Roma, 28 settembre 2020 - Il vaccino anti-influenzale sembra aiutare a combattere direttamente il Coronavirus. Secondo uno studio del Centro Cardiologico Monzino di Milano, pubblicato sulla rivista Vaccines, durante il lockdown nelle regioni con un più alto tasso di copertura vaccinale tra gli over 65enni, c'erano meno contagi, meno pazienti ricoverati con sintomi, in terapia intensiva e morti per Covid-19. Si stima che un aumento dell'1% della copertura vaccinale negli over 65 avrebbe potuto evitare 78.560 contagi.
Ma c'è il rischio, illustra la Fondazione Gimbe, per chi non rientra nel target prioritario per la vaccinazione antinfluenzale (anziani e persone con malattie croniche) di non riuscire a trovare il vaccino in farmacia, malgrado la circolare del ministero del 4 giugno lo raccomandi "per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non hanno controindicazioni al vaccino", con offerta attiva e gratuita per alcune categorie di popolazione a rischio. Numeri alla mano, la Fondazione ha condotto un'analisi della situazione regione per regione in base ai dati disponibili. "La vaccinazione antinfluenzale - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - oltre a ridurre le complicanze dell'influenza stagionale e contenere l'eccesso di mortalità, quest'anno ha un obiettivo strategico di salute pubblica: ridurre il numero di persone sintomatiche che rischiano di sovraccaricare i servizi sanitari territoriali e i pronto soccorso. Questo obiettivo, tuttavia, richiede una copertura vaccinale molto ampia anche nelle fasce non a rischio che, di fatto, includono la maggior parte dei lavoratori ai quali è affidata la ripresa economica del Paese".
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A fronte delle preoccupazioni sull'indisponibilità di vaccino antinfluenzale nelle farmacie, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha rassicurato che oltre 17 milioni di dosi acquistate dalle Regioni rispondono ampiamente al fabbisogno, visto che nella stagione precedente ne sono state distribuite 12,5 milioni, con una copertura del 54,6% negli over 65. "Se questo aumento delle scorte - spiega Cartabellotta - permetterà di estendere le coperture vaccinali nelle categorie a rischio, è molto difficile stimare l'incremento di domanda della popolazione generale, maggiormente sensibilizzata alla vaccinazione anche dei datori di lavoro, preoccupati che lo sviluppo di sintomi influenzali da parte dei loro dipendenti possa paralizzare le attività produttive".
Al momento le Regioni hanno ceduto alle farmacie l'1,5% delle dosi acquistate (circa 250.000), prevedendo di ampliare tale dotazione se nel corso della campagna dovessero rendersi disponibili altre dosi. Federfarma ha annunciato che nelle farmacie arriveranno dall'estero oltre un milione di dosi.
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"La Fondazione Gimbe - spiega Renata Gili, coordinatrice del progetto di monitoraggio dell'influenza stagionale - ha condotto un'analisi indipendente con l'obiettivo di mappare le scorte regionali di vaccino antinfluenzale, valutare la potenziale copertura per le categorie a rischio e stimare la disponibilità di dosi per la popolazione generale". In base al report, 7 Regioni e 2 Province autonome, con le scorte disponibili, possono raggiungere coperture inferiori al 75% della popolazione target per età: Provincia autonoma di Trento (70,2%), Piemonte (67,9%), Lombardia (66,3%), Umbria (61,9%), Molise (57,1%), Valle d'Aosta (51,5%), Abruzzo (49%), Provincia autonoma di Bolzano (38,3%), Basilicata (29%). Dodici Regioni, invece, si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età. Ma la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia (1.084.634), Lazio (926.291), Sicilia (256.796), Toscana (225.661), Campania (217.252), Calabria (100.273), Sardegna (96.113), Veneto (49.712), Liguria (38.501), Emilia-Romagna (9.980), Friuli-Venezia Giulia (5.218), Marche (5.022).
Considerato che diverse Regioni si sono attivate per recuperare dosi ulteriori di vaccino, non si può escludere che le disponibilità possano aumentare in relazione a: applicazione del quinto d'obbligo con incremento sino al 20% del numero di dosi aggiudicate, procedure negoziate senza pubblicazione di bando o condotte in privativa (concluse o in corso), eventuali dosi approvvigionate e redistribuite dal Ministero della Salute. Inoltre, è verosimile una sovrastima delle dosi residue perchè la copertura del 75% è stata calcolata solo sul target anagrafico, vista l'impossibilià di quantificare le altre categorie a rischio: persone di età (60 anni con patologie croniche, donne in gravidanza, operatori sanitari e altri lavoratori a rischio, etc.
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"L'esigua disponibilità di vaccino antinfluenzale nelle farmacie - spiega il Presidente - è riconducibile ad almeno tre determinanti. Innanzitutto, Ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio. In secondo luogo, l'aumentata domanda sui mercati internazionali, insieme al ritardo con cui sono stati indetti i bandi di gara, ha impedito ad alcune Regioni di aggiudicarsi il 100% delle dosi richieste. Infine, le farmacie non sono riuscite ad approvvigionarsi per mancata disponibilità del vaccino sul mercato". "La nostra analisi - conclude Cartabellotta - quantifica le difficoltà di accesso per la popolazione generale al vaccino antinfluenzale. In molte Regioni, infatti, solo la decisione di escludere una o più categorie a rischio (es. bambini) dall'offerta attiva e gratuita o quella di accontentarsi di un target inferiore al 75%, permetterà di aumentare la disponibilità di dosi nelle farmacie".