Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus nell'acqua: domande e risposte

Possono esserci tracce del Covid-19 nell'aqua del rubinetto? Il virus resiste all'acqua?

Acqua del rubinetto (Pianetafoto)

La notizia che sono state trovate tracce» del virus SARS-CoV2 nelle acque reflue (non potabili) della città di Parigi non deve destare allarme ingiustificato, ma necessita di una spiegazione, che è stata data nel corso della conferenza stampa della protezione civile a Roma.

Tracce del coronavirus nella rete idrica, è preoccupante?

"La presenza di tracce di RNA virale è cosa diversa dal dire c'è la presenza del virus attivo, cioe di un agente infettivo che può contagiare una persona". Lo ha affermato Luca Richeldi, direttore della divisione malattie respiratorie del Policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico del ministero della Salute, introdotto dal capo della protezione civiile Angelo Borrelli. "Questa differenza è nota, vale anche per molti altri virus per molti altri batteri", ha aggiunto il professore. In altre parole, "il rilevamento dell'acido nucleico non corrisponde al rilevamento della particella virale intatta contagiante".

Dobbiamo modificare i nostri comportamenti?

Nessun comportamento deve essere adottato in seguito al rilevamento di tracce del virus nella rete delle acque di scarico di una grande citta. "Come sappiamo, siamo di fronte a un virus nuovo, quindi avremmo modo di saperne di più - ha detto ancora il professor Richeldi - però, anche se dobbiamo essere cauti, non credo che questa notizia ci debba allarmare più di tanto, al punto da far cambiare i nostri comportamenti in maniera sostanziale. Fin qui le precisazioni dello specialista.

Quanto resiste il virus nell'acqua?

A questa domanda ha risposto Giorgio Palù, virologo della Task Force Covid19 della Regione Veneto, più volte intervistato anche da Quotidianonet. "Per quanto riguarda il virus nell'acqua - ha dichiarato il professor Palù - troviamo molti virus enterici nell'acqua (cioè tipici del tratto intestinale, eliminati con le feci come il colera e la salmonella, ndr). Questo di cui stiamo parlando, però, è un virus respiratorio che resiste molto poco nell'acqua. Abbiamo anche stimato quanto persiste sulle superfici, il virus ha una emivita di poche ore e quanto è più esposto all'ambiente esterno tanto più si degrada. Questo è un virus con un involucro, tende a rompersi".

I virus sono spesso presenti nelle fogne?

In un documento diffuso dall'Epicentro Iss (Istituto superiore di sanità) in piena emergenza coronavirus, e diretto ai gestori del servizio idrico integrato e alle autorità ambientali e sanitarie, viene illustrato che i virus escreti con feci, urine o secrezioni entrano nel sistema fognario, diretto verso l`impianto delle acque reflue. I virus che entrano nell`impianto di depurazione vengono generalmente inattivati dai processi di trattamento. "Le fosse biologiche convenzionali, negli edifici privi di allacciamento alla rete fognaria, possono contenere patogeni virali cui sono esposti gli addetti allo spurgo in prossimità dei luoghi di operazione".

Quali virus respiratori finiscono negli scarichi?

Nel Rapporto dell'Iss si legge che "negli ultimi decenni, l`attenzione si è rivolta anche ai virus responsabili di malattie respiratorie, che potrebbero rappresentare motivo di preoccupazione per il ciclo idrico integrato: virus dell`influenza, SARS, MERS, Sars-CoV2. Questi virus sono noti per essere stati responsabili di epidemie e pandemie come l`influenza H1N1 "spagnola" (1918-1920), l`influenza aviaria H5N1 (1997-oggi), l`influenza H1N1 (2009-2010), la SARS-CoV (2002-2003), la MERS-CoV (2012), l`influenza aviariaH7N9 (2013-oggi) e, per ultima, la pandemia in corso SARS-CoV-2 (2020). Tracce di RNA virale possono entrare nel ciclo idrico attraverso le acque reflue", 

Come si determina la presenza dell'RNA virale?

Il metodo è lo stesso che ha consentito di rivelare tracce di droga, nella fattispecie di cocaina, negli scarichi delle fogne delle maggiori città europee. Si utilizzano tecniche di laboratorio utilizzate nelle indagini di tossicologia forense, spettrometria e amplificazione di specifiche catene di acidi nucleici. Sappiamo infatti che regolarmente gli inquirenti misurano, nelle acque degli scarichi, la concentrazione dei metaboliti delle droghe più diffuse, in modo da determinare quanta droga viene consumata illecitamente, e di che tipo. Lo stesso tipo di indagine ha portato a svelare a Parigi la presenza di tracce dell'agente infettivo responsabile della sindrome Covid-19.

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