
Bergamo, 18 marzo 2025 – Colpo di scena questa mattina in tribunale a Bergamo, per l’udienza di conferimento dell’incarico per la perizia psichiatrica a Moussa Sangare, reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024. Sangare ha rilasciato davanti ai giudici una serie di dichiarazioni che hanno lasciato tutti esterrefatti, quasi scioccati, affermando di non essere stato lui ad avere ucciso a coltellate la ragazza. “Non ci sono prove che sia stato io a uccidere Sharon”, ha aggiunto. “Il coltello? L’ho sotterrato, era quello che usavo quando facevo i barbecue in riva all’Adda mentre i vestiti li ho buttati nel fiume per paura, avevo paura che l’assassino mi individuasse, per questo mi sono tagliato barba e capelli”.

La rabbia dei familiari di Sharon
Dieci minuti di dichiarazioni spontanee, anzi, di vere e proprie farneticazioni, in un italiano confuso non privo di un accento bergamasco, che ha espresso quando il giudice gli ha concesso la parola chiedendogli se avesse qualcosa da dichiarare. Una mossa che potrebbe anche essere finalizzata a corroborare l’ipotesi di una instabilità mentale. "Non c’è nessun video che mi riprende mentre uccido la ragazza – ha detto ancora –. Quel che ho detto è perché ero da tre giorni in caserma senza dormire...”. Parole inattese che hanno provocato l’inevitabile reazione dei genitori della trentenne presenti in aula: “Ci vuole coraggio e sfrontatezza per dire quelle falsità”. Nel corso dell’udienza è stato conferito l’incarico per la perizia psichiatrica alla dottoressa Giuseppina Paulillo, che si è riservata un periodo di 90 giorni per effettuare la perizia, che sarà ovviamente dirimente per il corso che prenderà il processo (Sangare rischia l’ergastolo). La prossima udienza è stata fissata per il 22 settembre quando sarà depositata la perizia.
L’avvocato: “Ha dimostrato lucidità”
A margine dell’udienza di questa mattina il legale della famiglia Verzeni, Luigi Scudieri, ha giudicato l’intervento di Sangare la dimostrazione della “sua lucidità. Prendiamo atto della sua ritrattazione – ha detto Scudieri – ma questo dimostra che è pienamente capace di difendersi, visto che ha fornito una ritrattazione molto circostanziata”. Paradossalmente, quindi, la “carta” che Sangare potrebbe utilizzare per corroborare la tesi dell’infemità mentale potrebbe trasformarsi per lui in un boomerang, ovvero essere la dimostrazione, come ha detto il legale della famiglia Verzeni, della sua lucidità.