Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus, Arcuri: "Dobbiamo raffreddare la curva dei contagi o il sistema non regge"

Il commissario straordinario all'emergenza snocciola i numeri sulla situazione epidemiologica. "Bisogna muoversi solo se necessario"

Domenico Arcuri, la conferenza stampa

Roma, 29 ottobre 2020 - La curva dei contagi da Coronavirus in Italia cresce e "se non la abbassiamo" il nostro sistema sanitario non reggerà. Il commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri non usa mezze misure per definire l'andamento dell'epidemia. "E' un momento delicato, per certi versi drammatico" per cui serve "un nuovo patto di responsabilità ritrovata". 

La situazione in Italia e nel mondo

Per far capire la situazione attuale Arcuri snocciola prima i numeri del contagio nel mondo: oltre 44 milioni di contagiati, una persona su 179, negli Usa una ogni 17 e un deceduto ogni 526, in Europa un contagiato ogni 40 e un morto ogni 1.634. Poi passa ai dati  del nostro Paese. "La progressione attuale dell'indice Rt determina un raddoppio dei casi ogni settimana. E' la cruda e drammatica realtà dei numeri - dice Arcuri -. I contagiati sono 8 volte di più di 21 giorni fa, la progressione dell'Rt determina un raddoppio ogni settimana. Ogni numero vale più di mille parole". 

Covid, il bollettino del 29 ottobre

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Il confronto tra la prima e la seconda ondata

Arcuri fa quindi un raffronto tra la prima ondata del Covid e quella attuale. "Il 21 marzo c'erano 6.557 contagiati, quel giorno morirono 793 italiani. Fino a quel giorno il 9% dei contagiati era morto e solo l'11% guarito. Fino a ieri, invece, il 6% dei contagiati purtroppo non c'è più, ma il 47% è guarito - dice il commissario straordinario all'emergenza -. A marzo il 52% dei positivi si curava a casa, ieri il 95%. Il 7% era in terapia intensiva, ieri lo 0,6%. Siamo in un altro mondo, prima il virus correva più forte di noi, correva e uccideva. Ora lo inseguiamo e lo colpiamo".

Muoversi il meno possibile

"Stiamo vivendo un nuovo dramma, ma per affrontarlo dobbiamo capire quanto è diverso - aggiunge -. La crescita del contagio non è mai stata così impetuosa. Fa meno danni, ma se non raffreddiamo la curva, nessun sistema sanitario, tantomeno quello italiano, sarà capace di reggere". "Le ultime misure del governo hanno il fine di raffreddare la curva dei contagi, per far decelerare l'impeto di crescita di questa curva. Credo che serva qualche altro ingrediente: un nuovo patto di responsabilità ritrovata - dece grave Arcuri -. Oggi tutti sappiamo che cosa dobbiamo fare, ma credo serva qualcosa di più: dobbiamo tutti muoverci il meno possibile. Perché se è vero che l'80% dei contagi avviene in famiglia, qualcuno il virus all'interno delle case lo porta".

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"In questo momento non abbiamo un problema di affollamento nelle terapie intensive ma abbiamo un grave problema di affollamento negli ospedali e nei pronto soccorso", prosegue Domenico Arcuri -. Le misure degli altri paesi europei ci spiegano qual è la portata del virus".

Tamponi anche dai medici di base

"Abbiamo in animo di aumentare ad almeno 200mila la capacità quotidiana di tamponi e da lunedì faremo almeno altri 100 mila test molecolari rapidi antigenici, quindi sarà possibile uno screening di 300 mila italiani. A marzo facevamo 26mila tamponi al giorno, 12 volte di meno, prosegue il commissario. "Medici di base e pediatri di libera scelta dovranno aiutarci ancora di più di quanto hanno fatto finora (somministrando i test, ndr) - dice ancora -. Dobbiamo chiedergli di curare il più possibile a casa, dotandoli dei dispositivi di sicurezza adeguati. Dobbiamo a tutti i costi alleggerire la pressione sugli ospedali".

No alla chiusura delle scuole

Arcuri dice anche di essere "fermamente contrario" alla decisione del governatore pugliese Michele Emiliano di chiudere le scuole. "Al momento non risulta che la scuola faccia aumentare il numero dei contagi, la scuola è uno dei luoghi più protetti".  "Speriamo che il dato venga confermato e che solo le superiori debbano fare la didattica a distanza", conclude.

"Basta dire che il virus è morto"

"Dobbiamo dire la verità agli italiani. Non abbiamo mai sottovalutato il problema in questi mesi, sapevamo che c'era una tempesta nel mondo e che prima o poi sarebbe arrivata da noi", conclude il commissario Arcuri. "Spero di non ascoltare mai più appelli a non usare le mascherine o dichiarazioni sulla morte del virus o sulla necessità di mettere fine allo stato di emergenza".