di Antonio Troise
Alla fine il governo ha dovuto cedere alle pressioni europee. La soglia per i pagamenti senza Pos dovrebbe ridursi da 60 a 40 euro. Un compromesso raggiunto al termine di una serrata trattativa con l’esecutivo comunitario. L’incentivazione dei pagamenti elettronici, infatti, è stato uno degli obiettivi fissati nell’ambito del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alimentato con i fondi Ue. Mentre la decisione di cancellare le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti elettronici sotto la soglia dei 60 euro aveva preso in contropiede Bruxelles. Anche perché il governo Draghi aveva deciso addirittura di anticipare a giugno l’entrata in vigore dell’obbligo dei pagamenti con il Pos.
Ora spetterà al ministero dello Sviluppo economico stabilire le nuove regole, subito dopo il varo della manovra economica. Ieri, la stessa premier, Giorgia Meloni, aveva difeso l’impianto della Legge di Bilancio, compreso le scelte sui sistemi elettronici di pagamento e sull’innalzamento del tetto del contante a 5mila euro. Un capitolo che, almeno per ora, non è in discussione. Ieri c’è stata una nuova riunione fra i capigruppo della maggioranza. L’obiettivo è presentare entro venerdì il maxi-emendamento del governo in Commissione Bilancio. Intanto, si sarebbe aperta trattativa aperta su come dividere il "tesoretto" di 400 milioni che dovrebbe dare copertura alle nuove norme: 250 sarebbero destinati alla maggioranza e 150 all’opposizione. Ma la strada per l’intesa resta ancora in salita mentre i tempi della manovra economica sono risicati. Il tempo e’ una variabile non secondaria. Le forze che sostengono il governo di Giorgia Meloni puntano a chiudere in Commissione con gli emendamenti domenica notte ma non è escluso che si vada a finire a lunedì.
Il documento di bilancio è atteso in aula alla Camera dal 20 dicembre, prima di Natale dovrebbe arrivare l’ok a Montecitorio. Fra le correzioni dell’ultima ora, anche l’aumento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75 e con basso reddito (Isee fra i 12 e i 20 mila euro). Sempre sul fronte della previdenza potrebbe essere ripescato l’incentivo per chi resta al lavoro per altri due anni dopo aver raggiunto il requisito contributivo e non quello anagrafico.
Altro capitolo che sarà modificato è quello della cosiddetta "opzione donna": dovrebbe essere cancellato il requisito legato ai figli ma sarà innalzata da 58 a 60 anni (con 35 di contributi) la soglia di età per lasciare il lavoro.
Si studiano anche ulteriori modifiche al Superbonus. Scontata la proroga al 31 dicembre la presentazione della dichiarazione Cilas, si lavora allo sblocco dei crediti incagliati, anche ricorrendo ad una sorta di garanzia "statale" coperta, in parte, anche con le risorse di Cassa Depositi e Prestiti.
Perde quota, invece, l’ipotesi di alzare da 6mila a 8 mila euro il tetto alla decontribuzione per le assunzioni degli under36, presentato da Forza Italia. Mentre, dopo le polemiche degli ultimi giorni, il governo confermerebbe il bonus per i diciottenni ma con un forte ridimensionamento della platea: l’erogazione sarebbe, infatti, legata all’Isee.
L’esecutivo sta mettendo a punto anche le proposte di modifica per la proroga del credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone economiche speciali, il Sud e le aree terremotate con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico. Infine, novità per i voucher, che sarebbero estesi a discoteche, night-club e simili. Un capitolo particolarmente indigesto per il leader della Cgil, Maurizio Landini: "Pagare i politici con i voucher non è una provocazione, è un ragionamento. Perché reintrodurre i voucher credo che sia un’offesa al mondo del lavoro". Intanto, continua la settimana di scioperi regionali indetti dall’organizzazione sindacale. Oggi tocca alla Puglia.