Roma, 7 aprile 2020 - Coronavirus, in Italia si comincia finalmente a vedere uno spiraglio di luce: la curva del contagio ha iniziato a scendere: 47 giorni dopo il 'paziente uno' a Codogno e 17.127 morti, il nostro Paese può pensare di avviarsi verso la tanto agognata 'Fase 2', in due step. Ma sempre con la massima cautela. Il giorno dopo Pasquetta - ovvero martedì 14 aprile - se i dati si confermeranno positivi, ci potrebbe già essere una qualche minima riapertura di alcune attività produttive, mentre per riprendere a spostarsi e a uscire di casa, pur tra mille precauzioni "perché il virus non è sconfitto", bisognerà attendere almeno l'inizio di maggio.
Un'altra iniezione di ottimismo viene, in serata, dal ministro della Salute Roberto Speranza, spiega che l'indice di contagio è "sceso sotto il dato 1 ed è un risultato straordinario se pensiamo che eravamo a 3 o 4, ovvero un soggetto positivo infettava fino a 3-4 persone, fino a qualche settimana fa".
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Ovvio che che da qui a una settimana l'Italia non sarà fuori dall'emergenza. Lo ripetono tutti gli scienziati e lo sa bene il governo che continua a ribadire la linea della massima cautela e della prudenza: mantenere "rigorosamente" tutte le misure di distanziamento sociale. "Ogni rilassamento può significare una ripresa della circolazione del virus".
La lunga fase di transizione di cui ha parlato il commissario Arcuri è stata al centro del vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ministri e il comitato Tecnico scientifico, anche se non si sono fatte date per le possibili riaperture. La linea - sulla quale si sono trovati d'accordo tutti i partecipanti - è quella della "gradualità e prudenza" nelle scelte.
Conte, già nelle prossime ore, vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite. Tra queste potrebbero esserci quelle connesse alle filiere alimentare, farmaceutica e sanitaria ma anche l'agricoltura, le aziende meccaniche, magari introducendo una sorta di 'indice di rischio' per i lavoratori: chi è più esposto dovrà utilizzare i dispositivi di protezione. Entro venerdì il premier dovrebbe aver concluso gli incontri per poi procedere al nuovo Dpcm nella giornata di sabato.
Ma quando verrà consentito alla popolazione di uscire di casa con regolarità o, ad esempio, andare nei parchi? Molto probabilmente non prima di maggio. E dovrebbe essere questo il secondo step. Una data possibile potrebbe essere quella del 4: c'è la necessità di evitare un 'esodo' nei weekend del 25 aprile e del 1 maggio. Ma è anche vero che più passa il tempo e più diventa difficile tenere le persone chiuse in casa, come dimostrano i numeri delle denunce, che continuano ad essere elevati. Insomma, passati i ponti, qualche apertura verrà concessa, ma per tornare a prendere un caffè in un bar o a mangiare con gli amici al ristorante bisognerà ancora aspettare.
Speranza, ecco come riapriremo
Il ministro della Salute Roberto Speranza a Dimartedì su La7 spiega: per la fase 2, dopo il lockdown, "dovremo immaginare un'organizzazione che ci consenta di uscire dal blocco totale, ma ci vorra' tempo e tantissima gradualità. Partiremo dalle cose più essenziali per la ripresa, quindi dalle attività produttive, ma in sicurezza. Poi, col massimo della gradualità, costruiremo delle modalità che riguardino coloro che non sono impegnati in tali attività essenziali". Nella fase 2, specifica, "sarà importante investire sulla Medicina del territorio e sui Covid-Hospital per superare la struttura dell'ospedale 'misto'. Inoltre, ci sarà una campagna di test diagnostici e test sierologici e punteremo sull'uso di nuove tecnologie con il lancio di una app che ci consenta una maggiore velocità nel tracciare i casi positivi".
E sull'operato del Governo aggiunge: "L'immissione straordinaria di denaro con il decreto-liquidità è la scelta giusta. Il messaggio è che dopo che avremo vinto questa battaglia sanitaria ci sarà il rilancio per il nostro Paese, e il lavoro sarà la questione fondamentale".
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