Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus, carceri in rivolta. Tre morti a Modena, agenti sequestrati a Pavia

I detenuti protestano per l'annunciata sospensione dei colloqui a causa del rischio contagio. Gli agenti penitenziari: "Da troppo in emergenza"

Rivolta in carcere a Modena (FotoFiocchi)

Rivolta in carcere a Modena (FotoFiocchi)

Roma, 8 marzo 2020 - Infuria la rivolta nelle carceri contro le nuove restrizioni per l'emergenza coronavirusNel mirino, in particolare, l'annunciata sospensione dei colloqui, una misura senza precedenti resasi necessaria per contenere il contagio. Dopo le sommosse di ieri a Salerno, oggi la situazione è degenerata a Modena, Frosinone, Napoli Poggioreale, Alessandria, Foggia, Vercelli e Pavia. 

Modena

Sono state ore particolarmente critiche nella città emiliana, dove si registrano tre vittime tra i detenuti, con altri due carcerati ricoverati in rianimazione. Indagini sono in corso sull'accaduto.

Nel primo pomeriggio i detenuti, circa 530 a quanto si apprende, protestando per le misure di prevenzione per il Covid-19, si erano barricati nell'istituto di Modena. Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere - una ventina tra poliziotti e sanitari - fosse fatto uscire. Sul posto è arrivato anche il prefetto, assieme alle forze di polizia che si sono schierate di fronte alla struttura da cui è stato visto uscire del fumo, probabilmente a causa di un incendio di materassi. Poi, in tarda serata, la notizia dei decessi. Da fonti dell'amministrazione penitenziaria si apprende che allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi.

Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all'uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, le cui cause sono tuttora ignote. Al termine della rivolta, sarebbero stati trasferiti in atlri istituti circa 70/80 detenuti. Secondo il Sap, il sindacato della polizia penitenziaria, i carcerati "chiedono provvedimenti contro il rischio dei contagi" spiega il segretario Aldo Di Giacomo. 

 

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Pavia

A Torre del Gallo, la casa circondariale di Pavia, due agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella struttura sono stati ostaggio per alcuni minuti di alcuni detenuti. Sinora le notizie sull'accaduto sono scarne, i detenuti sarebbero riusciti a sottrarre agli agenti le chiavi delle celle, che sono state aperte e quindi permesso ad altri detenuti di uscire. Gli agenti sarebbero anche stati picchiati violentemente. Alcune voci, non confermate, parlano di atti vandalici ed anche di scontri fisici, regolamenti di conti, tra gli stessi detenuti. 

Nella notte la situazione sarebbe tornata alla normalità. I carcerati sono scesi dai tetti e dai camminamenti dove si erano asserragliati dopo una trattativa con il procuratore aggiunto pavese Mario Venditti. 

Carceri in rivolta

Tensione anche nel carcere di Frosinone, dove sarebbe stato distrutto un intero reparto (ma non vi sarebbe stata alcuna evasione, diversamente da quanto riportato da alcuni organi d'informazione). Un centinaio di detenuti chiede provvedimenti ad hoc per il coronavirus. In molti sono usciti dalle sezioni raggiungendo l'area passeggi e le mura. Ma sono in rivolta - segnala lo Iulpa -  anche il "carcere di Foggia, dove pure vi sarebbero tensioni e pesanti disordini e, di nuovo, da Napoli Poggioreale, dove le tensioni di ieri sarebbero sfociate in questi minuti in vibranti proteste".

Uilpa: da troppo è emergenza nelle carceri

Gennarino De Fazio, della Iulpa Polizia Penitenziaria nazionale, spiega così la situazione: "Sono momenti drammatici e convulsi nei quali da donne e uomini di Stato pensiamo per prima cosa a difendere le istituzioni democratiche e la sicurezza dei cittadini, dunque abbiamo notizie del tutto parziali e frammentarie, ma univoche nel raccontare gravi tensioni e disordini in molti istituti penitenziari del Paese. Solo ieri sera, da ultimo, avevamo detto che le carceri finiranno per essere il banco di prova finale del Governo, anche perché nessuno che conosca il carcere poteva non sapere quello che si sarebbe verificato".

E il leader della Uilpa insiste: "Lo ribadisco, non si dica che quanto sta accadendo è per il coronavirus, ma è con il coronavirus, perché il grave stato emergenziale che attanaglia le carceri, i detenuti e chi vi opera è in essere da troppo tempo e solo l'improvvisazione di chi ha il dovere di gestirle politicamente, per conto dei cittadini, poteva non prevedere quello che sta accadendo in queste ore".