Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus Italia, ecco la fase 2: le novità, dall'attività motoria alla ristorazione

Dal 4 maggio ok al cibo d'asporto e al jogging. Sarà inoltre possibile muoversi per andare dai parenti. Dalla stessa data via libera a manifattura, edilizia e cantieri. I criteri chiave: R0 e terapie intensive

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 26 aprile 2020 - Prende forma la fase 2 dell'emergenza Coronavirus in Italia. Il nuovo Dpcm, che il premier ha illustrato in una conferenza stampa, contiene le prime tappe della riapertura. Che scatta il 4 maggio, quando sarà possibile consumare cibo da asporto, fare jogging o comunque attività motoria ma solo individuale (a meno che non si tratti di minori o di persone diversamente abili) e la ripresa degli allenamenti per gli sport professionistici. Dalla stessa data ci si potrà muovere per andare a trovare i propri parenti (ma niente mega-riunioni familiari, e bisogna portare la mascherina). E si potrà rientare nei luoghi di domicilio o di residenza chi è rimasto bloccato dal 'lockdown'.

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Dal primo giugno, invece, riapriranno bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti, categorie ad alto rischio, per riaprire i battenti.

Inoltre dal 18 maggio riapriranno i negozi, insieme a musei, mostre e luoghi culturali non ancora chiusi.

L'indice R0 e le terapie intensive

L'indice R0 - ovvero il numero di persone contagiate in media da un singolo infetto - sarà la bussola sanitaria per la Fase 2. E il secondo criterio sarà la capacità del sistema sanitario di far fronte a eventuali aumenti nel numero di contagi, con terapie intensive e tutto quel che serve. I due binari indicati più volte come principali 'guide' dal fronte dei tecnici del ministero della Salute, sono stati ribaditi anche oggi dal ministro della Salute Roberto Speranza impegnato in queste ore in diverse videoconferenze sul tema Fase 2, al centro anche dei lavori della task force guidata da Vittorio Colao.  

Il nodo relativo a quanto riaprire, come e in che tempi, si dovrà dipanare in un modo che si sposi con i criteri sanitari. Criteri che riguardano ovviamente punti fermi come le distanze di sicurezza, i dispositivi di protezione come le mascherine, e così via.  Ma su tutti c'è, appunto, l'indice R0, che ogni venerdì sarà oggetto di un aggiornamento, regione per regione. Se questo indice aumenta, seguiranno provvedimenti - misure di contenimento - per riportarlo sotto la soglia. Ci si dovrà muovere così dal 4 maggio, con le prime riaperture sul fronte produttivo e poi a seguire sul fronte commerciale e individuale. In un paio di settimane si potrà vedere come si muove l'indice. 

Le richieste dei sindaci

I sindaci, prima dell'incontro, hanno inviato al premier Giuseppe Conte una lettera: "Noi Sindaci, fin dall'inizio di questa emergenza, abbiamo garantito collaborazione al Governo con senso di responsabilità e in un sincero spirito di solidarietà tra istituzioni, che riteniamo doveroso. Oggi, confermando la nostra leale collaborazione, rivendichiamo alcune misure che riteniamo indispensabili per avviare la fase due, per una ripartenza vera, che non lasci indietro nessuno. E lo facciamo con la nostra abituale concretezza". 

La lettera è firmata a nome di tutti i primi cittadini dai Sindaci dei Comuni capoluogo di Città metropolitana. "Ripartire con gradualità secondo regole certe e chiare e misure attuabili si deve ed è possibile. Servono linee guida nazionali sui vari ambiti e settori. Serve definirle e avere il tempo congruo per prepararsi. Serve più di tutto massima chiarezza e condivisione fra i vari livelli di governo - Comuni - Regioni - Stato- su chi fa che cosa e con quali risorse", scrive l'Anci nelle proposte dei sindaci al governo in un documento dal titolo 'Ripartire con certezze in sicurezza' e composto di 10 punti.

"Integrale sostegno finanziario al trasporto pubblico locale, inclusi i minori ricavi da perdita della bigliettazione e incentivi sulla micro mobilità elettrica, semplificazioni per la realizzazione di piste ciclabili", è una delle proposte. "Prevedere che nell'ambito della liquidità che sarà resa disponibile dall'Ue all'Italia con gli strumenti finanziari straordinari una quota parte sia assegnata ai Comuni e alle Città metropolitane", è un'altra richiesta.

E ancora: "Migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico per i numerosi settori produttivi colpiti duramente dall'emergenza in modo da assicurare a tutti liquidità in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare". Sull'istruzione: "Coinvolgere direttamente i Comuni nella definizione delle misure e delle regole necessarie per una riapertura delle scuole in piena sicurezza per i bambini e i ragazzi". Inoltre richiesta di fondi: "Assicurare a Comuni e Città metropolitane risorse congrue per la spesa corrente alla luce della imponente riduzione di gettito fiscale, con particolare riferimento all'azzeramento delle imposte di soggiorno e di occupazione del suolo pubblico e alla forte riduzione della Tari".

Le Province guardano a strade e ponti

Chiedono "le risorse per un Piano di investimenti di 2 miliardi su strade, ponti, gallerie e scuole superiori" le Province. Il tutto "con cantieri da aprire anche subito - specifica il presidente dell'Upi Michele de Pascale - quando le condizioni di sicurezza siano garantite. Per sostenere questo piano serve una grande operazione di semplificazione delle norme per gli appalti e i contratti pubblici, per potere fare partire gli investimenti con la massima rapidità, sempre tendendo insieme legalità e velocità".

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I soldi alle partite Iva

"Per le partite Iva c'è la parte di fondo perduto, che lo scorso mese è stata di 600 euro e questa volta dovrebbe essere aumentata a 700-800. Si stanno cercando le risorse per ripartirle al meglio, garantendo che si vadano a garantire queste risorse ai meno ricchi", ha detto il vice ministro dello sviluppo Stefano Buffagni. "Se gestiamo male la fase 2 - ha avvertito - rischiamo di rientrare e cadere di nuovo in una seconda fase del virus che farebbe danni incalcolabili".

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