Domenica 9 Marzo 2025
NINO FEMIANI
Cronaca

Complicità sanitarie per Messina Denaro: indagati medici a Palermo

Scoperta rete di complicità tra medici per favorire Messina Denaro. Perquisizioni e indagini in corso a Palermo.

Matteo Messina Denaro in un selfie con un medico scattato in ospedale

Matteo Messina Denaro in un selfie con un medico scattato in ospedale

Per curarsi, finire sotto i ferri dei chirurghi e godere di ricette intestate a prestanomi, Matteo Messina Denaro aveva costruito una ramificata rete di complicità e connivenze tra i camici bianchi. Ne sono convinti i magistrati della Direzione distrettuale antimafia – guidata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – , che hanno disposto perquisizioni negli ospedali Villa Sofia e Civico di Palermo per cercare di fare luce sulle coperture di cui ha goduto "‘o sicc", il padrino di Castelvetrano primula rossa per trenta anni, arrestato il 16 gennaio 2023 dai carabinieri del Ros e morto in carcere il 23 settembre 2023.

Nella ricerca di questa occulta ‘catena sanitaria’, che ha permesso al capomafia di farsi operare agli occhi e al colon retto, e di sottoporsi a chemioterapia godendo di assoluta privacy, arriva anche un avviso di garanzia per il medico oculista Antonino Pioppo,69 anni, primario prima a Villa Sofia, ora al Civico di Palermo (perquisito il suo studio privato). Il nuovo risvolto ‘sanitario’ dell’inchiesta nasce dal ritrovamento, nel covo di Messina Denaro a Campobello di Mazara, di due ricette mediche firmate da Pioppo tra il 2016 e il 2020 e intestate una ad Andrea Bonafede, l’alias a lungo usato dal padrino (arrestato e condannato a 14 anni), l’altra a un altro nome.

Gli inquirenti stanno cercando di capire se il medico, già interrogato, fosse a conoscenza della vera identità del paziente visitato e se questi sia stato operato agli occhi in uno dei due ospedali. Messina Denaro era, infatti, affetto da una grave forma di strabismo per cui si sarebbe fatto visitare in passato anche in Spagna. Si è scoperto, inoltre, che "’o sicc" entrava e usciva dalle case di cura grazie a quindicina di identità tutte diverse (nomi veri, ad eccezione di uno) utilizzate non solo in provincia di Trapani, ma anche nel Palermitano.

"Il quadro di connivenze in favore di Matteo Messina Denaro fuori e dentro le strutture sanitarie, sta assumendo dimensioni allarmanti e imporrà ulteriori approfondimenti che saranno svolti in un contesto che fino a ora non ha mostrato alcuno spirito collaborativo", riflettono i pm. Sulle complicità nella sanità di cui il boss ha goduto gli inquirenti indagano da tempo, già poche settimane dopo la scoperta dei covi e il ritrovamento dei ‘pizzini’. Una lista che si allunga.

Gli accertamenti hanno finora portato a iscrivere nel registro degli indagati per favoreggiamento l’endoscopista Francesco Bavetta e il chirurgo Giacomo Urso, entrambi in servizio all’ospedale di Mazara del Vallo. I due medici si sono occupati dell’allora latitante quando, nel 2020, gli venne diagnosticato il cancro al colon, patologia per cui venne operato in tempi record. Sempre per favoreggiamento sono stati arrestati Alfonso Tumbarello (ora è sotto processo), il medico di base che per mesi ha rilasciato ricette e prescrizioni a Messina Denaro intestate a Bonafede, e il tecnico radiologo Cosimo Leone, accusato di aver accelerato gli esami diagnostici dopo la scoperta del tumore, di essere stato a disposizione del boss durante il ricovero e di avergli fatto avere un cellulare riservato.