Sabato 23 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Coronavirus, da Ibiza a Malta: la mappa delle ferie a rischio

Contagi in crescita, Bruxelles chiede agli Stati membri di prendere decisioni coordinate sulla chiusura delle frontiere. Un terzo dei nuovi focolai in Italia è dovuto ai turisti che rientrano. L’Italia lancia i test rapidi per chi torna dalle zone calde .

Coronavirus, i focolai delle vacanze

Coronavirus, i focolai delle vacanze

II fantasma della seconda ondata di Coronavirus si aggira per l’Europa. La riapertura di giugno ha prodotto il temuto aumento dei casi molti Paesi e in diversi Stati cominciano a ricomparire le misure di contenimento, dalle quarantene obbligatorie solo per alcuni al divieto di ingresso per altri. Il rischio però, avverte la Commissione Europea in una lettera ai 27 governi, è di ritrovarsi presto con un'Unione frammentata e divisa di nuovo dalle frontiere, chiuse con decisioni autonome e non coordinate come accadde a fine febbraio. Sono bastati due mesi di libera circolazione tra Paesi che hanno standard diversi di protezione (basti pensare all’obbligo di mascherina, diverso da Stato a Stato) per far rialzare la curva dei contagi quasi ovunque. Come ha ricordato ieri il centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), "il rischio di una ulteriore escalation dei casi di Covid-19 in Europa è moderato per i paesi che continuano a mettere in atto misure sul distanziamento sociale, mentre per chi non le applica è molto alto".

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Lo si è visto bene in Spagna dove si sono moltiplicati i focolai, tanto da spingere il Belgio e il Regno Unito a vietare i viaggi verso la Catalogna. Nel Belgio del Nord, vicino alla costa, c’è stata un’impennata di casi che ha portato la città di Anversa, la più colpita, a imporre un coprifuoco notturno per fermare le uscite serali. E la Germania, impaurita da quel focolaio non troppo lontano, ha vietato i viaggi nella regione. A sua volta il Belgio ha emesso ‘bandi’ per chi va in alcune zone della Francia e della Svizzera, o in Finlandia, Lituania e Croazia. Anche i soggiorni in Romania e Bulgaria – che non sono area Schengen – sono sconisgliati da molti Paesi, tra cui l’Italia, e obbligano alla quarantena chi ritorna. L’Europa sta tornando a essere una babele di norme non coordinate.

E l’Italia lancia test rapidi per diagnosticare il virus e più controlli da effettuare in aeroporti, porti e valichi di frontiera a tutti coloro che rientrano. Il ministero della Salute si muove per evitare che i casi di positivi di rientro dalle vacanze - un centinaio nell’ultima settimana soprattutto tra i giovanissimi - facciano esplodere nuovamente la curva dei contagi e compromettano la ripartenza a settembre, a partire dalla riapertura delle scuole.

Secondo i dati dell’Ecdc lo stato del Vecchio Continente che nelle ultime 2 settimane ha avuto più casi per 100 mila abitanti è il Lussemburgo (137) ma la terza è la Spagna (75,8) destinazione turistica di prima grandezza. La regione con il tasso più alto (negli ultimi giorni con picco di 600) è l’Aragona, seguita da Catalogna (150) e Navarra e Paesi Baschi (100). Madrid è a 80, le Baleari sono a 42, le Canarie a 9. Il quarto paese è il Belgio, che ha 62.9, mentre quinta è un altra destinazione turistica come Malta, a 58.6. La Francia a 26, il Portogallo 24,4 (sono basse Lisbona e Porto, ma si raggiunge 30 nell’Algarve, al Sud). L’Italia, ha solo 7.4.

Ci sono poi Paesi che globalmente non hanno tassi molto elevati come la Croazia, 18,3, che hanno però regioni ad alto tasso di contagio come la Brodsko Posavska, che ha avuto un picco di 250 casi per 100 mila abitanti e la regione di Spalato e quella di Zara, sulla bella costa della Dalmazia che hanno toccato i 40. In Germania il tasso medio è 12.9 ma attenzione a zone come la Bassa Baviera. La Francia ha numeri di contagiati in crescita, con rischio più elevato nel dipartimento di Mayenne (Loira) seguite, a rischio medio, da Gironda, Parigi, Nord (Lille), Alta Savoia, Bouche du Rhone (la regione di Marsiglia e Aix an Provence). Nel Regno Unito il tasso è di 16,5, più alto nelle regioni centro-settentrionali dell’Inghilterra. In Grecia il livello più alto è nelle isole ioniche (Zante, Corfù) dove raggiunge un picco di 15. L’Austria è a 17.2 e negli ultimi giorni su segnalano picchi di 40 a Linz e 30 a Vienna.