Roma, 20 aprile 2020 - Faranno festa i distributori di Evian, Vittel e Perrier – le minerali più amate dai francesi. La notizia che sono state trovate «minuscole tracce» di Covid-19 nella rete idrica ’non potabile’ di Parigi (quella che si usa per pulire le strade ) è del genere che nessun municipio vorrebbe confermare. Perché – tipo perdersi in un bicchier d’acqua – un legittimo sospetto potrebbe ora attanagliare i parigini: quello che anche la rete idrica potabile non sia impermeabile al Coronavirus.
Sebbene l’acqua che sgorga dai rubinetti delle case dipenda da un’altra rete «completamente indipendente, non presenti alcuna traccia del virus Covid e possa essere consumata senza alcun rischio» – parole della sindaca Anna Hidalgo, risoluta nello spendersi in prima persona – un’altra delle sicurezze psicologiche della cittadinanza risulta nei fatti ’contaminata’. Già, perché fino a ieri nessuno aveva mai lontanamente sospettato che il Covid-19 potesse insinuarsi nella rete idrica francese. E invece il laboratorio della gestione municipale Eau de Paris ha scoperto «nelle ultime 24 ore la presenza di tracce del virus su 4 dei 27 punti di campionamento testati».
Come misura di contrasto, la sindaca ha immediatamente sospeso l’uso della rete d’acqua non potabile e i tecnici hanno alzato i livelli dei controlli. Ma è di tutta evidenza, a questo punto, che la pervasività del virus richiede monitoraggi straordinari oltre ogni testato livello procedurale. Un allarme che Parigi ora trasferisce all’Europa.
I numeri dell’epidemia polmonare collocano infatti la Francia subito a ridosso di Stati Uniti, Italia e Spagna nella fascia delle nazioni più colpite. Positività e decessi crescono tuttora, anche se a un ritmo meno elevato rispetto ai giorni peggiori: nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 395 portando il totale a 19.718. I pazienti contagiati da Covid-19 ricoverati in ospedale sono 30.610; le terapie intensive 5.744. Ieri, durante la conferenza stampa di aggiornamento, il primo ministro francese Edouard Philippe ha detto che le misure di contenimento «stanno funzionando», ma ha anche anticipato che molto probabilmente «non sarà possibile tornare alla vita di prima per molto tempo» e che dopo l’11 maggio, alla ripresa post lockdown, «su tutti i mezzi pubblici diventerà obbligatorio l’uso delle mascherine».