Milano, 10 maggio 2020 - Ora che gli scienziati sono piuttosto ottimisti, sull'andamento del Coronavirus almeno in Italia, e anzi predicono che il Covid-19 "diventerà un raffreddore", si apre il dibattito: il nuovo coronavirus sta o non sta diventando più buono? Secondo il virologo Guido Silvestri, italiano docente negli Usa alla Emory Univeristy di Atlanta, considerare questa possibilità, parlarne e confrontarsi, "non significa fare pseudoscienza" . L'esperto si inserisce così nel dibattito che in queste ore sembra aver creato una nuova spaccatura fra gli scienziati sotto i riflettori dei media nell'emergenza Covid-19.
Covid meno cattivo? Le possibili cause
"Già che ci sono - scrive Silvestri nella sua rubrica social 'Pillole di ottimismo, l'ottimismo che viene dalla conoscenza' - approfitto per pregare chi legge di aiutarmi ad evitare un'altra stucchevole polemica tra esperti (il virus sta diventando più buono, sì o no?). E' chiaro che la malattia sembra meno grave di alcune settimane fa. Potrebbe essere il caldo (che causa infezioni con inoculo virale più basso), e/o la nostra migliorata capacità di trattare la malattia, e/o il virus che si 'adatta' al nuovo ospite riducendo la patogenesi (un fenomeno ben noto a chiunque conosce la virologia)".
La polemica sulla pseudoscienza
In ogni caso, "discutere quest'ultima possibilità alla luce della propria esperienza clinica e conoscenza teorica non significa fare 'pseudoscienza', come ha paventato con parole poco felici un collega (nel senso di 'endowed professor' in una università americana) in un talk-show televisivo italiano. Detto questo, nessuno è perfetto - aggiunge il virologo - Frasi infelici ne ho scritte anch'io. Adesso chiudiamola qua e concentriamoci sul vero nemico, Sars-CoV-2, che è alle corde ma non ancora Ko".
I dati italiani del Covid: se ne va a passo veloce
Poi un invito, da parte di Silvestri: "Il virus se ne sta andando, a passo veloce, e noi lo accompagniamo volentieri alla porta". Lo scienziato italiano torna a commentare i numeri di quella che chiama "la ritirata" di Sars-CoV-2 dal nostro Paese. "Oggi (ieri per voi) - scrive - è il ventisettesimo giorno di fila in cui cala il numero dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 in Italia - da 1.168 a 1.034, quindi di 134 unità. Siamo ormai a circa un quarto del picco (4.068 ricoveri) di alcune settimane fa. Ma è l'entità del calo che impressiona: 21,3% nel giro di 2 giorni. Insomma: le terapie intensive si stanno davvero svuotando. Ed è importante che scenda anche il numero dei ricoveri totali (da 14.636 a 13.834, calo di 802 unità, ed ora sono 3mila in meno di 5 giorni fa)". "Il virus - chiosa ancora l'esperto - se ne sta andando, a passo veloce, e noi lo accompagniamo volentieri alla porta".
Coronavirus, le previsioni di Silvestri
Quanto alle previsioni per il futuro, Silvestri spiega: "Non mi convincono le previsioni (e, soprattutto, le previsioni funeste) fatte senza rendere conto di quanto sia alta la possibilità di eventi che cambiano improvvisamente le carte in tavola. Nel caso di Sars-CoV-2 ce ne sono diversi, alcuni possibilissimi". Per esempio, "il virus potrebbe andare incontro a una riduzione notevole della sua capacità di causare malattia. Oppure si potrebbero trovare delle terapie efficaci più rapidamente del previsto" o potrebbe accadere che "uno dei vaccini più promettenti tra quelli che stiamo testando faccia il classico gol con un tiro al volo da trenta metri. Per non parlare, ovviamente - conclude - dell'assoluta impossibilità di immaginare quello che succede nella testa dei politici che prendono decisioni in materia sanitaria".
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