di Riccardo Jannello
Una comunità di 20mila abitanti attonita che non sa spiegarsi come la violenza possa arrivare a tanto e come due ragazzine di 12 e 13 anni possano, seppur non incriminabili per la giustizia umana vista la loro giovane età – ma saranno affidate a una struttura sociale (la procura ha fatto sapere che non rimarrà ferma nonostante le due non siano imputabili) –, rovinarsi la vita e rubarla a una loro coetanea. A una loro, almeno fino a sabato pomeriggio, amica. Luise F., 12 anni, è morta sfigurata e dissanguata dalle coltellate che le sono state inflitte dopo un sabato pomeriggio che aveva passato a casa di una delle due. Il corpo è stato ritrovato solo domenica sera in un bosco.
Le giovanissime carnefici hanno confessato, ma il giallo rimane abbastanza impenetrabile a partire da quello che potrebbe essere il movente dell’atroce omicidio e come questo è avvenuto (spunta l’ipotesi della vendetta per una presa in giro). E soprattutto perché il corpo è stato trovato in quel bosco. Freudenberg è una cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia – lo Stato federale più popoloso della Germania, posto a occidente e nel quale si trovano le città di Dusseldorf, Colonia e Bonn. Sabato Luise stava tornando attorno alle 17,30 – il testimone che ha confermato il suo avvistamento alla polizia, ma ha detto di non avere notato nulla di sospetto nell’atteggiamento della vittima e di non aver visto qualcuno che la seguisse – verso la propria abitazione. Eppure il corpo è stato trovato in direzione opposta a quella che Luise avrebbe dovuto percorrere per raggiungere i suoi genitori, tanto che il bosco molto fitto nel quale è stato rinvenuto il cadavere appartiene alla regione confinante, la Renania-Palatinato.
L’allarme era stato dato dal padre e della madre di Luise che non si capacitavano come la loro figlia, sempre molto precisa e che non aveva mai dato preoccupazioni, non fosse tornata per la cena. Erano passate già alcune ore dall’ultimo avvistamento non molto distante dalla casa. Invece, dopo che già nella notte fra sabato e domenica le ricerche erano iniziate, di Luise non si era trovata traccia nel perimetro che avrebbe dovuto percorrere. Forse una soffiata di una delle due colpevoli, che fin da subito erano state sentite dagli inquirenti come prime sospettate sulla base di alcuni indizi di paese, ha portato i gendarmi nel luogo giusto. Il corpo era stato scaraventato in mezzo ai rovi. Anche in questo caso gli inquirenti si interrogano sulla possibilità che le due che hanno confessato il delitto possano essere state aiutate da qualcuno, magari un adulto: viene però smentito, pur attendendo l’autopsia, l’abuso sessuale. Il coltello non è stato trovato mentre accanto al corpo c’era un oggetto di una delle due ragazzine che al momento tacciono. L’ufficiale di polizia Florian Locker e il procuratore Mario Mannweiler si sono tenuti molto cauti nella ricostruzione dei fatti; le indagini continuano.
E anche nella quarta notte dalla scomparsa di Luise il buio appare ancora più profondo soprattutto nella testa delle due ragazze autoaccusatesi del delitto che probabilmente non capiscono quale atroce reato abbiano commesso. Freudenberg si è stretta ai genitori di Luise. "Siamo choccati, ma dobbiamo capire anche che cosa è scattato nelle due colpevoli e aiutare i loro cari a superare la tragedia", ha detto fra le lacrime la sindaca del paese, Nicole Reschke, dichiarando il lutto cittadino.