Bari, 15 ottobre 2024 – Anche il gruppo Intesa San Paolo è formalmente indagato nell’inchiesta di Bari sul 52enne Vincenzo Coviello.
La banca, secondo il procuratore di Bari Roberto Rossi e l’aggiunto Giuseppe Maralfa, avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Perché non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti i 6.637 accessi abusivi del bancario nei database dell’azienda e nel sistema degli istituti di credito. Un portavoce della banca ha fatto sapere che l’istituto "non ha ricevuto alcuna comunicazione dall’autorità giudiziaria" e ha sottolineato che il gruppo "ha potuto procedere con la notifica presso l’Autorità per la Privacy e la denuncia presso la Procura di Bari come parte lesa nei tempi resi possibili da un processo esteso e accurato, volto alla ricostruzione di quanto avvenuto".
La banca indagata
A Coviello sono contestati i reati di accesso abusivo ai sistemi informatici e di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Secondo le informazioni trapelate in questi giorni l’indagine a Bari è partita dall’esposto di un primario e professore universitario, informato dal direttore della filiale di Bisceglie degli accessi abusivi sul suo conto corrente. All’epoca il bancario non era ancora stato licenziato. "Una volta che la struttura di controlli interni ha evidenziato le anomalie ha subito preso avvio la procedura disciplinare. Nel mentre la banca ha sospeso cautelativamente il dipendente e ha proceduto ad avviare l’interlocuzione con l’Autorità per la Privacy", fa sapere l’istituto: "Solo dopo il licenziamento la banca ha infine potuto procedere a sporgere denuncia come parte lesa". La banca rischia sanzioni da un minimo di 26mila a un massimo di un milione e mezzo di euro.
I risarcimenti
Coviello durante il procedimento disciplinare ha sostenuto di aver agito di sua iniziativa e di non aver mai divulgato dati all’esterno. Ma ha anche detto di aver concluso le sue spiate nell’ottobre 2023, mentre gli accessi abusivi sono continuati fino all’aprile di quest’anno. Intanto i legali di alcuni clienti vittime del bancario hanno chiesto informazioni alla procura per valutare la costituzione di parte civile o cause civili ai danni dell’istituto. Ed è emerso che Coviello ha messo gli occhi anche negli account di Diego Armando Maradona, Francesco Totti e Andrea Agnelli, all’epoca presidente della Juventus. E nei confronti delle forze dell’ordine. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se esistono eventuali collegamenti con il ruolo ricoperto dal fratello Graziano, comandante della stazione carabinieri di Modugno.
La politica
Sul fronte politico il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha chiesto a Intesa di fare chiarezza: "Possibile che questa vicenda andasse avanti da anni e nessuno si sia accorto di niente?". Secondo l’europarlamentare Pd Antonio Decaro Coviello "è solo uno che si voleva fare i fatti degli altri, per avere qualcosa da dire. Non so cosa possa aver cercato nel mio conto corrente, non avevo niente da nascondere e l’ho saputo dai giornali". Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha detto che il problema "riguarda soprattutto i cittadini e non i vip", mentre il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti ha parlato di "manine nazionali, e magari anche qualcuna internazionale" dietro la vicenda: "E mi sembra anomalo che in Italia la sinistra taccia".