aperitivi insieme, ci ritroveremo nelle stesse modalità che hanno caratterizzato l'inizio della fase 1. Dobbiamo imparare a convivere con il virus e a contenerlo".
Calcio, l'apertura di Zampa
Escludendo per lungo tempo la presenza dei tifosi ("Sarà difficile pensare di tornare a riempire gli stradi"), Brusaferro ha affrontato il tema calcio vincolando la ripresa del campionato alla valutazione "dell'andamento epidemiologico e guardando i protocolli che ci vengono sottoposti cercheremo di dare una risposta appropriata e sostenibile", ma "tenendo conto che viviamo in un contesto europeo" a cui "dobbiamo cercare di armonizzarci". Poche ore dopo, però, è arrivata un'importante apertura della sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: "Si va verso una soluzione ed è la soluzione che i tifosi di calcio si aspettano. Il via libera ancora non c'è, ma si va verso una buona direzione".
Messe
"Sì alle messe? In questa fase il Comitato Tecnico Scientifico sta ricevendo molte istanze, si esprimerà progressivamente in una logica prospettica, cercando di armonizzare i comportamenti e le regole del gioco", ha detto il presidente dell'Iss. "Si devono sempre garantire tutte le raccomandazioni, dal distanziamento all'uso delle mascherine - ha aggiunto Brusaferro -, man mano che le cose evolvono ci sarà la possibilita' di avere una lettura coerente di tutto il sistema". E ancora: "Nella fase 2 si stanno valutando forme di partecipazione in luoghi chiusi sempre con il rispetto delle regole. Tutti gli eventi, e dunque anche le cerimonie religiose, se con determinate regole, man mano che evolve la fase 2 potranno essere organizzate".
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Monte dei pegni, + 30% e lunghe code
Salgono del 30% le richieste di credito al Monte dei Pegni. Rispetto al pre-Coronavirus gli italiani corrono a impegnare gioielli di famiglia, oro e beni di valore in modo da assicurarsi un po' di contanti. Il dato viene fornito da Affide, leader europeo e più grande società attiva nel campo del credito, che conferma la notevole affluenza di questi giorni agli sportelli e fa sapere che proprio per questo motivo ha esteso gli orari di apertura, così come erano previsti nei tempi pre-Covid 19. In Italia si rivolgono ogni anno al credito su stima circa 300.000 persone all'anno, per circa 800 milioni di affidamenti e un taglio medio del prestito di circa 1.000 euro. Il 95% dei beni dati in pegno viene riscattato, mentre il 5% finisce all'asta.
I dati Inail
I contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus denunciati all'Inail tra la fine di febbraio e il 4 maggio sono 37.352, quasi 9 mila in piu' rispetto ai 28.381 registrati dalla prima rilevazione del 21 aprile. I casi mortali segnalati all'Istituto nello stesso periodo sono 129, 31 in piu' rispetto al monitoraggio precedente. Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, in cui la quota femminile con il 71,5% dei casi prevale rispetto a quella maschile (28,5%), l'82,2% dei decessi hanno interessato i lavoratori e il 17,8% le lavoratrici. A fare il punto della situazione sulle infezioni da Covid-19 di origine professionale, e' il nuovo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail, che conferma la maggiore esposizione al rischio del personale sanitario e socio-assistenziale. Il 73,2% delle denunce e quasi il 40% dei casi mortali, infatti, riguardano il settore della Sanita' e assistenza sociale. La categoria professionale dei "tecnici della salute", che comprende infermieri e fisioterapisti, con il 43,7% dei casi segnalati all'Istituto (e il 18,6% dei decessi) e' quella piu' colpita dai contagi, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,8%), dai medici (12,3%), dagli operatori socio-assistenziali (7,1%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).
L'analisi territoriale evidenzia che quasi otto denunce su 10 di infezione sul lavoro sono concentrate nel Nord-Ovest (53,9% del totale) e nel Nord-Est (25,2%), con gli altri casi distribuiti tra il Centro (12,5%), il Sud (6,0%) e le Isole (2,4%). Tra le regioni il primato negativo spetta alla Lombardia, con oltre una denuncia su tre (34,2%) e quasi il 43% dei casi mortali, seguita da Piemonte (14,9%), Emilia Romagna (10,0%), Veneto (8,9%), Toscana (5,8%) e Liguria (4,2%). L'eta' media dei contagiati e' di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) se si concentra l'attenzione sui soli casi mortali. A ulteriore conferma della maggiore vulnerabilita' al virus delle fasce di eta' piu' elevate della popolazione, il 43,1% delle denunce e oltre due decessi su tre riguardano i lavoratori di eta' compresa tra i 50 e i 64 anni. Piu' del 20% dei casi mortali, inoltre, ricade nella fascia di eta' oltre i 64 anni.