Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus, la mappa dei focolai in Italia

I cluster si accendono a macchia di leopardo su tutto il Paese. Dal governatore della Campania invito a rispettare le misure di sicurezza, come la mascherina all'aperto che "se c'è una moltiplicazione di contagi diventerà inevitabile"

Movida a Milano (Ansa)

Roma, 21 luglio 2020 - Da tre giorni la curva epidemica del Coronavirus è tornata a scendere. E anche oggi l'ultimo bollettino, diffuso dal Ministero della Salute, conferma la tendenza che ormai va avanti da settimane: le positività da Covid19 sembrano sotto controllo come valori assoluti. Questo non significa, però, che la guerra sia vinta. Il fronte della lotta al Coronavirus sono i focolai, che si accendono a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Di fronte ai nuovi cluster, è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a riportare l'attenzione sulle misure di sicurezza da rispettare: "Non è più tempo di sottovalutazioni - ha dichiarato De Luca -. Ci sono decine di migliaia di giovani che pensano che il problema non esista più. Questa è una posizione irresponsabile". A tal proposito, sul'uso della mascherina all'aperto, per il governatore della Campania "se c'è una moltiplicazione di contagi diventerà inevitabile, mi auguro sinceramente di no". Poi, l'appello alle nuove generazioni: "L'importante, lo dico ai giovani, è che quando vi incontrate la sera e state uno addosso all'altro quello è il momento nel quale bisogna indossare la mascherina, quando si passeggia in luoghi aperti si può stare senza". E invita ancora alla prudenza: "Evitare di bere dagli stessi bicchieri o bottiglie, non è che se lo facciamo siamo dei fenomeni. Un po' di pazienza e responsabilità e andremo avanti".

Coronavirus Italia, il bollettino di oggi, 21 luglio

Dove sono i focolai

Tra alti e bassi, è in via di esaurimento la prima grande ondata di Coronavirus in Italia, ma non sono da sottovalutare i cluster che si diffondono su varie zone del nostro Paese. L'ultimo è quello registrato nella provincia di Catania, dove ventuno persone sono risultate positive al Covid-19, mentre altre 113 sono in isolamento domiciliare fiduciario. L'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha spiegato che larga parte dei contagi "sono riconducibili per lo più due cluster familiari, individuati nel comune capoluogo e nell'area della cittadina di Misterbianco", precisando che "hanno avuto origine da contatti extraregionali". La nascita di focolai in varie parti d'Italia, secondo il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, indica una continua circolazione virale per cui "bisogna continuare a mantenere comportamenti adeguati" e "soprattutto portare le mascherine nei luoghi pubblici e mantenere il distanziamento sociale". 

Dal Vicentino a Mondragone, da Bologna a Roma, le cronache hanno fatto registrare nelle ultime settimane quasi tutti i giorni nuovi allarmi. Alcuni dei cluster continuano ad allarmare di più, come quello di Modica, dove per alcuni giorni ha lavorato in trasferta un escort peruviana poi risultata positiva al Covid, al suo ritorno a casa in Umbria. Altri, invece, sono in via di contenimento, come quelli in due macelli della provincia di Cremona, dopo lo screening dell'Ats che avrebbe escluso il peggio. Nelle scorse settimane aveva suscitato clamore la notizia dell'imprenditore nel Vicentino che, dopo un viaggio di lavoro in Serbia dove era entrato in contatto con un positivo, era tornato a lavorare con 38 di febbre e sintomi riconducibili al Coronavirus, senza negarsi una festa di compleanno e un funerale e rifiutando per giorni il ricovero, per poi arrendersi con il peggioramento della malattia. Ma anche l'Emilia Romagna si è trovata a far fronte a due estesi focolai: il primo, scoppiato nel magazzino di un'azienda di logistica, la Brt, ex Bartolini; il secondo alla Tnt. Nel Lazio, invece, esaurito il cluster più grave dell'istituto San Raffaele Pisana, aveva destato preoccupazione il mini-cluster in un palazzo occupato alla Garbatella, nel cuore di Roma. Poi, il caso del ristorante a Fiumicino, dove un inserviente di ritorno dal Bangladesh ha contagiato i colleghi e i proprietari del locale, scatenando una corsa al tampone per molti avventori, e quello, minore, in zona Casilino, dove è  bastata una cena di classe per far scattare l'allarme. A tutti questi si aggiunge il focolaio a Mondragone, nel Casertano, dove nei palazzi ex Cirio è partita una catena di contagio che ha prodotto 75 casi, diversi episodi di tensione con i residenti e la proclamazione della zona rossa da parte del governatore De Luca.

Altri focolai, più o meno rilevanti, si sono sviluppati in altre aree. Tra questi quello di Predazzo, in Trentino, dove un cittadini kosovaro di ritorno dal suo paese, eludendo la prescrizione dell'autoisolamento, ha organizzato una festa con i suoi connazionali, prima di accusare i sintomi del virus causando in poche ore 8 contagi. Ad oggi, invece, sono 56 i positivi correlati al contagio nato al ristorante Best Sushi di Savona, tre in più rispetto a ieri (due clienti e contatto). In totale sono 45 i clienti del ristorante o loro contatti risultati positivi, a cui si aggiungono otto dipendenti e tre operatori sanitari dell'Asl2.