Venerdì 13 Dicembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Cronaca

Con gli italiani sotto attacco "Lotteremo casa per casa"

L’ambasciatore distaccato nella città sul Mar Nero: attesi altri bombardamenti "Ogni giorno telefono ai connazionali rimasti qui. L’ordine è di correre nei rifugi"

di Luca Bolognini

"Nel 2022 che un bambino di appena tre mesi possa morire sotto i bombardamenti in una città europea è di una disumanità assurda". Attilio Malliani, ambasciatore italiano distaccato a Odessa, ha sentito i missili russi ferire il cuore della città ucraina e poi le sirene dei soccorsi. Ha visto il fumo alzarsi dai palazzi della metropoli dove è nata la musica di ‘O sole mio’ e si è subito messo in contatto con le autorità locali, visto che vicino all’area colpita vivono diversi nostri connazionali. Fortunatamente stanno tutti bene. "Siamo sotto attacco e, secondo una nota ufficiale di avvertimento, ce ne aspettiamo degli altri".

Cosa vi è stato detto?

"Ci hanno pregato di non lasciare le nostre case e non passeggiare negli spazi aperti. Dobbiamo evitare spiagge e palazzi amministrativi. La tensione è davvero alta. Chi può deve raggiungere i rifugi creati appositamente per resistere agli attacchi".

Quanti sono gli italiani rimasti a Odessa?

"Non posso dare la cifra precisa, ma sono scesi moltissimo rispetto ai 250 che c’erano prima che iniziasse l’invasione".

Siete in contatto?

"Tutti i giorni telefono a ognuno di loro. Siamo tutti preoccupati, come lo sono gli altri cittadini di Odessa, sottoposti a un regime di terrore da un Paese occupante. Alti ufficiali russi hanno detto che l’obiettivo è conquistare tutto il Sud dell’Ucraina e arrivare in Transnistria. Un’ipotesi che aumenta i nostri timori".

Lei perché è rimasto?

"Ho un incarico di consigliere diplomatico per il sindaco e sono stato incaricato di provvedere all’evacuazione degli italiani. La mia famiglia è qui con me".

E gli altri nostri connazionali?

"A tutti è stata data la possibilità di lasciare l’Ucraina. L’unità di crisi della Farnesina consiglia di lasciare subito il Paese. Chi è rimasto lo ha fatto volontariamente. Il più delle volte per motivi familiari o per continuare a seguire le proprie attività".

Quante persone sono rimaste a Odessa?

"Negli ultimi giorni ci sono stati parecchi rientri. Nelle prime settimane dell’invasione in 150mila si erano allontanati, ora prevediamo una nuova massiccia evacuazione".

In questi 59 giorni di guerra la città come si è preparata?

"Abbiamo approntato tutte le difese necessarie. Dei sei missili lanciati contro Odessa, quattro hanno raggiunto la città. Gli altri due sono stati intercettati".

Speravate che con l’affondamento della Moskva, la Russia non averebbe più attaccato Odessa?

"Nessuno ci ha mai creduto. Ci aspettavamo una ritorsione ed è quello che sta accadendo".

Avete paura di diventare la nuova Mariupol?

"Mi consenta di non rispondere a questa domanda".

A Odessa si trova La cattura di Cristo attribuita al Caravaggio. È stata messa in salvo?

"Molte opere d’arte sono state trasportate in luoghi sicuri, ma non posso dirle quali".

Odessa è una città russofona. Come vive l’invasione?

"Qui abitano cittadini provenienti da 130 nazioni nel mondo. Russofoni non vuol dire russofili. Siamo caparbiamente ucraini. Ogni casa, ogni quartiere è pronto a combattere".