Roma, 28 aprile 2020 - Il bollettino della Protezione civile, con i dati aggiornati sull'emergenza Coronavirus in Italia. I numeri su attualmente positivi, contagi, morti e guariti sono stati diffusi alle 18. Intanto si avvicina la fase 2, con il suo carico di dubbi e incognite sulla ripartenza del 4 maggio. "Abbiamo fatto qualche passettino in avanti, per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più", ha detto il premier Giuseppe Conte a Lodi, parlando delle aperture contenute nel dpcm. "Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così", ha aggiunto.
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Ripartenza che è al centro del dibattito anche in altri paesi come in Germania, dove sono tornati ad aumentare i casi con la fine del lockdown, e in Francia, che ha rinviato a giugno l'apertura delle scuole superiori.
Il bilancio del 28 aprile
Sono diventati 201.505 i casi totali, con un incremento di 2.091 unità, superiore a quello (+1.739) registrato ieri. Continua a diminuire il saldo degli attualmente positivi, che oggi sono 105.205, con un decremento di 608 assistiti rispetto ai -290 di ieri. Il numero dei guariti è salito a 68.941, con un +2.317 rispetto, mentre i decessi sono diventati 27.359: nelle ultime 24 ore se sono contati purtroppo 382 contro i 333 del 27 aprile. Diminuisce ulteriormente la pressione sulle strutture ospedaliere: i ricoverati in terapia intensiva sono 1.863 (93 in meno) e i ricoverati con sintomi 19.723 (630 in meno); in isolamento domiciliare restano in 83.619 (+115), il 79% degli attualmente positivi. Riprende a salire anche il numero dei tamponi: oggi ne sono stati effettuati 57.272 per un totale di 1.846.934.
Lombardia
Sale a 74.348 il numero di positivi in Lombardia, con un incremento di +869 contagi a fronte di +8.573 nuovi tamponi processati. Una crescita superiore rispetto ai dati di ieri, quando i nuovi positivi erano stati +590 ma con un numero inferiore di tamponi analizzati (5.043). I tamponi processati da inizio epidemia sono 351.423. I decessi salgono a 13.575 con un aumento di 126 morti, in linea con quanto registrato il giorno precedente (+124). I pazienti nelle terapie intensive sono 655 (-25). I ricoverati non in terapia intensiva sono 7.280 (-245). I positivi al Coronavirus nella provincia di Milano salgono a 18.837 con 278 casi in più di del 27 aprile, quando l'incremento era stato di 188. A Milano città i contagiati sono 8.016 con 149 casi in più. Ieri erano stati registrati invece 79 casi in più.
Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna, dall'inizio della crisi, si sono registrati 24.914 casi di positività: oggi altri 252. Le nuove guarigioni sono 433 (9.439 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 172.589, 7.610 in un solo giorno. In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -222 rispetto a ieri (12.003 contro 12.225). Si registrano 41 nuovi decessi: 17 uomini e 24 donne. Complessivamente, sono arrivati a 3.472. Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.384, -114. I pazienti in terapia intensiva sono 228 (-19). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-66). Le persone complessivamente guarite salgono a 9.439 (+433): 2.687 "clinicamente guarite", divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all'infezione, e 6.752 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
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I dati provincia per provincia
La strage di medici e infermieri
Si aggiunge un nuovo decesso alla già lunga lista di medici che hanno perso la vita dall'inizio dell'epidemia. Con la morte dell'ematologo Luigi Macori, avvenuta ieri, il totale delle vittime sale a 152. Lo riferisce la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che riporta sul suo portale listato a lutto l'elenco dei colleghi deceduti. Mentre sale a 37 il bilancio degli infermieri morti, compresi due suicidi. Lo segnala la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi). "La città che ne conta di più è Napoli con 3 decessi", afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi. "Il 34 per cento degli infermieri deceduti prestava servizio nelle Rsa", conclude.
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